“Una vita per la verità e la libertà”, festa per i 70 anni di carriera di Enzo Todaro - Le Cronache
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“Una vita per la verità e la libertà”, festa per i 70 anni di carriera di Enzo Todaro

“Una vita per la verità e la libertà”, festa per i 70 anni di carriera di Enzo Todaro

di Monica De Santis

Una targa per celebrare un importante compleanno, anzi un doppio compleanno. Enzo Todaro, presidente dell’associazione dei giornalisti salernitani, ieri mattina a Palazzo di Città ha ricevuto dalle mani del sindaco Vincenzo Napoli l’importante riconoscimento, consegnatogli per celebrare i 60 anni d’iscrizione all’albo ed i 70 anni di carriera giornalistica. Una carriera che Enzo Todaro ha vissuto e vive sempre in prima linea. Sempre alla ricerca della verità e della libertà, due parole chiave e fondamentali per chi fa questo mestiere. Quelle stesse parole che sono state incise sulla targa che il sindaco gli ha consegnato al decano del giornalismo salernitano… “Todaro nel corso della sua carriera ha svolto una funzione imprescindibile con onestà intellettuale comune a pochi”, ha detto il sindaco prima della consegna della targa. “Ricordo un amante, perché ho sempre inteso il giornalismo come una compagna fedele” – ha detto Todaro, nel ricordare i suoi 70 anni di carriera… “Ancora oggi scrivo utilizzando la macchina da scrivere lettera 22, perché le nuove tecnologie non mi appartengono. In 70 anni questa professione l’ho vista cambiare e non di poco e non in meglio. Colpa delle nuove generazioni che hanno cancellato tre parole bellissime ‘andare, vedere e riferire’. Oggi i giornalisti si servono dei mezzi tecnici, fanno una telefonata e chiedono se ci sono novità. Ma questo non è giornalismo. Un giornalista deve andare sul posto, deve seguire ad esempio, per chi fa la cronaca giudiziaria i processi, perché questi si fanno nelle aule di giustizia non al telefono con gli avvocati. E poi bisogna rispettare la dignità dell’uomo e nella deontologia professionale. I giornalisti di dire e riferire che quell’imputato ha un figlio architetto, o professore. Oggi purtroppo tutte queste regole di base, non vengono più rispettate. Poi, mi spiace dirlo, negli anni ho visto anche che molti dei nuovi giornalisti non hanno la schiena dritta, oggi purtroppo c’è un mercimonio che ha rovinato la nostra professione”.