Una vita in missione: addio al dottor Piergiorgio Turco - Le Cronache
sanità

Una vita in missione: addio al dottor Piergiorgio Turco

Una vita in missione: addio al dottor Piergiorgio Turco

di Erika Noschese

Salerno piange la scomparsa del “medico missionario”. Si è spento all’età di 90 anni Pier Giorgio Turco, noto oculista salernitano che per quasi 20 anni ha curato, in Africa, i bambini affetti da gravi patologie agli occhi. A ricordare il medico dal cuore d’oro il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli: “Addio a Piergiorgio Turco, oculista dal cuore d’oro. Rendiamo onore ad un concittadino illustre che ha onorato la sua amata Salerno con una lunga vita dedicata all’aiuto di chi soffre”, ha detto il primo cittadino ricordando che Turco è stato luminare insigne dell’Oculistica curando migliaia di malati e formando generazioni di medici con la sua dedizione e la sua scienza. “È stato inoltre protagonista di centinaia di progetti e missioni umanitarie nei paesi del terzo mondo garantendo cure anche ai più poveri e disagiati – ha detto ancora Napoli – Ai familiari ed amici giungano il cordoglio e la gratitudine della Civica Amministrazione e della Cittadinanza tutta”. A ricordare Piergiorgio Turco anche il giornalista Gabriele Bojano: “Se n’è andato il medico oculista che aveva reso la sua professione una straordinaria missione a favore dei più deboli. Fin quando le forze lo hanno assistito, Piergiorgio andava in Mozambico e Nigeria ad operare i bambini che senza di lui avrebbero perso la vista – ha scritto sui suoi canali social – Poi tornava a Salerno e attraverso il Rotary Club, di cui era un socio tra i più attivi, drenava risorse per poter continuare il suo volontariato medico. Nonostante la non più giovane età, era pieno di progetti e di iniziative a favore di quei bambini che amava come fossero suoi figli. Credo che persone come Piergiorgio Turco, che viveva per gli altri e interagiva con gli altri, siano rarissime”. E proprio il figlio di Piergiorgio, Vito, ha raccolto il testimone lavorando come oculista presso l’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona