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Una rosa di nomi per Renzi

di Andrea Pellegrino
Una rosa di nomi da sottoporre a Renzi per chiudere la partita interna al Pd per le Regionali. Cinque nomi in tutto per scongiurare, quel che molti definiscono – considerata l’evolversi della situazione – “lo stillicidio delle primarie”. Questa l’ultima proposta che giungerebbe dai piani alti del Partito democratico regionale, convinto più che mai che alla fine, anche per accordi nazionali, sarà direttamente il premier a mettere le mani sulla Campania. Anche perché, rispetto alle altre regioni chiamate al voto, qui la macchina delle primarie non ha messo neppure la prima. Anzi a quanto pare sembra che abbia ingranato proprio la retromarcia. I veti incrociati, le tante anime, le fughe in avanti, sembra blocchino il processo di scelta interna del candidato alla carica di Governatore della Campania. I casi maggiori restano quelli di De Luca, che vorrebbe candidarsi a tutti i costi, e della Picierno, che averci preso proprio gusto. E se per la seconda potrebbe bastare un posto nel governo rimpastato per un possibile passo indietro, il primo pare abbia già rifiutato la prima offerta: la presidenza, ossia, dell’autorità portuale di Napoli e di conseguenza di quella che verrà dopo l’accorpamento con Salerno. De Luca manterrebbe comunque in piedi il piano B, ed i rapporti, quindi, con esponenti senza distinzioni di partiti e coalizioni. E nel caso in cui il Pd dovesse intraprendere strade diverse da quelle delle primarie, De Luca, così come prevedono i suoi, sarà in campo con tre liste civiche, di cui una di estrazione di centrodestra. Ma tornando in casa Pd, oltre all’organizzazione della Fonderia, si studia la rosa di nominativi di sottoporre a Renzi. Di sicuro ci sarà Angelica Saggese, senatrice d’area Vaccaro; così come ci sarà Andrea Cozzolino, d’area bassoliniana, ora forte del sostegno anche di Lello Topo; a sorpresa, invece, sarebbe spuntato il nome di Gaetano Manfredi, neo rettore dell’Università Federico II di Napoli. Dunque, l’unica certezza è che al momento tutti i tavoli sono aperti e tutte le ipotesi sono in piedi. Compresa quella delle primarie che prevedono una sfida a due: da un lato De Luca, dall’altro tutto il resto dei democrat.