Un velo di silenzio sulla questione greca - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Un velo di silenzio sulla questione greca

Un velo di silenzio sulla questione greca

 

Abbiamo raggiunto Andreas Andreou che ci ha aggiornato sul ritorno al governo della sinistra di Syriza e sulla sempre attiva solidarietà di Salerno Tra breve verrà in visita in città Stathis Panagoulis deputato appena rieletto di Syriza, fratello di Alekos  Panagoulis, l‘eroe della resistenza greca contro la dittatura dei colonelli, amato da Oriana Fallaci che gli dedicò il volume Un Uomo  

Davide Naimoli

Una riflessione intorno al ritorno della sinistra al governo della Grecia con Andreas Andreou, esponente della Comunità Ellenica di Napoli e Campania e attivista della neocostituita Coalizione Sociale Salerno. Dopo le elezioni di un mese fa circa si parla poco della Grecia.  Perché? Forse perché chi ci domina in Europa è interessato a non far conoscere le vere dimensioni dell’ignominia che inonda il mare greco,  con le bellissime spiagge di alcune isole come Lesbos   Kalymnos e Rodi trasformate in cimiteri per i profughi. Come se non bastasse la dura trattativa che comunque continua con la Troika, che richiede la veloce adozione dei provvedimenti concordati per poter accedere ai finanziamenti,  il governo greco già provato dalla grave crisi umanitaria di casa è praticamente lasciato solo nell’affrontare la tragedia dei profughi che l’egoismo dell’ Europa del Nord preferirebbe morti anziché ospiti. E’ di poche ore fa la denuncia di Tsipras davanti al parlamento greco,  che ha dichiarato di vergognarsi in quanto leader europeo,  “perché l’Egeo non trascina via solo i bambini ma anche la stessa civiltà europea”. Torniamo alla vittoria di Syriza e al ritorno del governo di sinistra. Quale è il suo commento? Una bellissima vittoria che riconferma Syriza come rivelazione politica e sociale della Grecia e dell’ Europa. La sinistra radicale (come recita l’acronimo SY.RIZ.A che vuol dire appunto “federazione della sinistra radicale”),dopo otto mesi di governo trascorsi nell’ estenuante trattativa con una feroce e ricattatoria Troika, torna a vincere e fa sopravvivere il primo e l’unico governo antiliberista d’Europa. Il popolo greco non ha solo regalato la vittoria a Syriza ma, rieleggendo il governo di sinistra antiliberista, ha mantenuto aperta la breccia contro le politiche della governance europea e globale che intende dominare i popoli con l’ imposizione della sovranità limitata, con la distruzione del welfare state e delle conquiste del Novecento e svilendo perfino la democrazia formale occidentale. La vittoria di Syriza è appunto di portata storica perché storica è la sfida e i suoi contenuti. Tsipras in questo momento non difende solo la piccola Grecia ma l’intera Europa,  immersa in una crisi post-democratica e post-parlamentare, come avvertono tanti solerti intellettuali. Alla vigilia delle elezioni  quasi tutti i sondaggi prevedevano un testa a testa,  un derby fra Syriza e Nuova Democrazia,  a causa forse della capitolazione di Tsipras che ha accettato il compromesso con la Troika,  cosa che ha portato alla spaccatura di Syriza con l’ala sinistra del partito presente alle elezione con la nuova formazione dell’ Unità Popolare. Poi invece la netta vittoria di Syriza con quasi otto punti di distacco. Come è potuto accadere? Lasciando da parte i sondaggi di gran parte delle agenzie che rispondono a precisi interessi dei loro committenti e manipolano i dati a piacer loro e che,  giusto per la cronaca, ricordo che sono per lo più le stesse agenzie che prevedevano la sconfitta dell’OXI al referendum di luglio, risultato invece vittorioso col 62 per cento, effettivamente le elezioni del 20 settembre si presentavano insidiose: in primis la popolazione veniva invitata alle urne per la terza volta in otto mesi, un fatto straordinario che in sé può comportare rischi e anomalie imprevedibili. Ancora più difficile per Syriza risultava inoltre spiegare in un mese di campagna elettorale e solo due mesi dopo il plebiscitario OXI all’ austerità,  l’accettazione  dei diktat del vile memorandum e del compromesso con la Troika, di fatto una sconfitta nonostante l’eroica resistenza di Tsipras che evidentemente le masse popolari hanno apprezzato oltre ogni attesa. L’ardua impresa di Tsipras si è presentata immediatamente irta di ostacoli soprattutto all’ interno del partito e non tanto all’esterno: la stessa minoranza dei trenta deputati che ha provocato la caduta del governo e le elezioni anticipate procedeva alla scissione e alla formazione dell’Unità Popolare, che non ha esitato a usare colpi bassi durante la campagna elettorale, denigrando con calunnie il primo ministro dimissionario. Da parte sua Tsipras solo ai primi comizi ha citato i dissidenti e la loro deludente scelta scissionista ed ha  subito dichiarato che era comunque avverso alla “guerra civile” fra compagni scegliendo la sobrietà e procedendo “senza curar di loro” e senza più nominarli nei grandi popolosi comizi. Non va sottaciuto ovviamente il doloroso trauma della scissione che ha lasciato sul terreno circa il 10 per cento delle tessere di partito restituite da più di 3000 membri, mentre è stata dimezzata l’organizzazione giovanile di Syriza. In più va sottolineato che la percentuale degli abbandoni fra i quadri medio-alti del partito è stata anche più alta e che la minoranza che ha capeggiato la scissione non rappresentava l’ala sinistra del partito, come viene comunemente purtroppo riportato. Costituiva piuttosto un gruppo ideologizzato del partito ampiamente dimostratosi tale  durante la campagna elettorale di Unità Popolare, tutta centrata sulla retorica dei falsi dilemmi del tipo Euro No -Euro Sì , Unione Europea Sì – No , Euro o Dracma, quando poi il vero problema non è quale moneta nè se stare o uscire dall’ Unione Europea ma se accettare o meno di combattere il modello socio-economico del neoliberismo stando al governo nonostante le mille contraddizioni da gestire. Un contesto quindi molto insidioso dentro cui hanno dovuto  districarsi Syriza ma soprattutto Tsipras, questa volta avendo contro non solo l’intero establishment della Grecia conservatrice che controlla partiti, mass media, economia e Stato, ma anche parte del proprio partito che evidentemente considera il processo del mutamento sociale non un processo ma un vuoto da colmare riempendolo con rigide ricette dottrinali. L’ azzardo di Tsipras ai limiti della “follia solitaria” di chiedere la terza consultazione popolare in otto mesi si basava su una poderosa convinzione confessata in un’intervista alla radio del partito poche ore prima di formalizzare le sue dimissioni poi risultata vincente: la maggioranza del popolo greco era più matura e consapevole di quanto si potesse pensare e “più avanti” del governo dimissionario del parlamento sciolto e del partito stesso. Tsipras e i compagni vicini a lui da attenti conoscitori della realtà sociale del loro paese hanno scommesso sulla maturità di un blocco sociale maggioritario del centrosinistra consapevole della sfida. Ecco perchè ha vinto Syriza nonostante la scissione. In Italia molti attivisti della sinistra specie extraparlamentare hanno sottoscritto un appello Nomemorandum e a favore di Unità Popolare e contro Syriza e Tsipras.  Si tratta di un pamphlet ideologico basato su convinzioni politiche astratte, in cui in centinaia purtroppo si schierano su un film che non hanno visto, come se la lotta politica potesse mai consentire di partecipare senza cognizione di causa. Ci sono state tante firme, moltiplicate grazie anche alle nuove tecnologie, di  persone che non conoscono minimamente i fatti ma che firmano per  un atto di fede,  cosa assurda che sfiora il ridicolo. “Grave, ma  non  seria”, direbbe Ennio Flaiano. La responsabilità maggiore grava ovviamente sui redattori e primi firmatari supponenti presunti detentori della verità che sentenziano non tanto sulla base della dialettica politica in atto di una realtà sociale greca che evidentemente ignorano ma secondo i loro schemi mentali precostituiti sul cambiamento sociale a cui la realtà dovrà conformarsi. Unità Popolare, guidata per lo più da un ceto politico che come tale si comportava anche all’interno di Syriza,  aveva scambiato il “successo” della scissione del partito con un analogo consenso nella società: un delirio ideologico sintomatico dei settari. Personalmente avevo previsto, nell’intervista del 30 agosto al vostro giornale, che alle elezioni “il danno a Syriza da parte di Unità Popolare  sarebbe stato minimo” come fortunatamente è avvenuto. Salerno come risponde invece all’appello di Tsipras di solidarietà internazionale al suo paese? Vi anticipo, in qualità di rappresentante della costituenda associazione politico-culturale IPAZIA, che in collaborazione con la Comunità Ellenica, è in corso di preparazione un evento straordinario a sostegno del popolo greco: avremo come ospite Stathis Panagoulis deputato appena rieletto di Syriza, fratello di Alekos  Panagoulis, l‘eroe della resistenza greca contro la dittatura dei colonelli, amato da Oriani Fallaci che gli dedicò il volume Un Uomo,  contribuendo alla diffusione della sua fama in Italia. Alekos, a 40 anni dalla sua morte avvenuta il primo maggio del ‘76 in un “misterioso” incidente automobilistico, tornerà vivo nella nostra città con la sua Lezione di Democrazia.    Per l’occasione sarà allestita anche una mostra, con documenti custoditi presso l’Archivio di Stato di Napoli, sui 500 anni di storia dei Greci in Campania mentre l’amministrazione comunale si è pronunciata disponibile ad offrire sostegno e supporto logistico per la celebrazione migliore dell’evento.