Un documentario su aviatore caduto a Montevergine e sepolto al Salerno War Cemetery - Le Cronache
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Un documentario su aviatore caduto a Montevergine e sepolto al Salerno War Cemetery

Un documentario su aviatore caduto a Montevergine e sepolto al Salerno War Cemetery

L’Archivio di Stato di Salerno e l’associazione SALERNO 1943 presentano il documentario di Vincenzo Campitiello e Letizia Musacchia “A soldier of the second world war” con Massimo Pagano. Una produzione Indigo.

Il documentario racconta la vicenda di Cornelius Cecil Geldard, un’aviatore sudafricano precipitato durante la seconda guerra mondiale nei pressi del monastero di Montevergine e sepolto nel cimitero del Commonwealth di Salerno.

La ricostruzione della storia operata dai volontari di Salerno 1943 prende avvio dall’identificazione del punto di impatto del velivolo ritrovato grazie alla preziosa collaborazione di Vittorio De Maio e Mario Dello Russo di Mercogliano. Sul posto è stato rinvenuto un frammento di fusoliera con una sigla incompleta “JF 8_9”.

Si tratta della matricola dell’aereo che veniva dipinta sul lato esterno del velivolo. Spulciando negli archivi della Royal Air Force i ricercatori hanno verificato se fra tutti gli Spitfire con la targa fra JF 809 e JF 899 ve ne fosse uno che potesse essere caduto in Campania. Arrivati al velivolo JF 879 hanno appreso che esso era precipitato in Irpinia durante un test aereo il 30 marzo del 1944. L’aereo era in forza al 601° squadrone del Comando Aereo Nordafricano.

Presumendo che il pilota fosse stato sepolto al Salerno War Cemetery, il presidente di Salerno 1943, Luigi Fortunato, ha preso a spulciare il registro dei 1846 soldati lì sepolti. Arrivato alla lettera G ha appurato relativamente al pilota C. C. Geldard, matricola 207319V, che egli prestava servizio presso il 601° Squadrone RAF e che era deceduto il 30\03\1944. Era lui lo sfortunato aviatore alla guida dell’aereo.

Grazie all’aiuto di Roy Neighbour i ricercatori hanno rintracciato una nipote del pilota, Rosalie Hoek, che è stata davvero felice di fornire informazioni sul fratello di suo padre. Grazie alla sua gentile disponibilità si è saputo che Cornelius Cecil Geldard, Chips per gli amici e la famiglia, era nato nel 1912 a Carolina, un minuscolo borgo agricolo nei pressi di Johannesburg nel Transvaal in Sudafrica, da Herbert e Martha Geldard.

Trascorse gli anni della sua gioventù nella fattoria che i suoi genitori avevano chiamato “Acque Ridenti” e quando scoppiò la seconda guerra mondiale si arruolò insieme al fratello Albert nell’aviazione sudafricana. Fu in seguito assegnato al 601° Squadrone della RAF che si era già distinto nella battaglia d’Inghilterra e in seguito aveva operato in Nord Africa per poi trasferirsi in Italia dopo lo sbarco a Salerno.

La mattina del 30 marzo 1944 le condizioni del tempo erano pessime e nessun aereo alleato si alzò in volo per missioni a parte quello di Geldard che decollò dall’aeroporto di Marcianise per effettuare un test. Non ci è dato sapere per quale motivo esso sia precipitato. Possiamo solo immaginare che le cattive condizioni meteorologiche abbiano provocato un’avaria al motore causando lo schianto contro la cima del Partenio. Passarono delle settimane prima che si scoprisse il tragico incidente e la famiglia, fino a quel momento in pena per la sorte del loro congiunto ma con un minimo di speranza visto che era stato dato per disperso, fosse informata della morte del loro caro Chips. Nel febbraio del 1945 un ufficiale del 601° Squadrone, il capitano Rogaly, si recò presso il cimitero di guerra di Salerno che allora era ancora in fase di allestimento e scattò una foto della tomba provvisoria del tenente Geldard che poi inviò insieme ad una commovente lettera a sua madre. Anni dopo la povera donna affrontò il lungo viaggio dal Sudafrica a Salerno per venire a visitare la tomba del figlio.

Il documentario realizzato da Vincenzo Campitiello e Letizia Musacchia è imperniato proprio sulla lettera del capitano Rogaly. Quando gli autori hanno appreso della storia legata ad una delle oltre 1800 tombe del cimitero davanti al quale, vivendo a Battipaglia, passano quasi ogni giorno, hanno deciso di realizzare a proprie spese il documentario per rendere omaggio ai tanti ragazzi lì sepolti che oltre 70 anni fa lasciarono la propia casa per venire in Italia a combattere una guerra che forse nemmeno gli apparteneva.

Grazie alla squisita disponibilità della direttrice dell’Archivio di Stato di Salerno, la dottoressa Eugenia Granito, la prima del documentario verrà proiettata nel salone Bilotti della struttura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali situata in piazza Abate Conforti a Salerno. La struttura ospita da anni nella cappella di San Ludovico un’esposizione permanente dei reperti e delle storie ricostruite dall’associazione Salerno 1943. La proiezione si terrà sabato 20 febbraio alle ore 10,00. Interverrà anche Angelo Pesce, autorevole storico dell’operazione Avalanche, lo sbarco a Salerno del 9 settembre 1943. Come per tutte le iniziative di Salerno 1943 l’ingresso è libero. Per l’occasione verranno esposti alcuni frammenti del velivolo di Cornelius e saranno lette dall’attore Massimo Pagano alcuni scritti dei militari sepolti al cimitero del Commonwealth di Salerno. E’ prevista la presenza di qualche scolaresca. A tal proposito il presidente dell’associazione salernitana, Luigi Fortunato, tiene a rammentare che il suo gruppo di volontari è sempre ben lieto di recarsi gratuitamente nelle scuole che ne faranno richiesta per illustrare i ritrovamenti effettuati e le vicende ricostruite.