Un 25 aprile senza banda - Le Cronache
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Un 25 aprile senza banda

Un 25 aprile senza banda

Questa data segna, in genere, il taglio del nastro della stagione delle formazioni bandistiche, dopo i riti del Venerdì Santo, ma quest’anno un grande Tacet. Abbiamo incontrato il “bombardino” e patron dello Storico Concerto Bandistico Città di Minori

Di OLGA CHIEFFI

Il 25 aprile Festa della Liberazione e San Marco è la data che inaugura, in genere, la stagione delle bande di giro, ovvero, feste, processioni, matinée, servizio di piazza serali. Serrati i teatri, il corona virus ha stroncato anche questo settore. Ieri, niente palchi nelle piazze e quei programmi capaci di sintetizzare, la storia d’Italia dal Risorgimento alla Liberazione del.1945: dalla nostalgica “O Bella ciao”, colonna sonora della Resistenza, soprattutto emiliana, fra l’Appennino bolognese e le zone della Repubblica partigiana di Montefiorino. La musica, di autore sconosciuto, viene fatta risalire alla melodia di un canto ottocentesco delle mondine padane, con influenze di altri canti come “Fior di tomba” e “Picchia picchia la porticella”, mentre una seconda derivazione fa retrodatare le radici della canzone ad una ballata francese del Cinquecento, che seppur mutata leggermente ad ogni passaggio geografico, sarebbe stata assorbita dapprima nella tradizione piemontese con il titolo di La daré d’côla môntagna, poi in quella trentina con il titolo di Il fiore di Teresina, poi in quella veneta, con il titolo Stamattina mi sono alzata, successivamente nei canti delle mondariso e infine in quelli dei partigiani, all’ inno di Mameli, “Vette d’ Abruzzo”, legata al nome di Adolfo Di Zenzo, una pagina dal doppio significato, riferito sia alla guerriglia partigiana in montagna, con la strage compiuta ad Onna l’11 giugno 1944 da militari tedeschi in ritirata, due giorni prima della liberazione dell’Aquila, sia al ricordo del recente terremoto, che ha distrutto quelle zone, passando in genere allo sbarco alleato del 1943, anche musicalmente, con le squadrette americane che sfilavano per via Roma, per poi “swingare”, di sera, distribuiti in piccole formazioni, nei clubs a loro riservati, con la “Semper fidelis March” l’inno dell’ US Marine Corps, firmata da John Philip Sousa, “Star & Stripes forever”, magnum opus di Sousa, con il suo famoso trio e l’obbligato riservato all’ottavino, senza dimenticare “La leggenda del Piave”, una pagina che accorpa in un unico ricordo, il numero altissimo di caduti di tutte le guerre, assunti nella fiamma patriottica della lotta di liberazione. Da quel 25 aprile al 1 maggio poi, in giro per le piazze ad evocare Violette, Gilde e Mimì, tra i gong di Turandot e i colpi di piatti dell’Ouverture della Carmen, in un allegro marciare attraverso le melodie dei grandi maestri quali Ligonzo, Abbate, Piantoni, Orsomando, Centofanti, Ippolito Marchesiello, tanti altri che vanno a comporre i cosiddetti “libretti”. “Io avrei dovuto iniziare la stagione il 10 aprile, venerdì santo – afferma Gioacchino Mansi, “bombardino”  e  patron dello Storico Concerto Bandistico Città di Minori -, quindi il lunedì di Pasqua e la domenica successiva, concerto a Ravello, ma credo salterà tutto, sino al 29 giugno giorno di San Pietro e Paolo. Per molti di noi è stato straziante non poter esordire il  Venerdì Santo a Minori. E’, infatti, un rituale centenario che in quella occasione si  lancino in banda i nuovi entrati, solitamente allievi della scuola di musica della banda, al loro debutto ufficiale,  proprio in casa, durante la processione più sentita dai minoresi. Infatti, l’amministrazione comunale conoscendo i sentimenti dei cittadini, ha mandato in filodiffusione i canti dei Battenti il giovedì pomeriggio ed il venerdì mattina negli orari che di solito si spendevano per tutto il paese e la sera del venerdì nell’ora della processione ha trasmesso “Sento l’amaro pianto”, attribuito al musicologo amalfitano Antonio Tirabassi, eseguito dalla banda e il coro di Minori. Poichè in Costiera la maggior parte degli impegni è proprio a giugno, ho calcolato che verrà annullata almeno metà della stagione artistica. Spero di sbagliarmi e iniziare magari a maggio, ma dipende da quando daranno l’autorizzazione a popolare, seppure a distanza controllata, le piazze. In Costiera le feste in calendario sono programmate ora, tra l’altro, il problema è che sta saltando il periodo che era dedicato alle prove, fondamentale per diversificare il programma e per migliorarci, giornate di studio irrecuperabili successivamente, quando si dovrà suonare e viaggiare. Le note veramente dolenti sono per quelle bande che hanno grosse spese di partenza come pullman, camion, assicurazione, bollo, revisioni ecc. E’ d’uso trattenere le prime giornate di paga dei musicanti per avviare il tutto, ma se la stagione si avvierà con ritardo, e lavoreranno la metà  non potranno chiedere troppi sacrifici. So di qualche  banda che sta valutando di non partire proprio e pensare direttamente al 2021. Per quanto mi riguarda, noi non appena ne avremo la possibilità saremo subito operativi, semplicemente perché siamo una piccola realtà che non ha cambiato neanche  un’elemento rispetto alla scorsa estate quindi l’amalgama c’è sempre”.