Umberto De Rosa: vive su una carrozzina L’Inps gli nega la pensione di accompagnamento - Le Cronache
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Umberto De Rosa: vive su una carrozzina L’Inps gli nega la pensione di accompagnamento

Umberto De Rosa: vive su una carrozzina L’Inps gli nega la pensione di accompagnamento

Erika Noschese

Ancora una storia di abbandono. Stavolta, però, da parte delle Istituzioni e dell’Inps che non concede, a chi ne avrebbe diritto, la pensione di accompagnamento per far fronte alle emergenze, quando la vita ti mette di fronte all’ennesima prova da superare. Si può riassumere così la storia di Umberto De Rosa, con gravi problemi di salute che non può più vivere senza un sussidio concreto da parte di chi è preposto a farlo. Umberto è ormai sulla sedie a rotelle, a causa della sclerosi multipla che non gli ha dato scampo. Il padre e la madre, ormai 80enni, devono provvedere ai suoi bisogni, metterlo a letto perchè non possono permettersi una donna che gli stia accanto, aiutandolo ad essere più autonomo e – cosa ancor più grave – senza alcun aiuto economico. L’Inps, infatti, dopo 4 anni di richieste non prese minimamente in considerazione, ha rigettato la sua richiesta non concedendogli di fatto la pensione di accompagnamento. Eppure Umberto è invalido al 100% e la sua famiglia per quanto tenti di non fargli mancare nulla non sembra essere in grado di sopperire a tutte le spese mediche, ragion per cui si sono rivolti all’Inps. Nonostante tutte le pratiche presentate, però, nulla è cambiato: 4 anni di battaglie per poi ottenere un sonoro rifiuto che ha dato vita ad un iter giudiziario lungo e dal percorso totalmente in salita: ad Umberto non spetta l’accompagnamento. Il perchè non è mai stato reso noto eppure non è il primo caso in provincia di Salerno. Mesi fa, proprio attraverso Le Cronache, la storia di un uomo quasi del tutto cieco a cui le istituzioni avevano sbattuto le porte in faccia.In quell’occasione, colpevole era l’Asl di Salerno che si ostinava a non procedere con il pass per disabili. Insomma, cambiano gli scenari ma la storia sembra essere la stessa: bisogna lottare per dei diritti che dovrebbero invece essere riconosciuti senza tentennamenti ma ancora così non è e presto o tardi Salerno potrebbe trasformarsi nella città con un ennesimo triste privato: quella dei diritti negati alle persone invalide, senza un perchè, senza che nessuno se ne faccia realmente carico, senza che nessuno dia vita ad una vera e propria battaglia affinché episodi del genere non si verifichino più. Siamo ancora ben lontani da tutto questo e allora non resta altro da fare che sperare in un futuro diverso, per tutti. Soprattutto per chi non ha voce, per chi non dovrebbe neanche dar vita ad una battaglia di diritti e doveri. Soprattutto per chi è già costretto a subire il tiro mancino che la vita gli ha riservato.