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Uccise la rivale e occultò il corpo Chiesto l’ergastolo per la Dipino

Pina Ferro
Ergastolo per Vincenza Dipino (nella foto), la 57enne reo confessa dell’omicidio della 48enne Patrizia Attruia avvenuto nel 2015 a Ravello: questa la richiesta del pubblico ministero Cristina Giusti ai giudici della Corte d’Assise di Salerno. Vittima e carnefice pare fossero innamorate dello stesso uomo anche egli finito in manette, nel gennaio scorso, per concorso in omicidio. La Giusti qualche settimana fa aveva anche mutato il capo d’imputazione per la Dipino in omicidio volontario. Nelle ore immediatamente successive all’omicidio ed all’occultamento del cadavere della donna in una cassapanca la Dipino raccontò di aver aperto le porte della sua casa, dopo essere rimasta orfana della madre adottiva, all’Attruia e al compagno, Giuseppe Lima, dal momento che i due avevano problemi economici. Entrambi erano lavoratori occasionali. Patrizia Attruia si era trasferita da qualche anno nel comune della Costiera Amalfitana per amore di Giuseppe Lima il quale aveva alle spalle un precedente matrimonio. Patrizia Attruia, secondo quanto riferito, rimproverava alla donna di essere eccessivamente premurosa nei confronti del suo uomo. La morte, così come accertato in sede di indagine, sarebbe avvenuta dopo una lite, probabilmente per motivi passionali. E secondo le risultanze medico legali potrebbe essere avvenuta addirittura prima del 27 marzo 2015, giorno in cui venne rinvenuto il cadavere all’interno di una cassapanca dopo l’allarme lanciato da un funzionario del comune di Ravello a cui poco prima Lima telefonò per comunicargli il decesso della sua compagna e chiedergli consigli su come comportarsi.