Tragedia al Da Vinci-Genovesi: Melissa muore dinanzi ai compagni di classe - Le Cronache
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Tragedia al Da Vinci-Genovesi: Melissa muore dinanzi ai compagni di classe

Tragedia al Da Vinci-Genovesi: Melissa muore dinanzi ai compagni di classe

di Erika Noschese

«Mi sono accorta che stava male ma non ho fatto in tempo a soccorrerla prima che cadesse». E’ il racconto straziante di Teresa Marino la professoressa di matematica che ha visto morire dinanzi ai suoi occhi Melissa La Rocca. La giovane studentessa dell’istituto Da Vinci-Genovesi di via Sichelgaita era alla lavagna. La professoressa Marino aveva spiegato degli esercizi e come era solita fare ha chiamato alla lavagna gli alunni per lo svolgimento. Era stato prima il turno di due compagne di classe poi la docente di matematica ha chiamato alla lavagna Melissa per la verifica. «Io ero in classe, stavo facendo lezione – racconta la docente, ancora sconvolta per quanto accaduto – Avevo fatto degli esercizi alla lavagna e come al solito chiamo i ragazzi a fare la verifica. Ho chiamato prima altre due ragazze della classe e poi lei (riferito a Melissa ndr); aveva scritto l’esercizio alla lavagna e lo stava svolgendo ma all’improvviso si è girata e ha toccato la cattedra». E’ in quel momento che si verifica la tragedia. La 16enne originaria di San Mango Piemonte accusa un malore: «Professoressa…», avrebbe detto rivolgendosi alla sua insegnante. Poi il silenzio. Solo pochi secondi. Tanto basta alla terza F – la classec della giovane salernitana – per comprendere che qualcosa non va per il verso giusto. «Mi sono resa conto che stava male ma non ho fatto in tempo a soccorrerla prima che cadesse. Mi sono accorta che era svenuta e ho detto ai ragazzi di chiamare il 118 – ha raccontato ancora la professoressa Teresa Marino – Io e una studentessa le abbiamo alzato le gambe, chi la schiaffeggiava in faccia, chi le buttava acqua fresca in volto, chi le toccava l’orecchio». Gli alunni hanno tentanto di rianimarla insieme alla professoressa. Solo 15 minuti e l’ambulanza della Croce Rossa ha raggiunto l’istituto scolastico. A quel punto, alunni e docente hanno lasciato che a tentare di salvare la vita della giovane studentessa, amante della matematica, fossero i medici del 118 che hanno tentato di rianimarla per circa 30 minuti. «Sarà difficile per me rientrare in quella classe, stiamo malissimo. Era una bella ragazza, studiosa, molto preparata in matematica. Mi chiedeva di aiutarla negli esercizi che non sapeva fare», ha raccontato ancora la professoressa. Melissa era molto amata dai suoi compagni di banco e dagli amici di San Mango Piemonte. «Non so cosa voleva fare da grande ma era molto brava in matematica. Piano piano, insieme, supereremo questa tragedia, con qualche ricordo», ha poi aggiunto la Marino. La scuola d’improvviso è piombata nel silenzio. Genitori che, con le lacrime agli occhi, andavano a ritirare i loro figli, visibilmente provati per l’accaduto. «Non si può morire così, è una tragedia», hanno dichiarato alcuni genitori che hanno appreso la notizia tramite i loro figli. Sotto shock anche gli altri docenti dell’istituto scolastico. “Siamo tutti sgomenti per la fine improvvisa di Melissa avvenuta stamattina (ieri per chi legge ndr) davanti ai vostri occhi”, ha scritto il dirigente scolastico. Intanto, questa mattina, alle ore 8.15 professori ed alunni delle classi 3 e 4 della sezione F si riuniranno presso la biblioteca del Genovesi per incontrare la dottoressa Rispoli, psicologa dell’Asl, “per aiutarci ad affrontare questo momento traumatico”, come riferisce la scuola.

Domani l’esame diagnostico 

Erano le 9 del mattino di quello che doveva essere un lunedì qualsiasi. Alla prima ora, la lezione di matematica per gli studenti della terza F. La docente Teresa Marino ha spiegato degli esercizi e ai ragazzi spettava svolgerli alla lavagna. Due compagne di classe poi toccava a Melissa. Era alla lavagna, preparata come sempre nella materia che tanto le piaceva. Solo pochi istanti, il tempo – forse – di comprendere che qualcosa non andava. Melissa si è rivolta alla professoressa, poi è caduta a terra, inerme. Hanno provato a rianimarla, dapprima i compagni di classe e la professoressa, poi i medici del 118 per circa trenta minuti. Il suo cuore ha smesso di battere, troppo presto. Arresto cardiocircolatorio è stato scritto sulla cartella clinica dopo che il feretro è stato portato all’obitorio del Ruggi d’Aragona. Sul posti gli uomini della Squadra Mobile guidati da Marcello Castello, i Carabinieri e il Pm Maria Benincasa. Alle 12.35 il corpo senza vita della 16enne ha lasciato l’istituto scolastico. I genitori, il fratello, gli zii: sul loro volto la disperazione. L’autorità giudiziaria non aveva disposto l’autopisa, tanto da liberare la salma e restituirla ai familiari. Ma i medici del Ruggi hanno consigliato ai genitori, Vinicio e Maddalena, di effettuare un esame diagnostico per scongiurare il rischio di un problema congenito. Questa mattina sarà affidato l’incarico al medico legale e all’anatomopatologo che domani mattina effettueranno il riscontro diagnostico sul corpo della 16enne. “Adesso che non ci sei più lasci un vuoto incolmabile nel mio cuore e nella tua famiglia ma sappiamo che tu sarai l’angelo che veglierà su di noi e ci sarai sempre accanto con il tuo dolce ricordo. Per sempre nei nostri cuori”, ha scritto una compagna di classe, sul profilo facebook della 16enne. “Mi piace salutarti così! Eri una bambina bellissima, una splendida ragazza e saresti diventata una donna stupenda. Sei stata per tanto tempo la gioia e la felicità della nostra casa. La vita è ingiusta! Ti ho voluto troppo bene e te ne vorrò sempre. Non è giusto che tu sia andata via! Non posso credere che quando passerò davanti alla tua porta non potrò più vederti uscire e non ti vedrò più sorridere dicendo: Ale. Non è giusto!”, ha scritto Alessandro, un parente della giovane.

IL PRESIDE NICOLA ANNUNZIATA: «E’ stato un momento terribile, il tempo non passava. Non so cosa faremo»

«Di questa giornata rimane il tempo trascorso davanti alla porta mentre i medici cercavano di rianimarla». Nicola Annunziata, dirigente scolastico dell’istituto non riesce a spiegarsi il perchè di questa tragedia che ha colpito, per la seconda volta in pochi mesi, la sua scuola. A fatica avevano superato la morte di Vincenzo Senatore, il giovane morto – a bordo del suo motorino – in via Croce la notte tra il 14 e 15 settembre quando il destino crudele si è nuovamente scagliato contro. «E’ difficilissimo spiegare come una ragazza di quest’età possa morire così, da un giorno all’altro. Questa ragazza è crollata per terra e non si è più rialzata. Io non ho un modo per spiegarlo ai ragazzi – ha dichiarato il dirigente scolastico – Sono cose di cui non c’era una particolare evidenza, neanche i genitori aveva sentore di qualcosa di particolare». Una giornata che difficilmente verrà dimenticata. «Di questa giornata rimane il tempo trascorso davanti alla porta mentre i medici cercavano di rianimarla, mi è sembrato interminabile. Una mezz’ora sarà stato ma era interminabile, da lì non usciva nessuno e noi fuori che avevamo capito che le cose non andavano. I genitori ancora non c’erano, per me è stato un momento terribile», ha spiegato il professore Annunziata che ha ricordato Vincenzo Senatore: «Questa era la classe dov’era stato il ragazzo lo scorso anno e che quest’anno ha avuto l’incidente in moto. L’anno scorso era in questa classe, quest’anno aveva cambiato ma erano i suoi compagni». Docenti e dirigente scolastico ora avranno il duro compito di parlare agli stidenti e di tentare di spiegare loro l’accaduto. «Oggi (ieri per chi legge ndr) le lezioni sono andate avanti per inerzia ma non è stato facile per nessuno. Dal punto di vista giudiziario è stato tutto aperto ma francamente non ho proprio pensato a cosa faremo domani».

DON MAURIZIO PATRICIELLO: «Ingiusto morire a 16 anni. Ingiusta è la morte stessa»

«È ingiusto morire a sedici anni. Per la verità è ingiusto morire anche a trenta o quarant’anni. Ingiusta, per dirla tutta, è la morte stessa». Parole toccanti, profonde quelle espresse da don Maurizio Patriciello, il parroco della Terra dei Fuochi che – su L’Avvenire – ha commentato la morte della 16enne di San Mango Piemonte. Una lunga lettera in cui si chiede quali siano le parole più giuste per «tentare di lenire il dolore immenso che ha invaso il cuore dei genitori». «Lunedì mattina, Melissa si è svegliata e preparata per andare a scuola come tanti suoi coetanei. Nella sua mente ancora il sapore della bella serata passata con gli amici domenica. Niente avrebbe fatto prevedere che quel giorno sarebbe stato l’ultimo della sua breve vita. E adesso? Gesù, davanti alla salma di una fanciulla morta, esclama: “Non è morta, ma dorme”. Dorme? Impossibile. E si misero a deriderlo. Non facciamo lo stesso errore», ha scritto ancora don Maurizio. «Lasciatela riposare, accompagnatela con la vostra preghiera, il terzo giorno risorgerà. La fede ci sfida. Ma sono queste le uniche parole in grado di consolare i cuori affranti dall’improvvisa morte di Melissa. Com’è bello credere che la morte non l’ha annientata ma trasportata in un mondo migliore», ha poi scritto ancora don Maurizio su L’Avvenire, chiedendo a tutti di avere fede e di pregare. «Un altro angelo volato in cielo, Melissa aveva appena 16 anni, amava studiare, amava la vita… È morta questa mattina in classe, a causa di un malore, davanti all’insegnate e ai compagni. La vita è un soffio, viviamo ogni giorno come se fosse il primo e l’ultimo. Dio la accolga nella sua gloria», ha dichiarato don Luigi Merola, fondatore de A’voce d’é creature.

IL CORDOGLIO DELL’AMMINISTRAZIONE

De Luca: «Sconvolge questa tragedia, ci stringiamo ai familiari di Melissa»

«Sconvolge questa tragedia. Ci stringiamo ai familiari di Melissa, per i quali le parole appaiono sempre inadeguate». Lo ha dichiarato il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca che ha espresso parole di cordoglio per la morte della 16enne di San Mango Piemonte. A esprimere dolore e sgomento anche il sindaco Vincenzo Napoli: «Dolore e sgomento per la scomparsa di Melissa, la giovanissima studentessa morta mentre era in classe al Genovesi-Da Vinci. Esprimo a nome mio, della Civica Amministrazione e di tutta la comunità salernitana il più profondo cordoglio e la vicinanza ai suoi familiari, ai compagni di classe, ai docenti e al personale scolastico colpiti da questa immane tragedia».