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Tommaso Biamonte e il bisogno di libertà

Nell’ ottavo anniversario della sua scomparsa, oggi, alle ore 19, nella chiesa della SS. Annunziata, sarà celebrata una Messa per ricordare la sua figura
Di OLGA CHIEFFI
Sono trascorsi otto anni dalla scomparsa di Tommaso Biamonte ex Deputato PCI, da quel 28 agosto del 2010. Tommaso, fu un combattente della Resistenza, protagonista del movimento contadino, consigliere comunale di Salerno, deputato comunista dal ’68 al ’79, ed anche Sindaco di Amalfi. Con lui è scomparso uno degli ultimi Comunisti, fiero di esserlo, combattente, onesto, irriducibile, generoso nelle battaglie che conduceva. Biamonte, amico e compagno degli Amendola ed in particolare di Pietro Amendola, di Abdon Alinovi, di Antonio Cassese, di Ninì Di Marino, apparteneva a quella classe dirigente che ha fondato i grandi partiti di massa a Salerno e in Campania nell’immediato dopoguerra. Tommaso ha, fino alla fine, mantenuto un dialogo aperto con tutti, non limitandosi mai ad una ricostruzione asettica delle vicende politiche vissute in prima persona, ma continuando viceversa il tentativo di racconto intenso e partecipe del proprio vissuto innanzitutto umano, attraverso un’analisi retrospettiva, non scevra peraltro da nette autocritiche, tenute insieme da curiosità culturale, sensibilità sociale e riflessione politica. Tommaso, ha sempre avvertito l’esigenza di un salto, prima di tutto nel linguaggio e nelle relazioni. Nella politica è questo che lo ha sempre coinvolto: nella vita umana le leggi contano, e dunque l’attività legislativa è importante, non può essere sottovalutata. Ma c’è un di più nella politica che è comunicazione, relazione. Le realtà, vuoi soggettive, vuoi di relazione, si affermano complesse, producono complessità e come complessità agiscono. Dar conto della complessità: tale, è il compito della politica, che sia intesa a “esprimere un allargamento dell’esistere” e si faccia dunque capace di articolare una praxis che determini le condizioni di allargamento dell’esistere, ovvero di espansione delle libertà. Il proposito, meglio forse dire il programma, inteso ad affermare ed estendere e qualitativamente incrementare i margini di libertà, non sta, è privo di efficacia se non foggia lo strumento operativo idoneo al suo conseguimento. Tommaso ha dedicato nel corso degli anni, nella pratica dell’impegno attivo, una cospicua parte delle sue energie a rendere il partito comunista un dispositivo adeguato a dar conto della complessità, nella situazione storicamente determinata dell’Italia repubblicana, dentro la regola e nello spirito della Costituzione. Questa sera, alle ore 19, Don Claudio Raimondo, guida spirituale della parrocchia della SS.Annunziata, celebrerà la Santa Messa per ricordare la sua figura di uomo buono.