Cambiano le regole interne al movimento 5 Stelle per le amministrative dopo il voto di Rousseau del 13 e 14 agosto scorso. Gli iscritti al Movimento 5 Stelle hanno deliberato che il consigliere comunale non va conteggiato nei due mandati spendibili all’interno del movimento pentastellato, ma è mandato “zero”, e allo stesso tempo le liste alle elezioni comunali potranno coalizzarsi non soltanto con le liste civiche, ma anche con i partiti. Era molto tempo che il movimento 5 stelle contava un evidente calo di candidati alle amministrative. Basti pensare che alla lista provinciale per le elezioni regionali di Salerno nel 2015 parteciparono 139 candidati per 9 posti, nel 2020 i candidati sono stati molto pochi. Mancano le cosiddette liste certificate alle comunali , sempre di meno, dunque occorreva provare una via diversa, pena il ridimensionamento del MoVimento 5 stelle alle amministrative. Probabilmente si è voluta usare la popolare figura della sindaca di Roma Virginia Raggi e il fatto che non potesse più candidarsi con le regole vecchie, per fare si che alle amministrative i candidati possano avere il più largo specchio possibile di manovra, senza limiti e legacci regolamentari interni. Oggi il mandato non conta e ci si può addirittura presentare in coalizione con chiunque, probabilmente anche con il sindaco uscente. Questa novità, però porta non solo meno vincoli per candidarsi alle comunali, ma anche una serie di problemi non di piccolo conto, in particolare due problemi su tutti. Innanzitutto bisognerà convincere il “fronte del no” a fargli capire che questa modifica di metodo sia “buona e giusta” e mettere a tacere le tante voci che si sono dette contro le alleanze e il mandato zero. Alcuni esempi, Nicola Morra, Senatore del M5S scrive “Se i valori sono saldi, si possono anche mutare le regole. Ma i valori devono essere saldi” la proposta di Morra è di chiedere meno emolumenti ai politici e maggiori strumenti di decisione in mano ai cittadini di Democrazia Partecipata. La candidata al consiglio regionale Maria Muscarà si esprime chiaramente per i due “NO” al recente quesito: “Uno dei cardini del M5S è la temporaneità della durata del portavoce. Due mandati e poi si torna al proprio lavoro o ci si mette a cercare un lavoro. Dieci anni sono tanti e ipotecano una carriera lavorativa. Andare oltre i 10 significa che la carriera politica si è trasformata in carriera lavorativa.”Anche il Candidato alla regione in provincia di Salerno Francesco Virtuoso ha dichiarato a Cronache di essere per il “SI” sul mandato zero e per il “NO” in riguardo alle alleanze. Ma la discussione non è stata soltanto un argomento per eletti o candidati, anche gli attivisti si sono espressi:”in Umbria alle regionali siamo scesi al 7% per via dell’accordo e la coalizione ha perso. In Calabria la coalizione con la lista civica ci ha portati a non avere rappresentanza in consiglio regionale, mentre da soli con la soglia al 4 entravamo facilmente. Per essere pragmatici gli iscritti a Rousseau dovrebbero informarsi e sapere di cosa parliamo”, Sentenzia Giacinto Chirichella decisamente deluso dai risultati del voto. Tra i portavoce salernitani, Angelo Tofalo invece aveva postato un invito al “SI” prima della votazione, aggiungendo una foto di Virginia Raggi. All’indomani della votazione scrive “Da oggi possiamo finalmente incidere con maggiore forza nei comuni dando così risposte sempre più puntuali e pronte ai cittadini.” Il sentimento negativo sulla vittoria del “SI” si è diffuso proprio tra gli attivisti più fattivi, che credono che si tratti dell’anticamera per altre trasformazioni, ad esempio la trasformazione in professionisti dei parlamentari che erano entrati “nel palazzo” per rendere gli eletti sostanzialmente inutili. La seconda problematica irrisolta è il fatto che oggi la lista del movimento 5 stelle ha un ampio ventaglio di possibilità. Potrà allearsi con i partiti o con liste civiche, il che richiede una capacità di analisi nel dover scegliere se allearsi con la maggioranza, se andare da soli come tradizione o se allearsi con i partiti dell’opposizione. La maggiore libertà non porta necessariamente a delle scelte facili, anzi spesso le decisioni sono quelle sbagliate, come è capitato con l’accordo con Salvini a livello nazionale. Ed è proprio quello che potrebbe accadere alle comunali a Salerno nel 2021, bisognerà scegliere se andare da soli, come da tradizione, allearsi con il PD oppure allearsi con la storica opposizione di centro destra per provare a ribaltare i colori della giunta cittadina.
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