Stop alle autorizzazioni: chiudono le Fonderie Pisano - Le Cronache
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Stop alle autorizzazioni: chiudono le Fonderie Pisano

Stop alle autorizzazioni: chiudono le Fonderie Pisano

di Brigida Vicinanza

Nuovo stop per le fonderie Pisano di Salerno. La Regione Campania dopo aver dato parere negativo alla Via-Vi infatti ha di conseguenza sospeso l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) all’opificio di via de’ Greci a Fratte che tra giovedì sera e venerdì mattina ha dovuto chiudere i cancelli ancora una volta, dopo aver ricevuto proprio dalla Regione la comunicazione per la sospensione. “A seguito del parere negativo Via-Vi – si legge nel documento – si è dovuto archiviare il procedimento di riesame dell’Aia. Ritenuto che lo stato dell’impianto al momento del rilascio dell’Aia è sostanzialmente e formalmente mutato nel tempo come attestato dalla necessità di revamping dell’installazione, archiviato a seguito del parere sfavorevole Via, l’Aia deve essere revocata in quanto priva dei requisiti necessari per garantire un livello di protezione ambientale conforme alla normativa Aia, stabilisce l’interruzione dell’attività produttiva e la chiusura dell’installazione consentendo esclusivamente le indispensabili attività di messa in sicurezza degli impianti, con obbligo per la ditta Pisano di presentare a questo ufficio per l’approvazione, entro 60 giorni dalla notifica del presente provvedimento”. Dunque, le Fonderie, dovranno fermare la propria produzione e sarà consentito ai Pisano soltanto la messa in sicurezza degli impianti. Adesso i Pisano avranno 60 giorni per presentare nuovamente ricorso al Tar, come già annunciato dalla stessa società. Proprio Mario Pisano infatti, ieri mattina ha provveduto ad inoltrare una nota, in cui spiegava la questione. “La tesi delle Autorità Competenti è che proprio in seguito al parere negativo sulla Via-Vi – parere pregiudizievole per i nuovi impianti e per gli incrementi di quelli esistenti – si è dovuto procedere all’archiviazione del riesame del nostro progetto di miglioramento delle perfomance ambientali ed al ritiro dell’Autorizzazione ottenuta nel 2012, sebbene siano stati sempre rispettati i valori stabiliti dalla normativa europea e nazionale. Tale risposta è giunta solo 18 mesi dopo avere presentato il nostro progetto di miglioramento dell’impatto – si legge nella nota – ambientale, che non si è potuto realizzare in quanto non autorizzato. Nello stesso tempo, questa situazione ha provocato una serie di osservazioni da parte degli Organi di controllo proprio perché i sopra citati interventi non erano stati messi rapidamente in atto. In pratica ci è stata imposta una procedura non dovuta di fronte alla presentazione di un progetto di miglioramento elaborato da eminenti professionisti apprezzati a livello nazionale ed europeo e finalizzato alla permanenza provvisoria nel sito di Fratte, in attesa della nuova localizzazione di un impianto produttivo all’avanguardia tecnologicamente e con livelli di impatto ambientale molto al di sotto di quanto previsto dalla normativa attuale italiana ed europea. Ciò nonostante, anche in sede di confronto sulla Via-Vi è stata offerta la massima disponibilità per ogni intervento tecnico ritenuto opportuno dalle Autorità Competenti come dimostrano le nostre note documentali. Per tutta risposta ci è stato notificato prima il parere negativo all’istanza Via-Vi e successivamente il decreto di revoca dell’Aia, non tenendo in nessun conto il nostro atteggiamento pienamente – conclude poi Pisano – E’ paradossale che mentre ci apprestavamo a partecipare ad un bando pubblico riferito al territorio regionale relativo agli insediamenti in aree industriali, ci ritroviamo con l’impossibilità di continuare la nostra produzione. Rispetteremo ovviamente la decisione della Regione e abbiamo già spento i forni ed inizieremo a mettere in sicurezza gli impianti con il rammarico che non produrranno più opportunità di lavoro nel nostro territorio. Naturalmente, come prevede la normativa vigente, valuteremo con attenzione in queste ore la proposizione del ricorso giurisdizionale avanti il Tribunale Amministrativo Regionale”.