Stefania Nobili racconta la sua verità - Le Cronache
Capaccio Paestum Giudiziaria

Stefania Nobili racconta la sua verità

Stefania Nobili racconta la sua verità

di Pina Ferro

 

Si è difesa raccontando la sua verità. Stefania Nobili, consigliere comunale di Capaccio Paestum ed ex moglie di Roberto Squecco, lunedì mattina ha risposto a tutte le domande formulate dal sostituto procuratore della Dda Francesca Fittipaldi e dal Giudice per le indagini preliminari Gerardina Romaniello. L’interrogatorio di garanzia, durato circa un’ora si è svolto alla presenza dei legali di fiducia della indagata, agli arresti domiciliari dal 20 gennaio, Mario Turi del foro di Salerno e Riziero Angeletti del foro di Rieti. La Nobili è stata raggiunta da ordine di custodia cautelare ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Croci del Silaro” che ha portato in carcere l’imprenditore capaccese nel settore del trasporto infermi e onoranze funebri, Roberto Squecco. Nel rispondere alle domande di magistrato e Gip, Stefania Nobili ha fornito la propria versione dei fatti in merito ai capi d’imputazione a suo carico. Al termine dell’interrogatorio, i legali hanno chiesto una misura meno afflittiva dei domiciliari. Per gli avvocati le presunte condotte illecite, sarebbero state commesse tempo addietro, e non giustificherebbero la necessità di restrizioni afflittive a carico dell’indagata, che risponde dei reati di intestazione fittizia (Lido Kennedy e Nuova Croce Azzurra Capaccio) e riciclaggio di denaro (Croce Azzurra Agropoli). Anche se il magistrato titolare del fascicolo investigativo pare abbia già espresso parere negativo alla richiesta degli avvocati, il Gip si è riservato di decidere nei prossimi giorni. E sempre nei prossimi giorni dovrebbe arrivare anche la decisione sulla richiesta di sostituire il carcere con altra misura cautelare per Roberto Squecco. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, invece, gli indagati Giuseppina D’Ambrosio (cognata di Squecco) e Giuseppe Pinto, braccio destro dell’imprenditore capaccese finito in carcere: entrambi ai domiciliari dal giorno del blitz, sono assistiti dai legali Angeletti e Turi, i quali hanno comunque chiesto l’attenuazione della misura cautelare in ordine agli stessi motivi espressi per la Nobili. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere anche altri due indagati posti ai domiciliari, ovvero Mario Squecco (nipote di Roberto) e la moglie Elena Vitale, difesi dagli avvocati Antonello Natale e Gaetano Pastore del foro di Salerno. In caso di rigetto, per tutti è stato preannunciato il ricorso al Riesame entro i termini stabiliti. Anche Sorrentino, difeso da Giovanni Annunziata ha fatto scena muta dinanzi al Gip ed al magistrato della direzione distrettuale Antimafia.