SPECIALE TERREMOTO XXXIX La caduta della chiesa di Montecorvino Rovella - Le Cronache
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SPECIALE TERREMOTO XXXIX La caduta della chiesa di Montecorvino Rovella

SPECIALE TERREMOTO XXXIX La caduta della chiesa di Montecorvino Rovella

Ad Memoriam

Di ARMANDO CERZOSIMO

La paura, quella vera, venne dopo. Avevo da poco lasciato, dopo un abbraccio che sembrava non finire mai con chi avevo allora al mio fianco, mentre sotto di noi sembrava che la terra, la strada l’asfalto si aprisse e ci inghiottisse. Il vento feroce aveva fatto ballare i pali della luce e tutto sembrava nero e buio quella maledetta sera, dove le certezze e le illusioni si frantumarono e tutto fu riportato alla reale nostra (mia) essenza. Fragile, ma deciso a non soccombere, impaurito ma non domo. La paura venne dopo, un suono, si un suono che non si dimentica, che resterà sempre nella mia mente, mentre correvo verso la casa dei miei genitori. Il suono, che ti entra in testa e che ti lascia sgomento e atterrito: la caduta della chiesa di Montecorvino Rovella, San Pietro. Il suono di un crollo, di una tragedia, del fiato che non riesce a trasformarsi in voce. La paura, la mia paura era di sapere che quella era anche l’ora che mia madre era in quella chiesa, alle 19,34, lei come tante sue amiche fedeli sarebbero state ad ascoltare la Santa Messa. Ma Nostro Signore mi ha risparmiato questa tragedia, per fortuna quella sera, il nuovo parroco, Don Gerardo Senatore insediatosi da appena un mese a Montecorvino, aveva anticipato di un’ora la celebrazione serale e questo salvò mia madre e tanti altri. Ho fotografato? Si ho fotografato in quei giorni, ma ammetto che a Santomenna il fotografo ha deposto la propria macchina e Armando ha iniziato a scavare, con le mani nude. Niente mi è stato più lieve che sapere che nel rimuovere le macerie possa aver salvato un essere umano.