Sonorità inedite e gioia della musica nel concerto di flauti e ottoni a Sant'Apollonia - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Sonorità inedite e gioia della musica nel concerto di flauti e ottoni a Sant’Apollonia

Sonorità inedite e gioia della musica  nel concerto di flauti e ottoni a Sant’Apollonia

Il quinto appuntamento del Festival di Musica da Camera di Sant’Apollonia organizzato dal Conservatorio di Musica “G. Martucci” per opera del meritevole e attivissimo Dipartimento di Musica d’insieme del Conservatorio in collaborazione con la Bottega San Lazzaro, il 6 giugno scorso, ha offerto l’occasione per un’immersione nel colorato mondo sonoro dei fiati. Se l’esordio del concerto ha visto esibire strumenti che ci risultano abbastanza familiari come i due flauti suonati da Leda Di Piro e Oliviero Bonaventura in trio con il pianista Enrico Vigorito, la restante parte del concerto ha avuto quale protagonista un complesso strumentale di più raro ascolto, l’Ensemble di soli ottoni costituito da tre trombe  (Manuel Ferrigno, Angelo Landi, Michele Settembre), corno (Vincenzo Di Lieto), trombone (Antonio Vece) che ha spaziato in una variegata e stimolante proposta di brani. All’uso salottiero ottocentesco di riprodurre per musica strumentale popolari melodie del melodramma, il genere più in voga dell’epoca, va ascritto il brillante brano di apertura del concerto la “Rigoletto-Fantasie” di Franz e Karl Doppler per due flauti e pianoforte reso agilmente e  con un virtuosismo  intelligentemente giocoso dai giovani flautisti, sostenuti in maniera equilibrata dal pianoforte che emerge di sovente con commenti dal piglio energico alle svolazzanti melodie dei flauti. I tre pezzi per tre trombe di Albert Manouvrier, autore francese vicino all’impressionismo,  ci hanno condotto in in clima diverso. Intanto la sonorità calda e squillante delle trombe ha catturato l’uditorio. Dall’incipit declamatorio del primo pezzo Fière, la sonorità squillante e a volte goffa di questo strumento è stata piegata a melodizzare fino alle espressioni più malinconiche e inquiete, alternando i suoi diversi caratteri attraverso i successivi Caline e Décontractée senza esclusione di efficaci giochi fugati tra i tre strumenti. L’Ensemble completo degli ottoni (due trombe, corno e trombone) ha poi esordito con “Capriccio” di Musorgskij trascrizione di F. Zabel  di pezzi pianistici nati dietro l’impressione delle suggestioni riportate dal musicista in seguito a un viaggio in Crimea compiuto nel 1879 per accompagnare in tournée la cantante Daria Leonova. Le sensazioni e i colori abbastanza forti delle immagini del viaggio sono stati resi efficacemente dal quartetto, attraverso sonorità interessanti, addirittura agili e spedite nel procedere dei disegni, potenti ma anche capaci di variazioni dinamiche, una festa di suoni che partendo da spunti orientaleggianti finisce per trascendere qualsiasi realtà. Sonorità contemporanee invece in “Images of Chaiten” di Edgar F Girtain IV, del 2012, suoni gravi e grevi nell’esordio, glissandi, esplorazione timbrica ma anche a tratti risvolti drammatici pur all’interno di un brano sostanzialmente esuberante ben realizzato dagli affiatati interpreti. La celebre marcia della marina americana “Washington Post March” di John Philip Sousa, nata in occasione di una premiazione del  quotidiano di cui reca il titolo, ha concluso  gioiosamente un concerto che è riuscito ad entusiasmare e divertire il pubblico.

Rosanna Di Giuseppe