«Sono stato io ad uccidere Biagio» - Le Cronache
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«Sono stato io ad uccidere Biagio»

«Sono stato io ad uccidere Biagio»

di Adriano Rescigno

Ucciso mentre si recava nella sua azienda. Biagio Capacchione è morto pronunciando il nome del suo assassino, del quale è stato anche padrino di cresima. La vita del sessantatrenne imprenditore di Baronissi è stata stroncata da due colpi di fucile esplosi da distanza ravvicinata. Erano le 7.30 circa di ieri mattina quando Biagio Capacchione, uscendo dalla sua abitazione in via Trinità di Sava , frazione di Baronissi, incrociava Vincenzo Magliacano, suo ex socio negli anni ottanta, di 53 anni. Dopo diversi minuti di alterco nel piccolo quartiere sono rimbombati due colpi di fucile, uno che ha raggiunto Capacchione all’addome e l’altro all’altezza della spalla, con l’imprenditore che è riuscito solamente a chiedere aiuto a sua moglie. Trasportato tempestivamente al Ruggi d’Aragona di Salerno, Biagio Capacchione non ce l’ha fatta, spirando accanto alla moglie, la quale ha raccolto l’ultima testimonianza del marito che indicava chi fosse stato ad esplodere i colpi di arma da fuoco, Vincenzo Magliacano. Immediatamente, grazie alla pista fornita dall’impreditore la cui salma è stata sottoposta a sequestro dal pubblico ministero della procura della Repubblica di Nocera Inferiore, Angelo Rubano, incaricato del caso; i militari dell’Arma dei carabinieri si sono gettati nelle ricerche di Magliacane che nel frattempo si era rifugiato nella frazione collinare di Caprecano, ad appena un chilometro di distanza dal luogo del delitto. Prima dei carabinieri però Vincenzo Magliacane è stato raggiunto da alcuni suoi amici, ritrovato in stato di shock, sconvolto dal folle gesto da lui compiuto, e successivamente, tradotto nel carcere di Fuorni con l’accusa di omicidio volontario. Non hanno dovuto faticare i carabinieri ad estorcere la confessione, infatti, il cinquantatrenne alla loro vista immediatamente ha confessato la paternità del delitto, di cui ancora è ignoto il movente, probabilmente antiche ruggini e fraintendimenti con quello che era stato anche il suo padrino di cresima. Familiari da ambo le parti sconvolti per quella che è una vera e propria tragedia, nessuno si da pace e riesce a motivare un gesto dettato probabilmente da fantasie paranoiche. Ad intervenire sulla faccenda anche il primo cittadino di Baronissi, Gianfranco Valiante che ha sospeso le iniziative natalizie per le giornate di ieri e di oggi: «E’ una tragedia che colpisce la nostra comunità – Valiante – scossa e incredula per l’accaduto e anche per la folle dinamica. Siamo vicini alla famiglia Capacchione, vittima di un dramma immane». Per tutta la comunità di Baronissi è folle e senza senso il gesto di Magliacane, definito insieme alla vittima “persone perbene, stimate e conosciute”. Nel frattempo l’assassino cinquantacinquenne dalla sua cella di Fuorni si è avvalso della facoltà di non rispondere, sotto shock per quella che è stata una vera e propria esplosione di follia. Si attende il via libera del tribunale di Nocera per eseguire l’esame autoptico sul corpo dell’imprenditore di Baronissi. Nessun commento dalla famiglia solo tanta rabbia e tanto dolore per due uomini prima legati da sentimenti di stima.