Solo De Luca vuole la Tares. Teatro Verdi, Rigoletto già presenta il conto - Le Cronache
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Solo De Luca vuole la Tares. Teatro Verdi, Rigoletto già presenta il conto

Chi è causa del suo mal pianga se stesso. La risposta alle consuete dichiarazioni del venerdì del sindaco Vincenzo De Luca potrebbe essere questa. Anche nel giorno del suo onomastico, il primo cittadino, al di là degli aspetti nazionali, ha ricordato le difficoltà locali, accusato comitati e chi si oppone alla sua nuova Salerno, e naturalmente ha cacciato via gli ormai collaudati cafoni.
Ma andiamo con ordine. La Tares. A differenza dei colleghi d’Italia, De Luca è l’unico sindaco che vuole l’introduzione della tassa al più presto. Mentre gli altri sono pronti alle barricate, lui addirittura l’ha sollecitata, già in campagna elettorale, direttamente a Pierluigi Bersani. L’ex Tarsu, per intenderci, farà aumentare in maniera esponenziale le bollette dei cittadini. Per questo i sindaci vorrebbero rimandare il problema sine die. Ma lui no. Anzi. «Sulla Tares – dice – pare abbiano preso qualche decisione. Io non ricordo, però, che alcuna forza politica abbia parlato in campagna elettorale della vicenda dello spostamento del pagamento. Ovviamente, se non arriva il pagamento della Tares, non si potranno pagare le imprese che fanno la raccolta dei rifiuti».
Passiamo al Teatro Verdi. Qui, ricordiamo, la stagione operistica è costata, o meglio costerà 3 milioni e mezzo di euro. De Luca ammette: «Mi è arrivata una segnalazione dal Teatro Verdi: le imprese che hanno fornito il materiale per il Rigoletto (che andrà in scena il 16 aprile) avanzano qualche fattura». Visti i costi delle opere, le imprese hanno ben pensato di battere subito cassa. 
Naturalmente le Luci d’Artista. Archiviata Pasqua, bisogna pensare a Natale. De Luca dice: «Poi, ovviamente, dobbiamo iniziare a discutere di Luci d’Artista, perché se vogliamo farle dobbiamo iniziare a mettere in produzione ed acquistare i materiali. Tutto questo nelle prime due ore della mattinata. E tutto questo mentre a Roma non si decide niente».
Ed infine la vita e le polemiche cittadine. «E in tutto questo si deve far conto anche con i tanti episodi ed atteggiamenti di imbecillità di cui questa città è particolarmente ricca.
Pensiamo alle discussioni, prima e dopo Pasqua, riguardanti il commercio: altrove i commercianti sono in ginocchio, qui siamo abituati fin troppo bene; ma non manca mai chi fa polemiche al vento. In città c’è una parte di commercianti, soprattutto giovani, che ha ormai acquisito la mentalità dell’accoglienza turistica; altri, invece, sembrano non voler abbandonare le vecchie abitudini».

 

6 aprile 2013