Sita, ultimo tentativo da Caldoro prima dell'addio - Le Cronache
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Sita, ultimo tentativo da Caldoro prima dell’addio

Poche idee e pure confuse. Sita alle bizzarre condizioni dettate dagli enti appaltanti (la Regione Campania e le tre Province di Salerno, Napoli ed Avellino) non ci sta. Anche perché il messaggio è chiaro: gli enti non hanno nemmeno un euro e di conseguenza non hanno risorse con cui garantire Sita e i suoi lavoratori (come sta accadendo per gli stipendi). Al momento, a seguito dell’incontro tenutosi ieri mattina presso la sede aziendale in località Cupa Siglia, la procedura di mobilità è stata nuovamente congelata. Ma i dipendenti dell’azienda non hanno di che stare tranquilli dato che potrebbe essere riattivata se il richiesto incontro con il presidente Caldoro non dovesse dare i frutti sperati. Quali? Chiarezza e programmazione. E soprattutto, da parte degli enti, il rispetto delle attuali percorrenze. I bagagli sono sulla porta. Ora, dunque, tocca al presidente della Giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro, mettere le cose a posto con la convocazione ad horas di un tavolo di confronto con il quale stabilire i termini in cui Sita dovrà proseguire il servizio. In sostanza, ciò che non ha fatto la volta precedente, il 7 febbraio, disertando il vertice decisivo. Le lettere d’obbligo di servizio, di fatto, hanno gettato nel panico gli enti concedenti che, probabilmente, non hanno ben capito cosa fare oppure hanno fatto finta di non capire. Come, a quanto si legge dalla delibera della Giunta, sembra non aver capito la Provincia di Salerno. Già, perché l’atto giuntale prevede che «l’eventuale spesa derivante dall’imposizione dell’obbligo di servizio trova copertura finanziaria nelle risorse del bilancio provinciale 2013 nei limiti delle somme del Fondo nazionale riconosciute, per l’anno 2013, dalla Regione Campania, cui compete, la completa copertura finanziaria dei servizi minimi». Insomma, i costi li dovrà sostenere la Regione. L’amministratore delegato di Sita Sud, Giuseppe Francesco Vinella, ieri, insieme al direttore Simone Spinosa e ai rappresentanti sindacali, dopo una riunione durata oltre quattro ore, hanno concordato la necessità dell’intervento di Caldoro, all’esito del quale potrebbe partire la procedura di mobilità, al momento bloccata. E ieri, Vinella, ha parlato ai suoi dipendenti a margine della riunione. Dipendenti che ieri hanno fermato i bus non idonei alla circolazione per presenziare all’incontro e conoscere il proprio destino. 
Un discorso diretto, quello dell’ad di Sita, che non ha avuto peli sulla lingua nel confronto con la sua squadra: «Non c’è chiarezza né programmazione da parte degli enti, che ci stanno prendendo per i fondelli. Hanno presentato atti che non recano né durata, né decorrenza, né prevedono il mantenimento delle percorrenze attuali come da noi richiesto e come previsto dall’accordo del 7 febbraio. Loro non hanno un euro e se così non fosse stato avrebbero evitato questa telenovela. Stanno spostando l’attenzione su di noi, facendoci prendere la responsabilità di mandare a casa le persone e di accollarci la ristrutturazione del servizio, quando noi siamo gestori e non programmatori del servizio. Dietro un km ci sono tot persone, se quel km me lo paghi te lo effettuo, altrimenti se lo facciano loro. Mentre ristorano le pubbliche, ormai quasi tutte sull’orlo del fallimento, noi prima di fallire abbiamo il diritto-dovere di andare davanti ai giudici dicendo che abbiamo fatto tutto il possibile. Di fatto, mancano gli atti concreti degli enti che puntano solo da rimandare pensando di trovare la soluzione al problema, ma così facendo aggravano solo le cose».
Il nodo stipendi intanto resta: l’azienda ha assicurato il pagamento di quello di febbraio per giovedì, il futuro invece è un mistero, dal momento che la Regione non ha sbloccato i corrispettivi di novembre e dicembre e la Provincia di Napoli quelli di dicembre. Ai lavoratori che gli chiedevano come comportarsi, Vinella ha risposto sibillino: «Non state tranquilli per la questione stipendi. Lavorate se avete la certezza della retribuzione. Una certezza che, noi, adesso, non possiamo darvi. E non state tranquilli nemmeno per la questione della mobilità».
Ieri pomeriggio, poi, vertice a Napoli per i criteri di rendicontazione: l’incertezza regna sovrana e la seduta è stata aggiornata alla prossima settimana.

 

6 marzo 2013