Silverio Sica: “I tribunali hanno risentito di questa schizofrenia derivante dal Covid” - Le Cronache
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Silverio Sica: “I tribunali hanno risentito di questa schizofrenia derivante dal Covid”

Silverio Sica: “I tribunali hanno risentito di questa schizofrenia derivante dal Covid”

Trovandoci all’alba di un mondo portato agli estremi, in un periodo storico contrassegnato da ricerche scientifiche e mutamenti collettivi, l’epidemia globale ci ha portati a riflettere sul significato della libertà individuale. Libertà è davvero solo essere sospinti di qui e di la secondo il volere dei media? Se i nostri antenati hanno vissuto il dramma dell’infrazione della Legge, oggi l’angoscia è scaturita dall’inconsistenza del divieto e di conseguenza della libertà. La giustizia in questo caso prende un posto importante e recupera il legame con la società liquida dandole nuova forma. Oltre al quadro umorista che si crea quando è l’avvocato ad essere sottoposto all’interrogatorio, trovarsi in conversazione con una figura del calibro di Silverio Sica, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Salerno, è anche un’occasione per tirare le somme del panorama storico istituzionale. Ancora oggi il settore più antico tra tutti si trova diviso tra chi contempla con dubbio e chi è alle prese con un’inedita riorganizzazione delle strutture governative ai tempi del Covid-19. Si sono verificate delle compressioni del principio di legalità nella normazione avvenuta con atti amministrativi ? “Non bisogna sentirsi defraudati di niente perché si presuppone che la salute venga al primo posto. Può essere lo Stato a pretendere delle restrizioni o è il cittadino che autonomamente se le impone: fa lo stesso perchè è l’unica condotta utile di fronte all’ignoto della pandemia. La ‘compressione della libertà’ in uno stato emergenziale è pienamente giustificata e purtroppo non c’è un’alternativa. Le grandi epidemie della peste hanno visto gli uomini rinchiudersi tra di loro e questo si è dimostrato il sistema più efficace, anche se comporta necessariamente la compromissione della libertà. Oltre ad essere un rimedio in uso da sempre è anche l’unico che l’uomo conosce di fronte a delle malattie che lo spaventano.” Come si è dimostrata la condizione carceraria durante la quarantena? “È un dato di fatto che i detenuti siano privati della loro libertà, ma non per questo vengono interdetti dalla vita di tutti i giorni. All’inizio c’è stato un allarme che era per molti aspetti fondato. Lo svilupparsi della pandemia all’interno delle carceri può essere una situazione molto grave e richiede degli spazi che in Italia non ci sono. Inoltre, ci vorrebbero delle strutture adeguate per garantire le terapie necessarie a tutti i detenuti e allo stesso tempo assicurare che non se ne scappino. Ad ogni modo, la burocrazia ha funzionato e l’amministrazione penitenziaria è riuscita a fronteggiare lo stato di emergenza. Abbiamo avuto poche notizie di pandemia all’interno delle strutture carcerarie quando è stato garantito un lasciapassare verso l’esterno.” Quali modalità vengono impiegate oggi nei tribunali? Molto spesso siamo di fronte ad una disorganizzazione e un’improvvisazione governativa da saltimabanco. Lo spettacolo circense non vale solo per i tribunali ma per tutti gli ambienti sociali, dalle famiglie alla scuola. Purtroppo c’è bisogno di regole certe che provengano dall’alto e che vengano fatte rispettare. Questo governo ha preferito promulgare delle norme che consentivano margini di interpretazione e soprattutto addossavano la responsabilità a tutti i quadri periferici. È facile pretendere da chi dirige una scuola o un tribunale di garantire che non si verifichino assembramenti. È più difficile ottenere degli interventi mirati che questa situazione richiede e assicurare delle strutture che tutelino le persone. Chi è a capo, ha promosso questo scarico di responsabilità e continua ad operare in questo senso con le norme che vengono emanate di continuo. È chiaro che anche i tribunali hanno risentito di questa schizofrenia derivante dalla situazione. Così a distanza di otto mesi dall’inizio della pandemia si può ancora trovare il tribunale in cui si entra liberamente e quello in cui si ha accesso solo con previa verifica del grado febbrile, ma a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini. A Salerno per fortuna abbiamo trovato un po’ di buon senso nei capi di ufficio e siamo riusciti ad ottenere dei pass per 60 persone che vengono in seguito riconsegnati, sta di fatto che le regole non possono essere lasciate ad una libera interpretazione. ” Come trovare un accordo tra giustizia e fake news nell’industria giornalistica? “La violenza della modernità è stata in grado di uccidere l’unico ambito che aveva compreso la curiosità e l’ingegno dell’essere umano: il giornalismo. Mi viene in mente Travaglio e realizzo che ormai viene dato spazio a voci dolciastre diffuse sui teleschermi che non possono essere più spenti e l’ignoranza si fa sempre più autorità. La corruzione delle informazioni è un morbo che non colpisce il corpo ma le menti. Sicuramente i giornali di partito sono una realtà mondiale non solo italiana ma nessuno più ha il coraggio di approfondire le fonti e nel panorama storico è molto difficile trovare notizie analizzate e verificate con cura, che operino secondo l’arte dell’inchiesta. I grandi giornali americani, hanno i loro padroni, ma conoscono il metodo dell’indagine e continuano a sentire il richiamo della notizia, che viene prima di tutto il resto. Confido in un ritorno del giornalismo critico che non si annulli nella finzione e meno influenzato dalla politica. Anche nel mio settore, che è la giustizia, funziona così. Bisogna disporre di un filtro quando arrivano notizie senza contorni ben definiti che provengono dalle autorità o dal cliente e poi si correggono eventuali stonature o errori di messa a fuoco.”

Andrea Orza