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Sica: «Portatemi un progetto innovativo e ospito io le Fonderie Pisano»

Tiene ancora banco la questione delle fonderie Pisano, in un tiro alla fune che pare non finire mai. Delocalizzazione sì o no, al centro vi è la battaglia dei cittadini che continuano a volere la delocalizzazione della fabbrica, tra i primi dati dell’Arpac sulle ultime rilevazioni effettuate durante il mese di aprile, che rivelano un quadro “sporco”, che va ad aggiungersi comunque alla questione del certificato antincendio che manca ancora. Intanto convergono sul caso fonderie Pisano due progetti che la regione Campania in concorso con l’istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno ha promosso a Expo prima e al centro convegni della Federico II poi. “Campania trasparente” e “Spes” (studio di esposizione nella popolazione suscettibile) scenderanno in campo per il monitoraggio sulle fonderie e per i rilevamenti prima sul suolo, acqua, aria e produzioni agroalimentari e poi sulla persona, con esami completi con particolare attenzione a sangue, sperma, latte materno e capello. Lo studio partirà a breve e partirà soprattutto dalle zone immediatamente limitrofe alle fonderie di Fratte e addirittura in prossimità di quest’ultime. Intanto la ricerca di un luogo che possa “ospitare” la ditta, tiene tutti sul filo e dopo il “no” del comune di Pontecagnano, il sindaco Ernesto Sica lancia una nuova provocazione. La zona individuata per la delocalizzazione della ditta sarebbe quella di Sardone, che dista pochi chilometri da Pontecagnano. “Se la zona è comunque così vicina a Pontecagnano, a questo punto, dopo aver messo tutte le carte in regola e aver accertato che tutto funzioni per il meglio, possono anche essere delocalizzate qui, non cambierebbe comunque molto”. Ha poi continuato: “Le fonderie come tutte le attività piccole, medie o grandi sono una ricchezza. Se in un tavolo di concertazione l’imprenditore porta l’innovazione e quindi una ditta che sia espressione di tutela ambientale, di innovazione scientifica e tecnologica, allora sì la voglio ospitare io, perché è un’occasione per il mio territorio. Ma la premessa deve essere che sul mio tavolo ci sia il quadro di una ditta a misura di ambiente, non mi farei scappare questa occasione. Concertazione e certezza nell’investimento, queste le due regole. Ci sono i tempi e i finanziamenti per portare trasformare la fonderia in una delle fabbriche migliori di Europa. Il coraggio di fare il passo non mi manca, ricordo di aver detto all’inizio del mio “mandato” di voler ospitare il termovalorizzatore”.