Siamo a rischio inondazione Allarme lanciato dall’Enea - Le Cronache
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Siamo a rischio inondazione Allarme lanciato dall’Enea

Siamo a rischio inondazione Allarme lanciato dall’Enea

di Marcello Festa

Non c’è solo Venezia! I porti di Napoli e Salerno, il tratto costiero della Piana del Sele, il porticciolo di Scario sono a rischio inondazione per l’innalzamento del Mar Mediterraneo e i cambiamenti climatici. L’allarme, lanciato dall’Enea e da numerosi studiosi internazionali, diventa sempre più d’attualità. Ad incidere pesantemente sullo stato di salute, già precario, di vaste zone del Mar Tirreno, oltre all’innalzamento dei mari, provvede anche il peso crescente dei centri urbano, dovuto alle costruzioni massicce. L’emergenza maggiore interessa la provincia di Salerno e in particolare la Costa Sud dove si prevede l’innalzamento del mare da un minimo di 50 centimetri a un massimo di 1,40 metri. Da una parte le previsioni, dall’altra i dati oggettivi: il Mediterraneo si già è innalzato di circa 30 cm negli ultimi 1.000 anni e da precisi calcoli scientifici si prevede un innalzamento più che triplo nei prossimi 100 anni (previsione del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change). Per studiare le variazioni del livello del Mediterraneo, il team di ricerca ha preso in esame 13 siti archeologici sulle coste di Italia, Spagna, Francia, Grecia e Israele, in luoghi dove venivano estratte le mole olearie, cioè le grosse pietre utilizzate per la macinazione delle olive. In Italia l’indagine si è concentrata in tre aree del sud, tra queste il comune di Scario dove il livello del mare si è innalzato di circa 15 cm negli ultimi mille anni. In base ai dati diffusi dall’Agenzia, entro la fine del secolo l’innalzamento del mare lungo le coste italiane è stimato tra 0,94 e 1,035 metri (modello cautelativo) e tra 1,31 metri e 1,45 metri (su base meno prudenziale). Secondo gli esperti dell’Enea, “a questi valori bisogna aggiungere il cosiddetto storm surge, ossia la coesistenza di bassa pressione, onde e vento, variabile da zona a zona, che in particolari condizioni determina un aumento del livello del mare rispetto al litorale di circa 1 metro”. Sommando, così, la superficie delle 15 zone costiere già mappate, si arriva a un’estensione totale a rischio inondazione per le coste italiane di 5.686,4 chilometri quadrati, pari a una regione come la Liguria e la Campania, in particolare la Costa Sud della provincia di Salerno è considerata tra le maggiori indiziate.