Showup torna a far riflettere sugli orrori della Shoah - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Danza

Showup torna a far riflettere sugli orrori della Shoah

Showup torna a far riflettere sugli orrori della Shoah

Musica e danza hanno aperto la rassegna del Moa “Persecutions”, stasera l’accademia di danza MV Dance Factory di Maria Vittoria Maglione replica al Marte di Cava de’ Tirreni alle ore 19

Di Gaetano Del Gaiso

Sono trascorsi poco più di settant’anni da quando i fucili hanno simulato il loro ultimo, atroce stertore infernale sul popolo di Davide, eppure l’antisemitismo è una bestia tutt’altro che domata: e l’umanità sta dimostrandosi piuttosto indisciplinata nel suo indulgere in questo particolare atteggiamento xenofobico con siffatta, efferata insistenza.  Quella che la sera di domenica è stata raccontata dai corpi degli atleti Eirene Campagna, Nicoletta Cavallo, Cristian Cianciulli, Anna Esposito, Dario Ferrara, Alessia Itri, Simone Liguori, Giorgio Loffredo, Chiara Mastrangelo, Maria Rita Mastromarino, Miriana Velluto, con la partecipazione di Elisa Campagna (voce) e Claudia Fiondo (sassofono) dell’accademia di danza MV Dance Factory di Maria Vittoria Maglione sul palco del MOA, il Museo dell’Operazione Avalanche di Eboli, viene annunciata come soltanto ‘una delle sei milioni di storie’ che avrebbero potuto esser raccontate riguardo uno dei più oscuri e tremendi capitoli della storia dell’uomo. ‘Storie che’, racconta il coreografo Simone Liguori, ‘non potranno mai più essere ascoltate per via del fatto che molto presto non rimarrà più nessuno che potrà farlo’.‘Showup’ è l’esemplare tentativo, di ogni sua componente, di raccontare questa storia. La storia di Heinz Skall e della sua epopea di prigionia, di fuga e di rinascita, narrata dalle testimonianze dirette delle sue due figlie, Anna ed Elena, collezionate dalla regista dello spettacolo, Eirene Campagna, nel corso di una sua ricerca sulle modalità di rappresentazione e tradizione della memoria della Shoah attraverso le parole degli ultimi testimoni di prima generazione. Lo spettacolo, strutturato in capitoli introdotti da piccoli campioni audio delle interviste rivolte alle due donne, ci guida attraverso i diversi momenti della reclusione dello sventurato protagonista, attualizzandone l’incidenza attraverso non soltanto una scelta musicale eterogenea e che attinge tanto al repertorio classico, quanto a quello della musica pop ed elettronica, ma anche mediante le forme grottesche, e a tratti persino irritanti spaventose del linguaggio contemporaneo. Gli sguardi degli atleti, contratti in una smorfia atona e amorfa, descrivono in maniera superba la sublimazione del coinvolgimento emotivo aldilà del terrore e della morte; tuttavia, la commistione del disarmonico involto emotivo di questi stessi contribuisce all’iperbolizzazione dell’intento drammaturgico della pièce, che si conclude con un intervento della rappresentante della comunità ebraica di Napoli Lori Cohen, dell’assessore alla cultura di Eboli Anna Senatore e del sindaco del comune di Eboli Massimo Cariello.