Schettino prova a fuggire, poi è costretto a rispondere alle domande - Le Cronache
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Schettino prova a fuggire, poi è costretto a rispondere alle domande

Schettino prova a fuggire, poi è costretto a rispondere alle domande

E iniziato con un pò di “maretta” l’incontro organizzato dall’editore Graus che ha deciso di presentare anche a Salerno, ieri sera all’Hotel Mediterranea, il libro”Le Verità Sommerse”, scritto dalla giornalista salernitana,  Vittoriana Abate,  che ha intervistato Francesco Schettino, l’ex Comandante della Costa Concordia che naufragò  il 13 gennaio 2012, alle 21:45 nelle acque dell’Isola del Giglio, causando la morte di 32 passeggeri, vittime “di un maledetto incidente” come ha ricordato il comandante Schettino, condannato in primo grado a 16 anni di carcere, che ha tardato ad arrivare nella sala perchè voleva soltanto presenziare all’incontro senza rilasciare alcuna dichiarazione o intervista ai  tanti giornalisti presenti. Poi dopo la decisione dei due relatori : l’avvocato penalista salernitano Michele Tedesco e del giornalista  e scrittore Andrea Manzi di abbandonare la sala, non accettando le modalità richieste da Schettino, lo stesso  ha” cambiato rotta” e deciso di rispondere soltanto alle domande riferite al libro, giustificando il suo rifiuto di rispondere a domande di natura processuale, come quelle che voleva porgli l’avvocato Tedesco, perchè si è alla vigilia della pubblicazione della sentenza. L’avvocato Tedesco ha parlato di processo mediatico e processo reale:” Schettino è stato condannato prima  ancora del processo reale”,   parlato della Moldava che ha accusato Schettino, e posto  alcune  domande sull’utilizzo delle carte  nautiche e sul famoso inchino:”Quello di quella notte tragica non era autorizzato. Un Comandante non può decidere  di fare l’inchino in maniera assolutamente autonoma, un’ora prima dell’inchino, tracciando la rotta senza usare le adeguate carte nautiche. E’ questo il punto di vera responsabilità del Comandante Schettino”.  Schettino ha risposto che le carte nautiche usate  a quella distanza dalla costa erano  quelle sufficienti:”Il problema è stato quello che non è stata mantenuta la traiettoria stabilita per una serie di circostanze”. Il giornalista Andrea Manzi, ha ricordato i contenuti del libro:”E’ una informazione sul processo”, precisato che:”La collettività deve poter credere nella giustizia” e caratterizzato il personaggio Schettino :” E’ una persona verace, qualche volta anche  eccessiva, schietta,  qualche  volta anche rozza nell’espressione”. Andrea Manzi ha ricordato la telefonata del Capitano  De Falco  e che nel libro:” Per ogni responsabilità  a lui attribuita Schettino  riesce  sempre ad attribuire la responsabilità ad altre persone. Mi sembra strano che Schettino sia fuori da ogni cosa”.  Schettino ha spiegato che: ” Attraverso le carte dell’inchiesta  ho offerto una prospettiva professionale del Comandante. Non potevo contare in mezz’ora cinquemila persone facendo un appello nominale e mi sono trovato di fronte  ad un bivio tra coscienza e norma  e ho deciso  di discostarmi dalle procedure. Ho deciso di far adagiare la nave su un basso fondale e fare un servizio che non è contemplato nelle procedure di abbandono della nave”.  Il Giornalista Franco Esposito che ha moderato l’incontro ha spiegato che ha accettato l’invito a moderare perchè il libro è una rigorosa inchiesta giornalistica:”E’ utile informarmi su una vicenda sulla quale Schettino ha delle precise responsabilità anche se penso che non sia l’unico ad averle. Ci sono tre gradi di giudizio e le cose possono cambiare. Ho deciso di capire di più senza condizionamenti Il nostro compito è quello di cercare la verità”. I proventi del libro daranno devoluti in beneficenza, come ha precisato Vittoriana Abate:” Ci sono state delle polemiche. Quello che conta  è l’interesse della gente  a capire che c’è un’altra possibilità di leggere questa tragica vicenda”. L’ultimo  intervento è stato quello dell’avvocato napoletano Vincenzo Carlino  che si preoccupa di incidenti mortali sul lavoro, che ha ricordato i nomi delle vittime che lavoravano sulla nave:”Dove c’erano 1106 dipendenti”  e spiegato  quali sono le strategie  e come  vengono gestiti questi incidenti  dalle procure :” Dalla sentenza verranno fuori delle novità che andranno a condizionare  gli aspetti della sicurezza sul lavoro”.Presenti l’avvocato penalista Dario Incutti, l’avvocato Laino,  difensore di  Schettino il professor Ambrogio Ietto, Fiore Cipolletta, che ha contestato Schettino  in un momento dell’incontro, e  tutte le socie dell’associazione” Parco Storico Sichelgaita”, presieduta dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi:”Siamo qui per dimostrare il nostro affetto e la nostra amicizia alla nostra socia  Raffaelina Abate  che è la mamma di Vittoriana”.

Aniello Palumbo