“Volevo destinare tutto alla Case dei Poveri. Non sono stato compreso”. Lunghi dialoghi con la Madonna, manoscritti con domande e risposte, voci, visioni. Al vaglio dei giudici la complessa personalità di Nunzio Scarano. Dalla depressione ai disturbi della personalità fino ai tratti narcisistici dell’alto prelato. Ieri pomeriggio, davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno (presidente Cantillo), sono stati ascoltati i consulenti del pubblico ministero Elena Guarino, nell’ambito del processo per riciclaggio a carico di Scarano ed altre cinquanta persone. Dopo aver ascoltato i verbalizzanti che si sono occupati delle trascrizioni delle intercettazioni al banco dei testimoni si sono accomodati il professore Crisci e la dottoressa Sansone che si sono occupati degli accertamenti relativi alla capacità dell’ex dipendente dell’Apsa. Presente anche i consulenti della difesa: Basile e Zarrillo. Il professore Crisci, dopo aver evidenziato le iniziali difficoltà nello svolgere le operazioni peritali in quanto Scarano era riluttante al presentarsi per svolgere gli accertamenti, ha riferito delle due circostanze in cui i periti hanno ascoltato l’alto prelato. Particolarmente significativo il secondo colloquio, durato circa due ore, dal quale i consulenti hanno acquisito elemeenti importanti per determinare che il sessantatreenne è perfettamente capace di stare in giudizio. I periti hano evidenziato che si sono riferiti, nella maggior parte dei casi, ai test somministrati dai suoi consulenti precisando che le problematiche rilevate sono tutte strettamente dipendenti alla situazione creatasi in seguito all’inchiesta ed al conseguente arresto. Nello specifico emerge uno stato ansioso. In una prima fase, secondo la ricostruzione dei periti, e paranoico con l’uomo che sente perseguitato senza che vi sia, dal suo punto di vista, una particolare ragione. Incalzato dalle domande del legale difensore il professore Crisci evidenzia che Scarano non si è mai rivolto a cure specialistiche e che non ci sono elementi che inducano a rilevare la pericolosità sociale del Monsignore. “Ricordiamo che parliamo di un laureato in Scienze politiche che ha ricoperto un’importante carica all’Apsa. Durante un colloquio mi ha spiegato lucidamente le differenze con lo Ior”. Incalzato dall’avvocato Sica, difensore di don Nunzio, il perito che non sussiste un atteggiamento anomalo in relazione alle “conversazioni” con la Madonna. “Una volta si diceva che le persone molto religiose non sono molto sane di mente. Questione di fede. Le allucinazioni sono una parte normale dell’esperienza religiosa. E tra queste rientra anche il sentirsi la Madonna vicino. Ricordo che ha affermato con decisione: non sono pazzo, cosa volete fare il processo alla Madonna ed a Gesù Cristo. Ed ha ricordato come la Vergine l’abbia salvato dalla paralisi all’arto inferiore quando aveva 17 anni. Le interlocuzioni con i santi rientrano negli atti di normale religiosità”. Crisci ha sottolineato la personalità aggressiva del Monsignore. “In una prima fase si è scagliato contro di noi con un filippica, poi dopo essersi sfogati ci ha parlato dei suoi progetti e della volontà di costruire la casa per i poveri dove avrebbe trascorso la sua vecchiaia. Nel corso del confronto è emersa una personalità narcisista nel senso che è una persona che non ama perdere e che ama avere ragione ed essere al centro dell’attenzione. Il narcista non è pericoloso ma è manipolatore”. Il processo è stato aggiornato al 29 febbraio.
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