Scafati. Sfiducia, Cirillo ammette: "cercano il mio appoggio, ma io mi tiro fuori" - Le Cronache
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Scafati. Sfiducia, Cirillo ammette: “cercano il mio appoggio, ma io mi tiro fuori”

Scafati. Sfiducia, Cirillo ammette: “cercano il mio appoggio, ma io mi tiro fuori”

Di Adriano Falanga

Confessa subito che il suo telefono ha squillato spesso negli ultimi due giorni, e non per cause lavorative. “Stanno cercando di avere il mio appoggio per la sfiducia, ma io mi sono tirato fuori”. Stefano Cirillo è uno dei due consiglieri comunali di maggioranza che potrebbe fare la differenza, facendo arrivare a 13 il numero dei componenti disposti a sfiduciare il sindaco Pasquale Aliberti per ritornare al voto, tramite la terza candidatura dell’uscente primo cittadino. “Ero contrario alla decadenza, e lo sono ancora di più per la sfiducia o per le dimissioni. Non sarò io a permettere l’arrivo di un commissario in città. E perché poi?”. Cirillo, con Roberto Barchiesi e Alfonso Carotenuto è tra i “convinti” sostenitori del no, mentre è ancora incerta la posizione di Pasquale De Quattro. Sembrava in procinto di dimettersi, dopo che Aliberti lo aveva sonoramente “bocciato” nella sua qualità di presidente della commissione Statuto, a giugno scorso. “Visti gli eventi successivi – spiega Cirillo – comincio a pensare che il sindaco abbia cercato lo scontro con me perché già era in programma la decadenza e quindi serviva un’altra motivazione, dopo Coppola, per sostenere che non aveva più una maggioranza”. In effetti in quella seduta consiliare Aliberti, dopo lo scontro, disse pubblicamente: “La notizia è: si consuma lo scontro in maggioranza”, profetizzando i titoli dei giornali il giorno dopo. Altro che fuori dai giochi, oggi Stefano Cirillo appare ancora più deciso di andare avanti fino al 2018, così come hanno stabilito gli elettori, ma ad una condizione: “purché si apra una seria programmazione politica che ci proietti fino al 2018. Io posso anche ritornare attivamente, ma la vedo difficile”. Nell’ultimo consiglio comunale l’ex assessore ai Lavori Pubblici della prima consiliatura si è messo in posizione defilata, e tranne per la questione decadenza, ha votato assieme alla “sua” maggioranza.