Scafati. Salgono a sei i pronti a dimettersi. La minoranza insiste: "E' Aliberti che deve farlo" - Le Cronache
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Scafati. Salgono a sei i pronti a dimettersi. La minoranza insiste: “E’ Aliberti che deve farlo”

Scafati. Salgono a sei i pronti a dimettersi. La minoranza insiste: “E’ Aliberti che deve farlo”

Di Adriano Falanga

“Le sfide si accolgono, non si commentano”. Così i consiglieri di maggioranza alle rimostranze dell’opposizione, sulla provocazione di rassegnare le dimissioni tutti assieme. O meglio, in 6 dalla maggioranza e i restanti 7 dalla minoranza. Il “guanto” è stato lanciato da Mimmo Casciello, Brigida Marra, Daniela Ugliano, Carmela Berritto, Teresa Formisano e in ultimo si è accodato pure Francesco Vitiello. I numeri dicono che ne bastano sette (su nove) dall’opposizione per andare tutti a casa. “Se Scafati è davvero in pericolo – spiega Brigida Marra – allora non c’è tempo, firmate con noi”. “Ne mancano altri 8 – replica Cucurachi, dove stanno?”. Michele Grimaldi ritiene tutto un artifizio del primo cittadino. “Pasquale Aliberti, Sindaco di Scafati, accusato di associazione a delinquere di stampo camorristico, sta provando da mesi, con ridicoli teatrini suoi e dei suoi accoliti, ad inventare finti motivi di decadenza o false sfiducie entro il 16 Dicembre. Per potersi ricandidare ed eludere, così, la legge”.

Da Fratelli D’Italia: “Le loro dimissioni così come proposte si inquadrano in una logica autoritaria tipica di una cultura che non ci appartiene e che combattiamo,ma  rappresentano in sé un atto dovuto alla città, che vive il momento più tragico della sua storia politica, dove ogni giorno si scoprono nuovi e pericolosi intrecci con il malaffare” spiega il capogruppo Cristoforo Salvati mentre secondo Mario Santocchio è Aliberti che si deve dimettere: “perché indagato per reati gravissimi nell’esercizio delle sue funzioni”. Scafati in Movimento invece invita a raccogliere la sfida: “anche se è a tutto vantaggio per una ricandidatura del primo cittadino. Quindi l’opposizione si mostri coerente e non guardi a strategie elettorali ma pensi al bene della città”.