Scafati. Rendiconto 2015, le contestazioni dei revisori dei conti - Le Cronache
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Scafati. Rendiconto 2015, le contestazioni dei revisori dei conti

Scafati. Rendiconto 2015, le contestazioni dei revisori dei conti

Di Adriano Falanga

Rendiconto al Bilancio 2015, entro maggio il voto. Ad aggravare il già precario equilibrio politico in maggioranza, la relazione dei Revisori dei Conti composto dal presidente Giordano Filomarino, dalla dottoresse Allocca Rosa e Filomena Lazazzera. I revisori hanno dato un parere favorevole: “nell’intesa che si provveda a rettificare, integrare e/o completare le riserve espresse prima dell’approvazione in Consiglio Comunale. Un voto non facile e non affatto scontato per l’esecutivo di Pasquale Aliberti, perché in molti della sua maggioranza temono di rispondere legalmente di un eventuale voto favorevole. E questo è diretta conseguenza anche dalla relazione degli ispettori del Mef, che hanno contestato la gestione finanziaria di Palazzo Mayer in 24 punti, per il periodo 2010/2014. La mancata approvazione delle tariffe Tari 2016 è un chiaro segnale preventivo. L’organo di revisione attesta che la relazione predisposta dalla giunta non è stata redatta conformemente a quanto previsto dall’articolo 231 del Tuel, in quanto non esprime le valutazioni di efficacia dell’azione condotta sulla base dei risultati conseguiti in rapporto ai programmi ed ai costi sostenuti. Inoltre, si contesta l’assenza delle relazioni dei responsabili dei servizi con evidenza dei risultati previsti e raggiunti. Quanto al consuntivo 2015 sono 10 le irregolarità e i rilievi evidenziati, tra cui l’elevato volume dei residui attivi per i quali occorre la verifica dell’esigibilità e la loro successiva riscossione risulta lenta, ripercuotendosi sulla gestione finanziaria. Cinque parametri su dieci di deficitarietà strutturali sono peggiorati. Peggiora anche il risultato di amministrazione mentre i proventi per le sanzioni del codice della strada non corrispondono al vincolo di destinazione tra entrate e uscite. Spulciando i dati, nel 2015 risulta un’anticipazione di cassa di 3,2 milioni di euro, che ha prodotto quasi 50 mila euro di interessi passivi. Il picco massimo di anticipazione durante l’anno è stato pari ad euro 12,5 milioni. Chiaro segno di sofferenza economica dell’ente. Le entrate tributarie accertate sono in calo rispetto a quelle del biennio precedente: 27,48 milioni di euro nel 2015, 27,78 nel 2014 e 29,87 nel 2013. I revisori attestano che i risultati relativi all’attività di gestione e di recupero coattivo dei crediti svolte dalla Geset e da Equitalia sono “inferiori alle attese”. Un altro dato discordante con quanto sostenuto da Palazzo Mayer, che continua a lodare il lavoro svolto dalla società di gestione tributi. Alla giunta vengono contestate anche le assunzioni effettuate senza tener conto del mancato rispetto dei termini di pagamento. Nello specifico, i revisori dei conti contestano l’assunzione in posizione organizzativa in staff dell’ingegnere Michele Russo, avvenuta con decreto sindacale n° 11 del 18 febbraio 2015. Russo fu nominato a capo del settore Pip, un’area nata per un finanziamento regionale mai ricevuto, inerente i piani di insediamento produttivi mai concretamente partiti. Il settore, e relativo dirigente, sono ancora operativi. Il collegio dei Revisori con verbale 106 del 10 marzo 2015 aveva già evidenziato che il mancato rispetto dei tempi di pagamento previsti dall’art. 4 del Dlgs 231/02 (90 giorni per il 2014) comportava una serie di sanzioni per il 2015, tra cui l’impossibilità a procedere ad assunzioni di personale, a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia contrattuale. Viene poi raccomandato di verificare i compensi corrisposti agli organismi amministrativi, riducendo del 30% i compensi ai cda della partecipate, in particolare della Scafati Sviluppo, che presenta anche perdite per tre esercizi consecutivi. Palazzo Mayer dovrà presentare alla sezione Regionale della Corte dei Conti la relazione sui risultati conseguiti rispetto a quanto riportato nel piano di razionalizzazione degli organismi partecipati, presentato nel 2015. In perdita anche la Agro Invest (quota detenuta 13,65%) per 528 mila euro, il Patto Territoriale Dell’Agro (quota del 10,78%) per 165 mila euro e il Cstp spa (3,55%) per 738 mila euro.