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Scafati. Non si allagano le campagne di Sarno, e Scafati finisce sott’acqua. Vertice al Ministero della Salute

Di Adriano Falanga
“Lo stato di calamità lo dichiara la Regione. Noi siamo in emergenza tutti i giorni”. Risponde così Pasquale Aliberti agli attivisti di Scafati Arancione, che lo hanno sollecitato ad attivarsi per lo stato d’emergenza, onde dare una risposta sugli allagamenti e loro conseguenze sul tessuto socio economico. Quanto al rischio igienico sanitario che potrebbe derivare dal deposito dei fanghi che ogni esondazione lascia sull’asfalto, oltre a negozi e cantine, il primo cittadino rassicura: “al momento nessuno degli enti preposti ci segnala pericoli, sono più preoccupato per le possibili esondazioni – aggiunge Aliberti – alla luce degli interventi a macchia di Leopardo che la Regione, attraverso il genio civile, continua a fare. Allargando gli argini a Sarno, onde evitare l’allagarsi delle campagne, si sta provocando un serio aumento di portata che comporta non più la laminazione in aree rurali, bensì nel centro urbano scafatese. Sarebbe questo il motivo, secondo il sindaco, per cui la città finisce ripetutamente sott’acqua. Lo stesso motivo che lo ha spinto a scrivere al Prefetto nei giorni scorsi. Intanto la consigliera comunale Brigida Marra, delegata alla Sanità, ha chiesto ed ottenuto un incontro al Ministero Della Salute settore Prevenzione proprio per discutere della situazione del fiume Sarno, dei miasmi, fanghi, inquinamento e rischio per la salute dei cittadini. L’incontro si terrà a Roma lunedì mattina. “Il Sarno è un problema oramai vecchio e incessante e rispetto al quale, è necessario responsabilizzare il Governo Nazionale. È da lì che deve partire, devono prendere atto che i nostri cari stanno morendo nell’indifferenza delle istituzioni competenti – spiega la consigliera di maggioranza – Non possiamo bloccare progetti importanti come il Grande Sarno per mero spirito di contrapposizione politica. La salute è prioritaria. Voglio raccogliere tutte le notizie utili al fine di costituire in mora in caso di continua inerzia, le istituzioni competenti e ricorrere se necessario alle autorità giudiziarie” conclude la Marra.