Scafati. La perquisizione a casa di Aliberti e Paolino. Gli otto articoli di le Cronache sul caso - Le Cronache
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Scafati. La perquisizione a casa di Aliberti e Paolino. Gli otto articoli di le Cronache sul caso

Scafati. La perquisizione a casa di Aliberti e Paolino. Gli otto articoli di le Cronache sul caso

—-VOTO E CAMORA / Un atto irripetibile effettuato su licenza forense . AL centro dell’inchiesta le elezioni ed eventuali collegamenti con La Regina

I profili social nel mirino della Dda

Acquisite le pagine di Aliberti e della Paolino alla presenza di un esperto informatico

Elezioni comunali del 2013 e re- gionali del 2015 ed eventuali ri- scontri ai risultati investigativi che hanno portato, alcune settimane fa, all’arresto, tra gli altri di Gu- glielmo La Regina. Ruota intorno a questi tre punti il motivo alla base della perquisizione effettuata ieri mattina dagli uomini della Di- rezione investigativa Antimafia di Salerno agli ordini del colonnello Giulio Pini e del capitano Iannaccone. Una decina di militari all’alba, hanno bussato all’uscio dell’abita- zione di via D’Aquino a Scafati dove risiedono Pasquale Aliberti, ex sindaco di Scafati e la moglie Monica Paolino, consigliere regionale. Oltre ai militari della Dia erano presenti il Sostituto Procuratore della Dda di Salerno Vincenzo Montemurro ed un ingegnere informatico napoletano. Il magistrato sta indagando su presunti affari tra politica e camorra che stavano per portare in carcere l’ex sindaco. Aliberti e sua moglie sono coinvolti in un’ indagine che vede coinvolti imprenditori politici, clan e professionisti: una ventina in tutto gli indagati fino ad oggi per reati che vanno dall’associazione a delinquere al voto di scambio politico mafioso passando per l’ abuso d’ufficio, concussione e violenza privata, tutti con l’aggravante mafiosa. L’indagine è iniziata il 18 settembre 2015 ed ha visto la Dda Salernitana nel giugno 2016 chiedere gli arresti poi respinti dal gip Mancini per Pasquale e Nello Aliberti, e due espo- nenti della famiglia Ridosso

La perquisizione di ieri, mirava a prelevare tutto il materiale infor-matico presente presso l’abitazione della coppia, dalla memoria dei pc, ai tablet fino ai cellulari. In particolare è stata effettuata una copia forense della bacheca facebook di entrambi. Si tratta di un atto irri- petibile effettuato dietro autorizzazione dell’ufficio legale internazionale (California) del noto social network e dopo notifica dell’atto agli interessati ed ai legali degli stessi che ieri mattina non erano presenti.

L’intera bacheca, dunque conver- sazioni e post pubblicati anche nel passato da parte di Aliberti e Paolillo sono stati acquisiti dagli investigatori su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia. Ovviamente sotto la lente della Dda vi sono le pubblicazioni relative ad uno specifico lasso di tempo ed in particolare quelle ef-fettuate in concomitanza con la campagna elettorale sia per l’ele- zione del sindaco di Scafati (2013) che per le Regionali (2015). La presenza dell’esperto, nominato dalla Procura, era necessaria pro- prio per effettuare la copia forense delle pagine personali aperte sul social network e gestite da Paolillo e Aliberti. Ovviamente ora occor- rerà visionarle e recuperare tutti i messaggi ed i post meno recenti per poter avere un quadro della situazione. Questo compito spetterà all’esperto informatico.
Pina Ferro

—- L’INCHIESTA / Le indagini della Dda di Salerno s’intrecciano con quelle dei colleghi napoletani e un primo punto di contatto è il Polo Scolastico

A caccia di “carte” sugli appalti
La perquisizione a casa dei coniugi Aliberti anche per trovare documenti scottanti
SCAFATI. Ancora una sveglia da parte dell’antimafia per i coniugi Aliberti-Paolino. Erano circa le 6:30 di ieri mattina quando gli uomini del capitano Fausto Iannaccone, su ordine del pm Vincenzo Montemurro, si sono presentati nell’abitazione di via D’Aquino per una perquisizione. Gli inquirenti sarebbero stati a caccia di documenti relativi ad appalti, in particolare sono stati acquisiti tutti i dati telematici dai supporti elettronici in uso agli indagati.
L’indagine è quella “Sarastra” sui rapporti tra politica e camorra a Scafati e nei comuni limitrofi e che ha avuto come conseguenza lo scioglimento del consiglio comunale di Scafati per infiltrazioni della criminalità organizzata. Nell’ambito di questa inchiesta la “coppia politica” formata dall’ex sindaco Pasquale Aliberti e dalla consigliera regionale di Forza Italia Monica Paolino è indagata per scambio elettorale politico mafioso, voti in cambio di benefici per i clan e gli imprenditori loro vicini.
Un’indagine che vede coinvolte una ventina di persone, tra politici, collaboratori, dirigenti e funzionari comunali.
Contestati a vario titolo l’associazione per delinquere, voto di scambio politico, abuso d’ufficio, concussione, corruzione e violenza privata, tutti con l’aggravante mafiosa. Qualche giorno fa la perquisizione ad Andrea Vaiano, interessato alla gestione della “Tyche”, azienda impegnata nella costruzione del Polo Scolastico, progettata da Guglielmo La Regina della Archicons srl, lo stesso del “sistema La Regina” che ha messo nei guai (e anche agli arresti) professori universitari, dirigenti e funzionari pubblici e politici pure del calibro dell’ex assessore regionale e attuale consigliere alla Regione Pasquale Sommese.
Se il “Sistema La Regina” si intrecci con quello “Aliberti-Di Saia” è l’obiettivo sul quale indagano oggi la Dda napoletana con i colleghi salernitani.

Adriano Falanga

 

—- La telefonata che lega i sistemi  “La Regina” e “Aliberti”
SCAFATI. «Per offerta migliorativa parlo di una cosa diversa, come quella che abbiamo fatto a Scafati, ha funzionato, nell’interesse dell’amministrazione». Così parlava Guglielmo La Regina, considerato dagli inquirenti deux et machina del “sistema La Regina”, che a Scafati è entrato in molti appalti banditi dall’amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose.La Regina a telefono cita “Scafati”, spiegando quella che è la sua visione di progettazione e gestione gare per la realizzazione di opere pubbliche. Al suo interlocutore racconta dell’incapacità dei comuni che non hanno in sede competenze e capacità professionali per fare le cose e pertanto si arriva al paradosso di perdere i finanziamenti perché non vengono presentati i progetti. «Per l’accelerazione di spesa loro avrebbero bisogno di una grande mano, di una buona struttura di supporto al Rup» aggiunge La Regina al telefono. Elementi che hanno comportato la settimana scorsa l’acquisizione di documenti nella sede legale della Tyche e l’iscrizione sul registro degli indagati di Andrea Vaiano.  Ieri la nuova perquisizione a Pasquale Aliberti e Monica Paolino.                  (a.f.)SCAFATI. «Per offerta migliorativa parlo di una cosa diversa, come quella che abbiamo fatto a Scafati, ha funzionato, nell’interesse dell’amministrazione». Così parlava Guglielmo La Regina, considerato dagli inquirenti deux et machina del “sistema La Regina”, che a Scafati è entrato in molti appalti banditi dall’amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose.La Regina a telefono cita “Scafati”, spiegando quella che è la sua visione di progettazione e gestione gare per la realizzazione di opere pubbliche. Al suo interlocutore racconta dell’incapacità dei comuni che non hanno in sede competenze e capacità professionali per fare le cose e pertanto si arriva al paradosso di perdere i finanziamenti perché non vengono presentati i progetti. «Per l’accelerazione di spesa loro avrebbero bisogno di una grande mano, di una buona struttura di supporto al Rup» aggiunge La Regina al telefono. Elementi che hanno comportato la settimana scorsa l’acquisizione di documenti nella sede legale della Tyche e l’iscrizione sul registro degli indagati di Andrea Vaiano.  Ieri la nuova perquisizione a Pasquale Aliberti e Monica Paolino.                  (a.f.)

—- LA CRONISTORIA / Dal 18 settembre l’ex sindaco e la moglie sono sott’inchiesta
I due anni di indagine su politica e diversi clan 

SCAFATI. Era l’alba del 18 settembre 2015, quando gli uomini della Dia bussarono alle due villette della famiglia Aliberti. Furono notificati gli avvisi di garanzia all’allora sindaco Pasquale Aliberti, alla moglie consigliere regionale Monica Paolino, al fratello imprenditore Nello Maurizio, allo staffista Giovanni Cozzolino, alla segretaria comunale Immacolata Di Saia. Il 22 marzo 2016 arriva a Palazzo Mayer la commissione d’accesso prefettizia. Resterà sull’Ente per sei mesi, fino al 22 settembre 2016. Nel mese di giungo 2016 il pm Montemurro chiede la misura restrittiva e cautelare degli arresti per i fratelli Aliberti. Il Gip Donatella Mancini respinge, derubricando il reato di voto di scambio a corruzione elettorale, che non prevede gli arresti. La Procura Antimafia ricorre in Appello, il Tribunale del Riesame di Salerno si pronuncerà il 25 novembre 2016. La triade di giudici non solo accoglierà la richiesta dell’antimafia, ma restituirà un profilo giudiziario più grave di quello redatto dagli inquirenti. Alla sentenza del riesame il collegio difensivo degli Aliberti annuncia il ricorso in Cassazione. Il primo cittadino si dimette, il 20 dicembre arriva il prefetto Vittorio Saladino per guidare l’ente come commissario ordinario. Il 27 gennaio 2017 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella firmerà il decreto di scioglimento per infiltrazioni criminali. Arriva la triade commissariale per la gestione straordinaria dell’ente. Un incarico previsto nella durata di 18 mesi, e affidato al Prefetto Gerardina Basilicata, al vice prefetto Maria De Angelis e al funzionario ministeriale Augusto Polito. Il 7 marzo 2017 la Corte di Cassazione nega gli arresti accogliendo parzialmente il ricorso del collegio difensivo. Il caso ritorna al riesame, dovrà motivare il perché si ritiene necessaria la misura degli arresti in carcere, piuttosto che un’altra misura restrittiva, come il braccialetto elettronico. Confermato però l’impianto accusatorio, ritenendo significativo il quadro probatorio del voto di scambio politico mafioso.                      (a.f.)

 

— «La Paolino ha fatto poco danneggiando la città»

I CINQUE STELLE /Il nome di Scafati accostate sempre ad indagini politico giudiziarie
SCAFATI. La città non ne può più di essere continuamente accostata a fatti di criminalità organizzata per le vicende giudiziarie del consigliere regionale Monica Paolino di Forza Italia. Questa in sintesi la posizione del Movimenti Cinque stelle di Scafati.
Scrivono da Sim, Scafati in Movimento usando toni molto duri: «Il nome della città di Scafati dovrebbe essere accostato a una politica per le azioni a favore del territorio e non per le indagini di riferimento e al consigliere regionale Monica Paolino che poco ha fatto per la sua città ma che in termini di cronaca giudiziaria l’ha resa famosa».
I pentastellati aggiungono anche una più ampa riflessione politica: «Ci dispiace per il nome della città che viene accostato sempre ad indagini politico giudiziarie, avvenimenti che non vogliamo facciano passare in secondo piano le vere colpe politiche del Sindaco Aliberti e dei suoi fallimenti che sono sotto gli occhi di tutti. Un sindaco che aveva una maggioranza schiacciante con 16 consiglieri e che è stato capace di perderne la maggior parte passando numericamente in minoranza. Questa è stata la sua più grande sconfitta e va ricordata».

 

—- «Un abbraccio forte a chi ci vuole davvero bene»

SCAFATI. Intonro alle 15 di ieri il primo post su Facebook di Pasquale Aliberti, l’ex sindaco la cui casa è stata perquisita ieri mattina. Tace la moglie Monica Paolino. Scrive l’ex primo cittadino sul social media:   «Le persone belle. Ho imparato che le persone #belle non arrivano dal nulla ma hanno sempre compiuto un percorso nella vita. Che hanno conosciuto la sconfitta, la sofferenza e le delusioni con #dignita’. Che hanno una sensibilità per le cose della vita che riempie le loro azioni di un #amore profondo. Io le ho conosciute: sono le più #semplici e le più comuni. Un #abbraccio forte a chi ci vuole davvero bene».

—- MONICA PAOLINO / La precisazione del consigliere regionale agli investigatori
«E’ un addetto stampa ad occuparsi del mio profilo»

Il consigliere regionale e ex presi- dente della commissione Antimafia Monica Paolino agli investigatori ha spiegato che il suo profilo Facebook non è gestito direttamente da lei ma dal suo addetto stampa. Dunque, è una persona sua fiducia, nominata in concomitanza con l’e- lezione a consigliere regionale che quotidianamente si occupa di ag- giornare la bakeka ed interagire con il nutrito gruppi di “amici” presenti sul profilo. Ovviamente su questo sarà l’esperto informatico a doversi esprimere dopo aver preso visione di post e conversazioni anche private degli indagati.
Non è la prima volta che Pasquale Aliberti e Monica Paolino vengono sottoposti a delle perquisizioni dal- l’apertura del fascicolo a loro carico con l’accusa di voto di scambio.

p.f.

 

«L’avvocato mi aveva detto di non utilizzare facebook»

“Il mio avvocato mi aveva detto che era meglio non utilizzare la pa-gina facebook”. E’ la frase pronunciata dall’ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti quando gli uomini della Dia (direzione investigativa antimafia) agli ordini del colonello Giulio Pini hanno spiegato all’indagato che dovevano procedere alla copia della bacheca perso- nale del social sua e della moglie Monica Paolino.

I coniugi Aliberti nel corso della perquisizioni da parte degli uomini della Dia sono apparsi tranquilli e non hanno voluto la presenza dei legali di fiducia. p.f.

Il consigliere regionale e ex presi- dente della commissione Antimafia Monica Paolino agli investigatori ha spiegato che il suo profilo Facebook non è gestito direttamente da lei ma dal suo addetto stampa. Dunque, è una persona sua fiducia, nominata in concomitanza con l’elezione a consigliere regionale che quotidianamente si occupa di ag- giornare la bakeka ed interagire con il nutrito gruppi di “amici” presenti sul profilo.
Ovviamente su questo sarà l’esperto informatico a doversi esprimere dopo aver preso visione di post e conversazioni anche private degli indagati.
Non è la prima volta che Pasquale Aliberti e Monica Paolino vengono sottoposti a delle perquisizioni dal- l’apertura del fascicolo a loro carico con l’accusa di voto di scambio.

p.f.

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