Scafati. Ecco la vera Scafati...Solidale - Le Cronache
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Scafati. Ecco la vera Scafati…Solidale

Scafati. Ecco la vera Scafati…Solidale

Di Adriano Falanga

La città di Scafati vive una fase di stasi socio politica, e questo è un fatto noto. Le politiche sociali oggi sono nel caos, sia per la mediocrità delle risorse dedicate e sia per il caos generato dallo spacchettamento del vecchio piano di zona. Ad ogni modo, quelle poche risorse disponibili sono in gran parte dirottate al comparto sanitario: assistenza e supporto ai malati. Resta fuori tutto un mondo, che di certo non si ferma ad aspettare tempi migliori. La povertà ad esempio, che mette in ginocchio decine di nuclei familiari, partorendo i cosiddetti “invisibili”: senzatetto, disagiati, pensionati in crisi, disoccupati, immigrati, bambini difficili. Una categoria che, stando agli ultimi dati Istat, non conosce freno. Il gelo di questi giorni ha concentrato l’attenzione sui clochard, andando a sensibilizzare anche quelle persone che quotidianamente ignorano il problema. Perché, sia chiaro, i senzatetto vivono per strada anche quando non fa freddo. Una piaga che non conosce limiti e confini che non risparmia di certo neanche Scafati. E allora, in assenza di servizi sociali adeguati e concretamente strutturati, chi provvede a queste persone? Chi rende aiuto agli “invisibili? E’ così che Cronache ha scoperto una positiva realtà locale, che vive e agisce lontano dai riflettori, offrendo quel supporto che le Istituzioni non riescono a offrire. Sono le parrocchie, realtà che a Scafati sono molto attive, operative e ben organizzate. Sono queste che grazie all’impegno di volontari e benefattori riescono a “scovare” gli invisibili e offrire loro un aiuto. Due sono le comunità parrocchiali che abbiamo approfondito, fermo restando però che molte altre comunità cattoliche offrono, nel loro piccolo e nella loro dimensione, lo stesso servizio. Ogni parrocchia ha la propria visione, e offrono diverse attività di supporto e assistenza alle classi dei cosiddetti “ultimi”. Don Giovanni De Riggi è il parroco della Chiesa Patronale di Santa Maria Delle Vergini, in piazza Vittorio Veneto. In questa parrocchia sono vive e operative diverse realtà laiche, dall’Azione Cattolica alle comunità Neocatecumenali, che provvedono a inglobare sia l’universo giovanile che coloro che cercano un approccio più approfondito con la loro fede. Ma è la Caritas che in particolare provvede al supporto degli invisibili. “Fin dal 2001 è operativa la mensa dei poveri – spiega Don Giovanni – un servizio quotidiano, costante, che funziona e va avanti esclusivamente grazie alle donazioni di benefattori e al volontariato dei parrocchiani”. La mensa non riceve fondi pubblici o diocesani, si autogestisce grazie alla solidarietà della comunità parrocchiale spiega il parroco. “Ogni giorno, da anni, vengono preparati almeno 50-60 pasti caldi. Pasti completi, dal primo al secondo con contorno e la frutta”.

1-don-giovanni-de-riggiContrariamente a quanto si possa pensare, non sono pochi gli italiani. “Molti vengono anche da fuori città, alcuni sono stranieri ma non mancano famiglie locali. Alcune di queste per un senso di vergogna non vengono direttamente in mensa, ma passano a ritirare il pasto preparato e confezionato”. Un servizio che comporta certamente oneri non indifferenti, considerato anche il costo delle vettovaglie e di quanto necessario per consumare un pasto completo. A cucinare, servire ai tavoli e pulire sono volontari. Così come sono volontari coloro che portano avanti anche il servizio pacchi alimentari. “Pensavamo che con il tempo questo servizio andasse scemando, ed invece ci siamo ricreduti” continua Don Giovanni. Sono oltre 200 i nuclei familiari che mensilmente usufruiscono del pacco alimentare. Contrariamente al Comune, l’intero servizio, logistica compresa, è garantita dal volontariato. “A volte carichiamo al Banco Alimentare anche 50-60 quintali di genere alimentari, e tutto questo è reso possibile grazie ai parrocchiani che mettono a disposizione sia il loro tempo che i loro mezzi di trasporto” puntualizza il parroco. Una bella realtà che purtroppo si scontra con quella negativa della povertà. “Siamo abituati ancora a immaginare il povero come il classico straccione – confida Don Giovanni –  ma i tempi hanno introdotto i disoccupati, i pensionati, gli immigrati”. Secondo il sacerdote non tutti provengono dai cosiddetti quartieri degradati. “Anche in strade residenziali, come via Martiri D’Ungheria e corso Nazionale, si nascondono, coperti dalla loro dignità, famiglie in pesanti difficoltà”. Come ad esempio coloro che han perso il lavoro restando con il mutuo da pagare. “Più che mangiare, oggi è diventato difficile far fronte alle utenze domestiche” aggiunge il prelato, confidando che sempre più spesso la parrocchia prova a venire incontro a coloro che non riescono a pagare le bollette. E non sono pochi. “Tutto questo avviene da anni, lontano dai riflettori, perché sono personalmente convinto che, come diceva Cristo, la mano destra non sappia ciò che fa la sinistra”. Insomma, la provvidenza esiste, il mondo non è ancora del tutto chiuso su se stesso.

LA REALTA’ DI SAN FRANCESCO DA PAOLA

1-volontari-san-francescoDon Peppino De Luca ha dieci anni in meno del “collega” di Santa Maria Delle Vergini, entrambi però provengono dalla stesa realtà parrocchiale e hanno condiviso lo stesso percorso di formazione cattolica. Sono concittadini, di Cicciano. Don Peppino è molto conosciuto per il suo carisma, la parrocchia fondata dal compianto Don Aniello Marano, è intitolata a San Francesco di Paola. Qui la realtà parrocchiale è fondata sullo scoutismo, ma con l’avvento di Don Peppino sono nate altre realtà associative, che animano la vita comunitaria in parrocchia. La Chiesa è dotata di parco giochi e campo di calcetto, oltre ad uno stupendo teatro. Questo ha permesso l’esistenza dell’oratorio ragazzi, e di una realtà teatrale molto prolifica. Negli anni, numerosi sono stati gli attori famosi che hanno calcato il palcoscenico, negli ultimi tempi è stato sviluppato anche il foyer, inizialmente usato per incontri con i ragazzi, inserendovi l’angolo bar, il botteghino ed il guardaroba. In pochi anni insomma, grazie all’aiuto di Mons. Aniello Marano, di don Peppino De Luca e della direzione del Dott. Ciro Aquino, il teatro si è sviluppato enormemente, tanto da annoverarsi tra le sale più belle ed accoglienti dell’agro. La Rassegna messa in opera ha superato ampiamente i 300 abbonamenti, tale da far registrare il tutto esaurito. Non solo aggregazione culturale però, in parrocchia esiste anche la “Casa di Francesco” primaria e gratuita accoglienza alle persone bisognose di vestiti, igiene personale e di cure mediche per ridare dignità e speranza attraverso la condivisione e la solidarietà. La Casa di Francesco eroga periodicamente i servizi di guardaroba, cura dell’igiene della persona e di ambulatorio medico, oltre ad avere al proprio interno cucina e dormitorio. Tutto gratis e curato dai volontari dell’associazione Emmaus e degli scout del Masci Scafati 2. “Attualmente stiamo completando la struttura, che sorge sotto la scala di ingresso alla Chiesa – spiega Don Peppino – abbiamo stabilmente 7-8 ospiti, tra cui italiani, e una volta completata, La Casa Di Francesco potrà accogliere una decina di ospiti. Sono stati spesi oltre 40 mila euro ad oggi grazie anche ad un premio vinto di 15 mila euro e 5 mila euro che ci ha donato il Comune”. Chiaramente, il resto è affidato alla solidarietà di generosi benefattori, alle offerte, e ai ricavi della rassegna teatrale. La raccolta di generi di prima necessità e di vestiario in buono stato è sempre operativa.

SERVIZI SOCIALI, LA SFIDA PARTE DA QUI

1-mensa-caritasCronache ha voluto semplicemente raccontare come, in una città come Scafati, le comunità parrocchiali riescono a sopperire, nonostante le ovvie difficoltà logistiche ed economiche, alla carenza e precarietà dell’offerta dei servizi sociali istituzionali. Dimensioni e strutture diverse, che ispirate a principi cristiani riescono ad aggregare persone e ragazzi, sotto lo spirito dell’associazionismo e del volontariato. Non solo Santa Maria Delle Vergini e San Francesco di Paola però, realtà simili sono presenti anche nelle altre parrocchie, tra cui Santa Maria Delle Grazie, al Santuario della Madonna dei Bagni, oppure San Pietro apostolo, dove pure esiste una forte realtà teatrale e giovanile. Viene da chiedersi, in una galassia di cemento come è diventata Scafati, senza le comunità parrocchiali centinaia di giovani, famiglie, o anche semplicemente persone animate da spirito altruista, dove e come avrebbero potuto aggregarsi o rendersi disponibili al prossimo. La città non offre nulla, non ha strutture sportive pubbliche, non ha centri di aggregazione giovanili, non ha sportelli di ascolto e sussidiarietà a chi si ritrova in condizioni di bisogno, sia economico che psicologico. Fatto salvo poche e rare realtà associative, il resto nasce solo per intercettare fondi, o creare consenso politico, senza però garantire una continuità nel tempo del servizio. Ed è questa una delle sfide che la prossima amministrazione comunale è chiamata ad affrontare.