Scafati. Del Regno: "Dall'opposizione retorica da quattro soldi" - Le Cronache
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Scafati. Del Regno: “Dall’opposizione retorica da quattro soldi”

Scafati. Del Regno: “Dall’opposizione retorica da quattro soldi”

Di Adriano Falanga

Dopo l’ultimo consiglio comunale, si apre il dilemma: dimissioni o sfiducia? Preso atto che il consiglio comunale è in stallo, in quanto impossibilitato a proseguire in virtù della “scomparsa” della maggioranza, Pasquale Aliberti ha davanti a se due strade, rassegnare le dimissioni, così come ha sempre puntualizzato in passato, oppure tirare a campare, aspettando di ricevere una sfiducia politica da quei sei consiglieri comunali eletti con lui ed oggi dissidenti. L’opposizione, passata a 13 esponenti compreso il presidente dell’Assise Pasquale Coppola, non ha dubbi, il sindaco deve prendere atto e rassegnare le dimissioni. Ma alla maggioranza non importa il dissenso espresso attraverso il voto contrario in aula, chiede la sfiducia, affinché ognuno possa assumersi le proprie responsabilità politiche. E se a votare contro gli alibertiani l’opposizione si mostra compatta, non lo è nel votare una mozione di sfiducia, o nel dimettersi. Pomo della discordia la posizione di Identità Scafatese, che non vuole essere da assist al centrosinistra, ma non solo: “siamo di fronte ad un dato di fatto, palese e lampante – spiega il capogruppo Stefano Cirillo – il sindaco non ha più i numeri per andare avanti. Sta a lui prenderne atto”. Insomma, il fallimento è politico istituzionale, e a contribuire a tutto questo anche il Cotucit. Dopo il voto alla fiducia di giugno, Michele Raviotta e Filippo Quartucci sono letteralmente scomparsi dall’Assise. Ufficialmente per Raviotta si parla di problemi di salute, ma i pettegolezzi parlano di una fiducia verso Aliberti già scemata, un allontanamento politico insomma. Un entusiasmo venuto subito meno, forse anche a causa di un assessorato promesso e non avuto, fatto sta che ad oggi nessuno del gruppo civico eletto all’opposizione ha ufficialmente espresso una posizione chiarificatrice. Dalle fila, oggi risicate, degli alibertiani, è Diego Del Regno a rompere il silenzio. “Il consiglio di ieri ha fatto emergere, finalmente una volta per tutte, le responsabilità di questo brusco rallentamento dell’attività amministrativa – così il fedelissimo – Una opposizione cinica che non arresta del tutto la maggioranza ma che la costringe a procedere col freno a mano tirato. Consiglieri che non permettono il regolare funzionamento delle commissioni consiliari impedendo, di fatto, di lavorare per la città – accusa Del Regno – Eppure, almeno contando le sedie occupate in quello schieramento sembrerebbero avere i numeri per poter concludere questa legislatura. Non lo fanno, domandatevi perché”. Secondo l’esponente di maggioranza le motivazioni non sono solo politiche. “Troppo facile dire di aspettare le dimissioni del sindaco. Retorica da quattro soldi. Noi siamo seduti lì perché lo hanno voluto i cittadini, gli stessi delusi dai cambiamenti di casacca dei loro rappresentanti, pertanto non siamo noi quelli incoerenti –arringa l’avvocato consigliere – Siamo quelli che, in virtù della fiducia popolare, trascurano famiglia e lavoro per andare ad impegnarci quotidianamente per la collettività mentre, ognuno di loro, non li vedo in giro dallo scorso consiglio comunale e, prima ancora, dal precedente. Ma questo la gente lo sa. Come sa anche che continueremo a farlo incondizionatamente mentre la maggior parte di loro, chi per un motivo chi per un altro, attenderà il 17 novembre per darsi una mossa”. E il 17 novembre è il giorno in cui si pronuncerà il Riesame sulla richiesta di custodia cautelare in carcere chiesta dal pm antimafia Vincenzo Montemurro, a carico di Pasquale e Nello Aliberti.