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Scafati. Coppola: “Aliberti ha sempre voluto sfiduciarmi”

Di Adriano Falanga
“Sono rimasto meravigliato nel leggere che il primo cittadino mi avrebbe sempre difeso dalla volontà dei consiglieri di maggioranza di portare in aula la mia sfiducia – commenta Pasquale Coppola – in realtà è vero l’esatto contrario. Aliberti ha sempre e in ogni modo provato a sfiduciarmi, ma alla resa dei conti non ha mai trovato i numeri necessari, perché non solo il sottoscritto ha sempre lavorato in maniera imparziale, ma non aveva i voti necessari anche da parte dell’opposizione. Hanno prodotto atti, fatto segnalazioni, provato finanche a sostituirmi arbitrariamente, durante la fase della decadenza, ma in quel caso il Prefetto ha avallato le mie ragioni”. Il rapporto tra i due “Pasquale”, l’uno sindaco e l’altro il consigliere più votato di ambedue le consiliature, si è incrinato subito dopo la riconferma del 2013, quando Aliberti voleva per Coppola un assessorato, anche il vicesindacato, mentre questi optava e insisteva per la Presidenza del Consiglio. La prima volta che gli alibertiani provarono a sfiduciare Coppola fu a seguito delle elezioni europee del 2014, quando il presidente si smarcò dai colleghi non votando il candidato indicato dal sindaco, espressione di Forza Italia. Ci fu un azzeramento della Giunta e fu proprio Aliberti a chiedere pubblicamente le dimissioni di Coppola, “affinchè possa essere rivotato”. Un secondo tentativo ci fu a margine della travagliata fase della decadenza, quando Aliberti aprì ufficialmente la crisi di maggioranza e in conferenza stampa dichiarò: “Devo capire se c’è ancora una maggioranza disposta ad andare avanti, ma non chiedo una fiducia generica, bensì il pieno sostegno a quattro punti”, e questi erano: Nuova programmazione Più Europa, Puc, nuovo Bilancio e sfiducia a Coppola. Condizioni imprescindibili per proseguire la consiliatura fino alla naturale scadenza del 2018, altrimenti: “rassegnerò le mie dimissioni irrevocabili”. Non se ne fece nulla, perché Aliberti scoprì di non avere più i numeri e la leadership incondizionata. La montagna partorì un misero topolino e alla fine anche la semplice rimodulazione delle sole deleghe agli assessori richiese svariati tentativi. Da allora, il cammino politico di Aliberti è stato tutto in salita, fino ad arrivare all’attuale stallo consiliare, dove l’opposizione è numericamente maggiore degli alibertiani.