Scafati. Aliberti parla alla città: "non abbiamo nulla da temere, la città prima di me sembrava Baghdad" - Le Cronache
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Scafati. Aliberti parla alla città: “non abbiamo nulla da temere, la città prima di me sembrava Baghdad”

Scafati. Aliberti parla alla città: “non abbiamo nulla da temere, la città prima di me sembrava Baghdad”

Di Adriano Falanga

“Lancio un messaggio alla città e ai miei consiglieri, noi non abbiamo nulla da temere. Sono disposto a fare anche un passo indietro, se si ritornerà a parlare di politica”. Chiude così il suo lungo intervento Pasquale Aliberti, nel corso dell’evento istituzionale dedicato al Più Europa e tenutosi all’istituzione Scafati Solidale. Sala piena, sui trecento i presenti, tra addetti ai lavori, sostenitori e curiosi. Presente l’intera maggioranza, compreso “l’esterno” Michele Raviotta, accomodatosi in prima fila. “Negli anni più scuri per il Paese Italia abbiamo speso tutte le nostre energie e la nostra passione per rendere migliore Scafati. Le opere pubbliche, i cantieri aperti, i servizi destinati alle fasce deboli, la cultura e i grandi eventi sono sotto gli occhi di tutti. Un lavoro di squadra, e c’è ancora molto altro da fare”. Stampato e distribuito per l’occasione un opuscolo in cui sono elencate tutte le opere realizzate. Un opuscolo istituzionale, realizzato con i fondi dedicati alla comunicazione del settore Più Europa e su cui sono scritti i nomi di tutti i consiglieri comunali, opposizione compresa. Aliberti parte dal 2008, anno in cui fu firmato il protocollo d’intesa con la Regione Campania per il Più Europa. “Scafati è stato tra i pochi comuni europei a dimostrare di essere capace di spendere e rendicontare i fondi europei, per questo motivo ai 17 milioni di euro inizialmente assegnati sono stati aggiunti altri 7 milioni per un totale di 24 milioni di euro di fondi”. Il primo cittadino, quasi come se fosse in apertura di campagna elettorale, elenca tutte le opere, dalla riqualificazione urbana al recupero e rilancio delle infrastruture, tra cui il campo comunale. “A Pompei hanno un campo di patate, alla periferia con Boscoreale ci chiedevano di realizzare i marciapiedi anche nel loro comune – spiega un impettito Aliberti – la città prima sembrava Baghdad”. Rassicura sulla realizzazione del Polo Scolastico: “i fondi non sono persi, sarà fatta nuova gara i primi mesi del 2016”. Sul Puc Aliberti spiega ai presenti che lo strumento urbanistico è stato bloccato perché “abbiamo evitato la costruzione di centri commerciali e tenuto fuori gli apparati di potere, che hanno fatto denunce alla Provincia”. In realtà il Puc è stato dichiarato non conforme alla normativa provinciale e rimandato indietro per gli opportuni adeguamenti. Quanto al Pip: “abbiamo appena sottoscritto convenzione con la ex Agroinvest, che ci permetterà di sbloccare il finanziamento regionale di 27 milioni di euro”.

In chiusura, il primo cittadino non si risparmia un passaggio politico. Parla di “politica delle denunce”, quella che la sua opposizione avrebbe fatto in questi anni, e che hanno prodotto numerose inchieste, molte delle quali archiviate, tra cui l’inchiesta Over Line, andata avanti per tre anni e “su cui i giornali hanno scritto a lungo. Su questa inchiesta hanno fatto ben due campagne elettorali, andavano sui palchi a parlare di sistema Cosentino, quanto poi da legale si difendeva uno degli indagati”. Aliberti non lo cita, ma è chiaro il riferimento al consigliere comunale del Pd Marco Cucurachi, che ha difeso il dirigente Acse Antonio Sicignano. Polemizza con i giornali il primo cittadino, perché “stamattina tranne uno, nessuno ha speso un titolo per l’archiviazione dell’inchiesta Over Line”. Infine, Aliberti fa un’autocritica sul dato della raccolta differenziata, appellandosi al senso civico e collaborazione di tutti. Conclude spiegando alla città che è indagato a vario titolo per associazione politico mafiosa, concussione, corruzione, abuso d’ufficio e voto di scambio assieme alla segretaria Immacolata Di Saia, alla moglie consigliere regionale Monica Paolino, al fratello Nello e allo staffista Giovanni Cozzolino (tutti presenti in sala). “Sono indagato per dichiarazioni rese sul Polo Scolastico. Non so ancora da chi, lo saprò più avanti. Un’inchiesta che partiva dalla bomba fatta esplodere a casa della famiglia dell’ex consigliere D’Alessandro” conclude Aliberti, che promette di dire tutto non appena la vicenda sarà chiara, essendo oggi ancora in fase di indagini.