Scafati. Aliberti in pressing su Identità Scafatese: "accetto tutto". Si aprono spiragli - Le Cronache
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Scafati. Aliberti in pressing su Identità Scafatese: “accetto tutto”. Si aprono spiragli

Scafati. Aliberti in pressing su Identità Scafatese: “accetto tutto”. Si aprono spiragli

Di Adriano Falanga

Chi la dura la vince, e alla fine, prima o poi, dovrebbe vincere ancora Pasquale Aliberti. Ufficialmente in silenzio stampa, continua però a tessere la trama di una nuova maggioranza da un lato, cercando però di contenere l’esuberanza di alcuni suoi consiglieri dall’altro. Se i rapporti politici sono all’osso, quelli umani sono oramai defunti, tra alcuni alibertiani. Questo però non scoraggia il primo cittadino, che continua il pressing sul gruppo Idendità Scafatese. Non sono i comunicati stampa o i post sul social a fermare la “diplomazia”, con Stefano Cirillo, Bruno Pagano e Daniela Ugliano è lo stesso Aliberti a trattare e ieri sera nuovo vertice. Il sindaco sul tavolo delle trattative ha già messo l’azzeramento delle deleghe ai consiglieri e le dimissioni (parziali) del cda Acse. Si dice disposto anche ad azzerare la giunta, oltre che ridurre i compensi di assessori, presidente del consiglio, sindaco del 30%. Tutto questo entro il 16, giorno ultimo per votare sia il rendiconto che il previsionale in consiglio comunale. Non solo, i tre dissidenti avrebbero anche chiesto la sottoscrizione del documento da tutta la maggioranza, specificando che si preferisce tornare al voto, piuttosto che attuare il grande inciucio con Michele Raviotta e Filippo Quartucci. Ad Aliberti tutto sommato neanche andrebbe giù la possibilità di vedersi votato il bilancio con i voti della minoranza, lui che ha sempre sostenuto di essere contro i “papocchi politici”. Resistere è l’imperativo e resta da sciogliere anche la posizione di Identità Scafatese, dopo un eventuale voto a favore. I tre moschettieri si sono ampiamente dichiarati indipendenti, e tale resteranno anche dopo il voto. A questo punto è d’obbligo la domanda: a che serve votare un rendiconto, se poi non viene garantito il sostegno alla maggioranza? Insomma, i malpensanti sono legittimati a credere che il tutto serva solo a “tirare avanti” e superare lo scoglio dei 13 voti, necessari solo per votare il bilancio, considerato che ordinariamente per votare gli argomenti è necessaria la semplice maggioranza dei presenti. Volendo fare un azzardo, da venerdì mattina la nuova composizione dell’Assise scafatese vedrebbe 12 esponenti in minoranza e 13 al governo. Salvo ripensamenti, defezioni o saltimbanco.