San Matteo si affaccia dalla spiaggia di Santa Teresa - Le Cronache
Cronaca

San Matteo si affaccia dalla spiaggia di Santa Teresa

San Matteo si affaccia dalla spiaggia di Santa Teresa

 

La Croce bianca  per i Santissimi martiri che si sono sacrificati per Essa, la mitra e la bibbia per il nostro primate San Gregorio VII una enorme ninfea per San Giuseppe e il patrono all’ombra di una cycas su di un seggio con inserti ceramici di Mariella Siano, Marsia

 

Di OLGA CHIEFFI

Enrico Visco, Massimo Pellecchia e Francesco Carta, sono i maestri fioristi che si sono offerti di addobbare le sei statue che sono state portate in processione. Il Duomo, la mattina della festa è tutto un via vai di gente per portare il saluto ai santi, un’offerta, la figurella, una preghiera, ma in primo luogo per “vedere” i fioristi all’opera, avere un’anteprima sulla processione e far partire i primi commenti. Dopo la festa 2014, veramente da dimenticare anche per gli addobbi delle statue, tutto sembra ri-nascere. Le statue sono sobrie ma sostenute da un preciso progetto. I maestri fioristi hanno immaginato delle Croci per i Santi Martiri salernitani, Ante, Fortunato e Caio di gerbere immacolate, segno della fede assoluta sino a sostenere il martirio per quella insegna durante la persecuzione di Diocleziano e sotto il proconsole Leonzio. La Bibbia e la mitra sono i segni distintivi del grande Papa Gregorio VII, Ildebrando di Soana, che dalla cattedra salernitana sostenne la libertas ecclesia,  il movimento riformista, attraverso il quale combatté il modo con cui venivano conferiti da re, principi e nobili i vescovati e le abbazie (investitura laicale) e gli abusi che si creavano nella concessione di queste dignità ecclesiastiche (simonia). Gli ideali di Gregorio VII furono nobilissimi: la riforma dei costumi e l’affermazione dei valori morali; la libertà della Chiesa da ogni contaminazione mondana e da ogni soggezione laica; il trionfo della giustizia nel riconoscimento dei diritti di Cristo e della sua Chiesa. San Gregorio VII fu l’assertore della libertà dell’uomo e della Chiesa: lottò per la giustizia, e per essa seppe anche morire in esilio. Per lui gerbere bianche e gialle, i colori della chiesa con inserti arancioni, colori cari alla sua “paranza”. San Giuseppe si è concesso al suo popolo al centro di una grande ninfea bianca, il meraviglioso fiore acquatico che termina la sua fioritura proprio in settembre. Significativa la simbologia della ninfea che sposa perfettamente quella di San Giuseppe, santo della Buona Morte, purezza e castità, come il Giglio, simbolo dell’amore platonico, mentre gli antichi Egizi usavano porla nelle tombe come buon viatico. San Matteo ha benedetto la sua Salerno dal mare. Il raffinato addobbo ha ricordato la spiaggia di Santa Teresa. Il santo che tra le dita porta in giro per le vie triglie e tonnetti, è stato posto all’ombra di un piccolo palmizio, una vera e propria Cycas, con alle spalle una colonna di gerbere, il tutto su di un seggio composto di anturium bianchi e rossi con dei pescetti di ceramica, firmati da Mariella Siano, Marsia, che ha sintetizzato un percorso della memoria, in un microcosmo di sensazioni mediterranee.