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Salerno, i fratelli Ventura: “Così abbiamo evitato un disastro”

I fratelli Ventura, Antonino e Silvio, titolari dei pontili di Via Porto, hanno vissuto una domenica notte “incandescente”. “Eravamo seduti sulla piattaforma adiacente i pontili dove sono attraccate circa cento barche, davanti al bar –ristorante, quando, poco dopo le 23,00, ci siamo accorti che una delle barche si stava incendiando” – ha raccontato Antonino Ventura – “Abbiamo preso immediatamente gli estintori e, di corsa, ci siamo avvicinati alla barca. Proprio in quel momento i vetri delle cabine, a causa della forte temperatura, sono scoppiati provocando una maggiore presenza di ossigeno all’interno della barca che ha alimentato ulteriormente l’incendio. A quel punto era impossibile intervenire con l’estintore. Abbiamo immediatamente allontanato le barche vicine a quelle incendiate prima che potessero prendere fuoco: “Morristown”; “Holiday” e “El Chib”. Poi, con grande freddezza e coraggio, mio fratello Silvio, è salito su uno dei nostri gozzi forniti anche d’idrante e, dopo aver spento le fiamme che si stavano diffondendo alla vicina barca “Holiday”, una alla volta, avvicinandosi alle barche in fiamme, ha agganciato le cime delle stesse per portarle al largo. A pensarci adesso, a mente fredda, possiamo dire che, anche grazie alla nostra esperienza cinquantennale, ci è andata bene”. Silvio Autori ha raccontato come è stato evitato che le altre barche, oltre “Toby”, prendessero fuoco: “ Dopo essermi bagnato la faccia e il corpo, respirando a fatica, ho sciolto le cime di poppa delle due barche incendiate. Poi, salito sul gozzo, ho tagliato le cime di prua e trainato al largo le due barche portandole fino all’antimurale dove Giuseppe D’Angiolillo le ha agganciate agli scogli. Lì il rimorchiatore intervenuto, che non poteva avvicinarsi ai pontili per la bassa profondità del fondale, con delle potenti lance ha spento l’incendio sulle barche che, completamente distrutte, sono affondate. I proprietari delle barche hanno già chiamato un pontone da Napoli per recuperarle”.