Cinica, pragmatica, granitica. La Salernitana espugna per la prima volta nella sua storia lo Zini di Cremona grazie ad un gol del ritrovato Milan Djuric e si candida definitivamente per la promozione in serie A. Un obiettivo che sembrava, fino a qualche mese fa, una mera utopia e che invece si sta materializzando pian piano sotto gli occhi dei tifosi granata. Merito indubbiamente di Fabrizio Castori, capace di plasmare a sua immagine e somiglianza la Salernitana. Un gruppo che non gioca il calcio moderno di Empoli o Venezia, ma quello tremendamente concreto che fino a qualche decennio fa veniva etichettato come “all’italiana”. Quello fatto di tanti pareggi, di molti 1-0 e di poche, pochissime sconfitte. La Salernitana si sta abituando a non perdere anche perché gli avversari non riescono a farle gol. Quello di Cremona è il quarto clean sheet consecutivo, un evento statistico che non si verificava da decenni. Una ritrovata solidità difensiva che ha aiutato i granata a collezionare il nono risultato utile consecutivo. Una striscia nata all’indomani del cappotto di Empoli, in cui la Salernitana toccò l’apice del suo primo ed unico periodo negativo di questa stagione, quello dei tre ko consecutivi. Da quel giorno i granata si sono trasformati in un’altra squadra, capace di mostrare il fianco all’avversario, tirarlo fuori dal proprio guscio per poi colpirlo improvvisamente con un attacco mortifero ed, infine, difendere strenuamente fino alla fine il prezioso risultato. Ieri a Cremona è accaduto questo. La Salernitana ha atteso che la Cremonese aprisse le proprie maglie per insinuarsi alla prima occasione e far gol. L’assist ai granata l’ha servito… il signor Illuzzi di Molfetta che ha restituito palla a Jaroszynski dopo aver fermato il gioco per l’infortunio del grigiorosso Bianchetti, innescando il piede mancino del polacco e, poco dopo, il frontone micidiale di Milan Djuric. 1-0 Salernitana e tutti dietro a difendere tre punti di platino. La Cremonese ci ha provato, riuscendo però a fare solo il solletico ai granata. Un tiraccio di Gustaffson, un intervento da urlo in scivolata di Jaroszynski su un tiro a botta sicura di Ciofani e null’altro nei primi 45 minuti. Il tecnico grigiorosso Fabio Pecchia ha quindi provato a rimescolare le carte davanti, inserendo i talentuosi e rapidissimi Gaetano, Nardi e Colombo ma soltanto quest’ultimo, con un paio di conclusioni acerbe respinte tanto goffamente quanto efficacemente dal rientrante Belec, è riuscito ad allarmare Castori. Nemmeno più di tanto visto che il tecnico granata ha risparmiato le cartucce Tutino e Cicerelli inserendo nel finale altri operai come Kristoffersen, Schiavone e Bogdan pronti a dare l’anima pur di portare a Salerno un altro successo esterno ed il secondo posto in classifica. Alla fine ha emozionato l’urlo liberatorio, più che d’esultanza, di un gruppo che avrebbe meritato di essere celebrato e sospinto da un popolo fremente e costretto, come leoni in gabbia, a seguire il campionato più bello ed avvincente degli ultimi ventidue anni davanti alla tv. Ma tant’è. La Salernitana è lì, perché non (continuare) a crederci?
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