Rossana Falzarano e l’elegia dell’incertezza - Le Cronache
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Rossana Falzarano e l’elegia dell’incertezza

Rossana Falzarano e l’elegia dell’incertezza

Il coraggio del tuffo nel mare profondissimo di cartesiana memoria con Dip, singolo fruibile anche in video, un brano prodotto e mixato da Ben Romano e masterizzato da Raffaele Masterlab Rossi

Di Gaetano Del Gaiso

Uno dei motivi per cui credo che questo 2020 non sia un anno da gettare completamente nel proverbiale ‘dimenticatoio’ risiede certamente nella comparsa di tanto nuovo materiale musicale cui prestare il proprio orecchio quando i rumori del mondo iniziano a fagocitarne voracemente quel sottile e delicato substrato sonoro che tiene legate le oltre sette miliardi di monadi di leibniziana memoria che lo popolano a un principio di fondo i cui enunciati si esprimono in un linguaggio astruso e apparentemente privo di reali valori significanti: la musica. Sono trascorsi ormai tredici anni da quando, un giorno di giugno, ascoltando la canzone ‘Nemo’ della band symphonic metal finlandese Nightwish, decisi che sarebbe stata proprio quell’arte che dagli antichi greci fu affidata alle amorevoli cure della musa Euterpe a girare la ruota dei miei giorni su questa terra. E da allora io, la musica, non l’ho mai tradita. E’ chiaro che, come spesso, un po’ a tutti, accade, sia andato incontro a diversi ripensamenti, concedendomi pure a un voluttuoso ripiegarmi su me stesso e sulle scelte che sino a quel momento avevo compiuto; eppure, oggi, eccomi qui, un musicologo che parla di musica a chi di musica vuole saperne di più, ansioso di rivelare al mondo come questa rappresenti non soltanto un validissimo sostegno nei momenti più oscuri e caliginosi della vita di ognuno di noi, ma anche il flessuoso trampolino da cui ‘tuffarsi’ in un domani senza la garanzia di poter risalire dalla spuma prodotta dalla collisione dle nostro corpo con la superficie dell’acqua vivi e incolumi. Una che di tuffi ne sa qualcosa è Rossana Falzarano, in arte Rox, figlia d’arte del’ clarinettista Gaetano, che, con la sua ‘Dip’, dall’inglese ‘tuffo’, un brano prodotto e mixato da Ben Romano e masterizzato da Raffaele Masterlab Rossi, traccia sul volto dell’incertezza un solco profondo da cui poi ricavare una via di fuga verso quel mare che per l’autrice stessa rappresenta “il solo luogo in cui sentirsi veramente liberi”. Una ballad dalla struttura limpida, chiusa e lineare, scevra di particolari modulazioni stilistiche, armoniche o melodiche che potrebbero alterarne il gentile decorrere in cuffia, in cui si evincono, sin dal riff inaugurale di chitarra elettrica impostato su un solido arpeggio in palm muting, le diverse influenze esercitate sul songwriting della cantautrice salernitana da band come Sum 41, Greenday, Blink 182, Puddle of Mudd e da artisti come Pink, Miley Cyrus e Alanis Morissette; influenze che si traducono in un impasto sonoro liquido ed etereo, morbido e avvolgente, come un’onda che placida si infrange sul bagnasciuga lasciando che le sabbie divorino il riflesso della luna di una calda e silenziosa notte d’estate. Un tiepido commento che però si rivela essere in aperto contrasto con quanto la Falzarano dichiara nei suoi versi, annaspando in quelle stesse acque che la notte rende putride e viscose come una pozza di petrolio dalla quale sembra quasi impossibile riemergere, per quanti sforzi si facciano per raggiungere una riva che sembra allontanarsi sempre più, come talvolta fanno le risposte a quesiti di cui noi stessi, in fondo, non desideriamo conoscerne gli eventuali sviluppi. Un vera e propria elegia dell’incertezza che ben viene a incastonarsi nel quadro storico di questo 2020 di cui fatichiamo a individuarne la porta d’uscita, e a cui concedersi quando alla noia di una routine monotona e monocromatica sopraggiungono quei brevi prolassi di piacevole nostalgia in cui decidiamo di guardare i film o le serie tv che hanno segnato in modo indelebile la nostra infanzia, leggere un romanzo che non leggevamo da tempo, gustare uno spuntino a base di pane, burro e marmellata da intingere in un bel bicchiere di latte e perché no, ascoltare un pò di musica che ci faccia ricordare di quanto ci sia bisogno di ritornare alla semplicità dei piccoli gesti e delle piccole cose quando ciò che fino a un momento fa costituiva una solida certezza svanisce trascinato dalla risacca nelle profondità del mare.