Rinasce l’Annunziata - Le Cronache
Attualità

Rinasce l’Annunziata

Rinasce l’Annunziata

“La riapertura della chiesa della Santissima Annunziata accontenta la gente”. Sono queste le parole di don Claudio Raimondo, parroco della chiesa di Sant’Anna al Porto e di Santa Trofimena nella Santissima Annunziata, se non ci fosse stata la collaborazione della confraternite la chiesa avrebbe sofferto molto disagio- Il parroco ha inteso sottolineare alcuni momenti più importanti per la vita di un cristiano ma soprattutto per le persone del territorio “significa tantissimo rivivere il battesimo, la prima comunione, la cresima, il matrimonio e il funerale”. Si avverte molta emozione da parte di tutti, si attende “con trepidazione l’evento dell’inaugurazione” (che si terrà domani, ndr) – prosegue don Claudio – Da sottolineare che la chiesa dell’Annunziata è anche municipale, della Capiteneria di Porto, infatti le due istituzioni celebrano in essa gli eventi e le ricorrenze che significativamente li riguardano. La chiesa della Santissima Annunziata Maggiore riapre dopo tre anni, l’incendio avvenuto nel 2008 la cui causa fu “l’estate torrida “provocò lo scioglimento degli stucchi e la rottura di alcune capriate. La sua fondazione è incerta, esistente già nel XII secolo, dalle fonti storiche risultano alcune testimonianze storiche-artistiche, da un documento di donazione da parte di Margherita Durazzo del 1404 e poi del 1412. Distrutta da un’alluvione nel 1627, è stata poi ricostruita tra il 1628 e il 1636. Fu poi restaurata nel 1957-1959. La struttura architettonica della chiesa presenta una navata unica con cappelle laterali, la facciata presenta due nicchie in marmo ai lati del portale su cui è collocato un tondo in bassorilievo in marmo raffigurante “l’Annunciazione”. Il campanile attribuito al Sanfelice si sviluppa con capitelli ionici e corinzi che scandiscono gli angoli e decorano l’intera struttura. Insomma, la chiesa dell’Annunziata è pronta a tornare all’antico splendore. I lavori sono durati circa due anni e mezzo, con i primi 12 mesi che sono stati impiegati per curare i rinvenimenti archeologici e il successivo anno e mezzo per i veri e propri lavori di restauro. Dunque, è pronto a tornare rivivere uno dei monumenti più belli di Salerno – l’unica chiesa di proprietà comunale – con il campanile del Sanfelice e le numerose opere d’arte moderrna come quelle di Sergio Vecchio e Enrica Rebec e le ceramiche della cupola del maestro Giancappetti. L’ultima opera, l’organo dell’ebanista lombardo De Lorenzo (datato 1880), per motivi tecnici, sarà fruibile a partire dal prossimo mese di settembre.

Mariangela Molinari