Remembering quel profumo di libertà - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Musica

Remembering quel profumo di libertà

Remembering quel profumo di libertà

di Olga Chieffi

Si sono concluse ieri mattina, con la cerimonia solenne a Torre di Mare, le quattro giornate indette dal Comune di Capaccio-Paestum e affidate al presidente e al direttore del Museo dello Sbarco e Salerno Capitale, rispettivamente Nicola Oddati e Antonio Palo. Dal 4 al 9 settembre i luoghi paestani dell’Operazione Avalanche, sono stati animati da diversi eventi, giocati sulla memoria storica quale patrimonio culturale immateriale e formazione dell’identità culturale attraverso questa. Così, il cartellone è stato inaugurato nella biblioteca Erica di piazza Santini, con la presentazione del Museo fotografico. Insieme al sindaco di Capaccio Paestum, Francesco Alfieri, e al consigliere comunale Antonio Mastrandrea, sono intervenuti Nicola Oddati e Antonio Palo, che hanno relazionato su quei giorni, ponendoli in correlazione anche con ciò che stiamo vivendo oggi, cercando di insistere su di una lezione che dura da ben 78 anni e della quale i giovani devono fare tesoro. Un tesoro che si è espresso anche in musica, a partire dal concerto della Fanfara dei Bersaglieri Brigata Garibaldi, ai piedi del Tempio Nettuno. I bersaglieri sono una forza che ci ritroviamo nel cuore sin da ragazzi, maestri di simpatia e di gioventù. Si citano i cappelli piumati e sembra che giù in istrada passi di corsa una fanfara lucente piena di squilli. I bersaglieri legano il proprio nome agli ottoni “…marciavano in testa dodici soldati colla carabina sulla spalla sinistra, tenendo nella destra corni da caccia con cui suonavano una marcia allegra, vivace e tale da far venire la voglia di correre anche agli sciancati…” e le loro note, il loro virtuosistico Flik Flok, è stato capace di unire il nostro Risorgimento, con la Resistenza, su di un ponte di note. Si, non ci sbagliamo, perché la musica afferra il presente, lo ripartisce e ci costruisce un ponte che conduce verso il tempo della vita. Colui che ascolta e colui che canta e suona, vi ci trova un amalgama perduto di passato, presente e futuro. Un flou speciale, che dalle variazioni del Flik Flok, ci ha portato ad applaudire il Brass Quintet della U.S. Naval Forces Europe And Africa – Allied Forces Band, che prima di attaccare un interessante arrangiamento di Blue Skies, nello stile dell’epoca dei V disk, in cui la variazione classica si è trasformata in improvvisazione da parte della seconda tromba, del celebre tema di Berlin, ha inteso cimentarsi con pagine classiche per brass, composte da Ludwig Maurer, un divertissement non semplice, che ha avuto diverse ombre nell’esecuzione, anche perché è noto che i musicisti sono militari che al di fuori dell’orario di servizio si ritrovano nella pratica musicale, quindi è una formazione in continuo work in progress, e non è facile trovare amalgama, suono e assieme su composizioni di questo genere. Il concerto, quindi è decollato sulle ali di Volare, brano con cui gli ottoni ci hanno salutato, sotto la pioggia. La musica ha sconfitto anche lampi e tuoni, per regalare l’ultimo set del concerto con la rock band che ha spaziato da “Iko Iko” ad “I Want You Back ”, fino a “Sara non piangere” del nostro Pino Daniele, con i due vocalist accompagnati dalla ritmica e dai sassofoni. Altri eventi hanno impreziosito il ricco cartellone, a cominciare dal convegno sulla “Rilevanza storica dell’Operazione Avalanche” alla presenza dei padroni il sindaco Alfieri e il consigliere Mastrandrea, sono intervenuti, il direttore del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Massimo Osanna, il direttore del Texas Military Forces Museum, Jeff Hunt, con prestigiosi relatori, quali Fernando Fraternali, professore ordinario dell’Università di Salerno, Nicola Oddati, il colonnello Gerardo Di Ruocco, con un importante intervento dal tema “Convenzione dell’Aja per protezione dei beni culturali”, l’archeologo Antonio Asprone, presidente SIPBC Salerno, che intervenuto su “Lo Scudo Blu e l’assegnazione del riconoscimento al sito archeologico di Paestum”, ha fatto con la sua parola da preludio, all’apposizione dello scudo stesso e all’inaugurazione della mostra storica di mezzi d’epoca nella villa comunale Sant’Anna di Torre di Mare, per riaffermare ancora la libertà nel segno della cultura e che in guerra è l’Uomo, la sua storia, l’umanità ad essere negati.