Ravera: «Laurearsi in Romania, una piaga» - Le Cronache
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Ravera: «Laurearsi in Romania, una piaga»

Ravera: «Laurearsi in Romania, una piaga»

E’ corsa alle facoltà di medicina della Romania. Sono decine i giovani salernitani, e centinaia quelli italiani che ogni anno decidono, magari a seguito dall’esclusione dalle facoltà nazionali, che decidono di conseguire il titolo di studio oltre Alpe ed in particolare in Romania dove gli accessi hanno regole diverse e sono senza numero chiuso. Ovviamente, la fuga verso le università estere ha creato non poche polemiche tra i camici bianchi italiani che si sono divisi tra favorevoli e contrari all’ottenimento del titolo di dottore all’estero a seguito, talvolta dell’esborso di cifre di denaro a più zero. «Capita soprattutto con l’odontoiatria – ha tuonato l’ex presidente dell’Ordine dei Medici di Salerno Bruno Ravera – ed è certamente una piaga, perché vengono aggirate delle norme molto precise, inflaziona oltre il limite del tollerabile quello che è il numero di medici e odontoiatri in sevizio e poi è un modo che privilegia coloro i quali possono permettersi il lusso di pagare delle cifre abba
stanza elevate. Credo che lo Stato italiano dovrebbe elaborare una strategia per evitare o quantomeno ridurre questi episodi». Di parere completamente diverse l’attuale vertice dell’ordine professionale della provincia di Salerno Giovanni D’Angelo «Personalmente non mi sento di condannare, aprioristicamente, chi non fa il suo percorso formativo all’interno del nostro paese perché, probabilmente, il numero dei posti disponibili è inferiore rispetto alla domanda e si sta vedendo che questa chiusura, presumibilmente, non è stata foriera di buone cose. Voglio subito precisare, chiaramente, che non è allargando a tutto e a tutti che otterremo un risultato positivo dato che, non solo occorre che ci siano i medici ma occorre che ci siano buoni medici, competenti e formati e la formazione, in Italia, è certamente ben curata, ne danno prova tutti coloro che non rimangono qui e vanno all’estero, sono tra i primi”.

Antonio Iovino