Raffaella Nunziante: Stay Safe - Le Cronache
Coronavirus

Raffaella Nunziante: Stay Safe

Raffaella Nunziante: Stay Safe

Da Vietri a New York la pianista, docente presso l’ Hunter College istituto bilingue della Grande Mela, ci racconta come sta vivendo la pandemia da Corona Virus

Di Raffaella Nunziante

Il 4 luglio, una data particolare, giorno dell’Independence Day americano, del 2015, la pianista vietrese Raffaella Nunziante, plurititolata in Italia, dal pianoforte alla strumentazione per banda, dal corno alla laurea in lingue e letterature straniere, accompagnatrice al pianoforte in diversi master internazionali, sale sul volo per New York, allo scopo di trascorrere un mese di vacanza nella grande mela. Lì ci è rimasta sposando il suo vicino di posto proprio su quell’ aereo, Steven Reina, e  ottenendo il posto di docente di musica e italiano presso l’Hunter College. Oggi si trova anche lei a combattere questa pandemia che ha invaso gli States, che ora sono il primo Paese al mondo per numero di contagi da coronavirus. “Qui a New York – afferma Raffaella Nunziante – la situazione sta portando repentinamente  a chiudere tutto. Lunedi 23 marzo abbiamo iniziato con la didattica remota (il dipartimento di educazione di New York, chiamato Doe, non ama chiamarla didattica online). La settimana precedente noi docenti della scuola siamo dovuti andare a scuola per tre giorni di training in modo da organizzare la didattica e le piattaforme online. Usiamo Google classroom e Zoom. Io insegno per una scuola pubblica bilingue e la mia materia è italian music. Uso Zoom per le lezioni di musica, ovviamente facciamo solfeggio e canto. Non abbiamo avuto il tempo necessario affinché tutti gli studenti prendessero da scuola il flauto dolce. Per quanto riguarda la parte della lezione in italiano studiamo insieme la lingua italiana. L’organizzazione della città di New York è stata eccellente. Tutti gli studenti hanno ricevuto tablet e materiale necessario affinché potessero continuare a studiare e tutti i docenti hanno ricevuto il computer per poter continuare a insegnare. Ogni settimana partecipiamo a tre riunioni su Zoom per coordinarci con la preside della scuola. Insegno anche privatamente pianoforte e, devo dire che, le famiglie dei ragazzi da me seguiti, sono state tutte molto accomodanti e felici di poter continuare a garantire ai propri figli le lezioni. Purtroppo, c’è anche una nota dolente: molta gente qui non ha ben compreso la gravità della situazione, continuando ad andare in giro, nei parchi, per strada. C’è il divieto di assembramenti di più di dieci persone, ma non capiscono che il virus gira anche tra sole due persone. Nella mia scuola c’è al momento un caso di Covid19, ma per privacy non si è potuto sapere chi fosse, e non è possibile fare il tampone a meno che non si abbiano tutti i sintomi. Per quanto riguarda la situazione in Italia, che naturalmente seguo, poiché ci sono i miei cari, sono fortemente d’accordo con le misure preventive del governo. Vorrei che tutto il mondo le capisse e le attuasse. Purtroppo, New York è una metropoli che non può e non vuole rinunciare all’economia e al lavoro. Quindi, è difficile convincere le persone che bisogna fermarsi oggi per stare bene e sopravvivere.  Il mio unico rammarico è non poter combattere in Italia al fianco della mia famiglia, ma lo faccio da qui e cerco di mantenere la mia positività “emotiva”, per le persone che amo e per i miei studenti. Questa è la frase che ho scritto sotto la foto con la mascherina su instagram: “Voglio salvare questa foto sul mio diario virtuale. Voglio imprimere questi momenti  nella mia memoria. Ricordare per sempre come ci si sente a perdere la mia libertà al fine di salvare la vita delle persone a cui tengo e la mia. Libertà di passeggiare, soprattutto sotto il sole. Libertà di respirare senza indossare una mascherina. Libertà di salutare tutti con baci e abbracci. Libertà di insegnare di persona ai miei ragazzi. Libertà di sedersi e chattare con tutti. Libertà di sentirsi liberi. Ma stiamo facendo questo sacrificio oggi e nelle prossime settimane (speriamo non mesi!) nel nome di quella libertà che abbiamo sempre dato per scontato. Oggi combattiamo. Oggi soffriamo. Domani vinceremo. Domani ci abbracceremo più forte che mai. Domani ricorderemo insieme questi momenti e tutte le persone che abbiamo perso. Con affetto, state tutti al sicuro”.