Quel sacro spirito costituente che risollevò l’Italia - Le Cronache
Editoriale

Quel sacro spirito costituente che risollevò l’Italia

Quel sacro spirito costituente che risollevò l’Italia

Oggi l’ Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e la Cgil omaggeranno le 21 Madri Costituenti, depositando dei fiori sulle loro tombe sparse in tutt’Italia. Un monito per tutti a riconquistare quella fermezza e “altezza” di idee e d’intenti per ricostruire l’Italia 

Di OLGA CHIEFFI

Quel 2 giugno 1946 fu una giornata importante per tutta l’Italia. Tra le macerie e le miserie lasciate dalla dittatura e dalla guerra, ovunque si discuteva di politica e la voglia di ricominciare era tanta. Per le donne quella fu una primavera davvero eccezionale. Per la prima volta potevano non solo ascoltare, ma anche prendere parte attivamente alla vita politica. Tra addottrinamenti familiari e moniti ecclesiastici avevano finalmente conquistato la libertà di scegliere, di esprimere i loro ideali, le loro aspettative, i loro progetti protette dal segreto dell’urna. Loro, quelle stesse donne che non potevano accedere a molti ruoli della Pubblica Amministrazione (erano escluse dalla magistratura e dalla diplomazia, per esempio), loro che erano sempre sotto la patria podestà di un qualcuno (prima il padre e poi il marito), loro che rischiavano il licenziamento se volevano sposarsi, loro che valevano meno dei loro colleghi maschi (a parità di lavoro, le donne ricevevano un salario inferiore a quello degli uomini) e che non vedevano riconosciuta la parità neanche all’interno della famiglia (l’uguaglianza tra moglie e marito come anche tra genitori nei confronti dei figli verrà stabilita solo con il Nuovo Codice di Famiglia del 1975). Loro quel 2 giugno votarono in massa. Furono elette 21 donne su 226 alla Costituente: nove erano comuniste, tra cui cinque dell’UDI (Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi ), nove democratiche cristiane (Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio), due socialiste ( Angelina Merlin e Bianca Bianchi) e una della lista ”Uomo Qualunque” (Ottavia Penna Buscemi). Angela Guidi Cingolani, nel primo intervento in assoluto svolto da una donna in un’assemblea democratica nazionale nel nostro Paese disse: “Credo proprio di interpretare il pensiero di tutte noi Consultrici invitandovi a considerarci non come rappresentanti del solito sesso debole e gentile, oggetto di formali galanterie e di cavalleria di altri tempi, ma pregandovi di valutarci come espressione rappresentativa di quella metà del popolo italiano che ha pur qualcosa da dire, che ha lavorato con voi, con voi ha sofferto, ha resistito, ha combattuto, con voi ha vinto con armi talvolta diverse ma talvolta simili alle vostre e che ora con voi lotta per una democrazia che sia libertà politica, giustizia sociale, elevazione morale”. I pezzi che vanno a comporre questo speciale 2 giugno Festa della Repubblica in cui le firme dei ragazzi del Liceo Scientifico “Renato Caccioppoli” di Scafati, coordinati dalla docente Patrizia Polverino, incroceranno quelle di Giorgio Benvenuto e Federico Sanguineti, sono 21, come 21 saranno le rose che  oggi l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e la Cgil deporranno là dove riposano o dove esistono testimonianze che ne richiamino l’opera, un gesto di grande significato politico, per sottolineare il loro contributo nella stesura della nostra Costituzione e nelle istituzioni della democrazia repubblicana. Oggi il loro esempio striderebbe nell’odierna società che ha disperso i grandi valori. Nella difficile transizione che l’Italia vive, dominata dall’apparenza, esempi di vita come quelli di coloro che hanno scritto la Carta fondamentale della nostra democrazia, devono per tutti essere punti di riferimento per restituire credibilità alla politica, per affrontare le difficili sfide che ci attendono, per riportare le Istituzioni – e chi è chiamato a ricoprirne i ruoli – alla necessaria austerità dei comportamenti in linea con i sacrifici che il popolo italiano sta vivendo. La  ricostruzione della nostra dignità di Italiani inizia da questo 2 giugno.