Quattro gemme per i Concerti d'Estate di Villa Guariglia in Tour - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Quattro gemme per i Concerti d’Estate di Villa Guariglia in Tour

Quattro gemme per i Concerti d’Estate di Villa Guariglia in Tour

Si tirano le somme per la XIX edizione del Festival ideato e organizzato da Antonia Willburger che ha illuminato l’estate musicale di Salerno e dintorni. Palma d’oro all’Italian Duo di Raffaella Cardaropoli e Lidia Fittipaldi

Di OLGA CHIEFFI

E’ stato l’eroico ritmo puntato della Raiders March, che tanto felicemente caratterizza il personaggio di Indiana Jones, ad inaugurare la XIX edizione dei Concerti d’estate di Villa Guariglia in tour, che ha preso splendidamente il via dall’atrio del Duomo di Salerno, riportandovi, dopo ventiquattro anni di silenzio, la grande musica dell’Orchestre du Collège de Genève, diretta da Philippe Béran. Su tutti la giovane e talentuosa tromba di Laurie Mili che ha dedicato all’attento pubblico salernitano, il primo movimento l’Allegro Moderato del concerto op.18 in Fa minore di Oskar Bohme, una pagina, questa che occupa un posto unico nella storia della letteratura trombettistica, poiché rarissimo esempio di scrittura romantica dedicata a questo strumento. La ragazza senza alcuna soggezione di un palcoscenico così prestigioso e internazionale ha sciorinato con eleganza e forza un trombismo concreto, brillante e convincente, lasciando intravvedere una sicura affermazione nella carriera concertistica. Tutti interessanti i 16 appuntamenti, tra classica, jazz e world music, che Antonia Willburger con il gran consigliore artistico Fulvio Maffia ha allestito per il suo fedelissimo pubblico, ma noi ne abbiamo scelti quattro, per rappresentarli tutti. Il secondo concerto in duomo, ha salutato tra gli amboni della cattedra di Matteo l’Atelier Choral di Ginevra, diretto dal M° Raphael Leite Osório. Il coro, composto da 70 cantori, ha proposto il “Concerto per archi n°1 in fa minore” di Francesco Durante, il “Requiem in mi bemolle maggiore per soli, coro e orchestra” di Niccolò Jommelli ed il “Veni Creator Spiritus – mottetto per soprano solo, coro e orchestra” sempre di Jommelli. Musicalmente, l’esecuzione ascoltata è stata di ottimo livello. Il Maestro Osòrio ha diretto con un bel senso dello stile un’orchestra perfettamente a suo agio dal punto di vista stilistico. Il direttore ha trovato belle tinte strumentali, fraseggi di raffinata eleganza e ha accompagnato il canto con equilibrio e respiro impeccabili. Nella compagnia di canto, le due prestazioni migliori si sono ascoltate dal soprano e dal mezzo soprano che hanno confermato una volta di più di essere uno degli elementi di maggior spicco della compagnia. Il soprano ha sfoggiato una bellissima ricchezza di fraseggio e di legato, mentre il mezzosoprano è stata convincente, anche se la voce è suonata a tratti un po’ aspra. Bis napoletano con una romanticissima “Torna a Surriento”, tra l’entusiasmo del pubblico e del padrone di casa Don Michele Pecoraro. Certamente la palma della sezione classica di questa edizione dei Concerti di Villa Guariglia in Tour va al giovanissimo Italian Duo composto dalla violoncellista Raffaella Cardaropoli e dalla pianista Lidia Fittipaldi, alle quali l’organizzazione ovvero l’ACLI e il CTA ha inteso tributare il premio “Emidio Cecchini”. Programma impegnativo e lungo per le due strumentiste, eseguito stupendamente e tra mille difficoltà non ultima l’estrema umidità della serata che ha reso scivolosissime le due tastiere quella del cello e quella del pianoforte. La Sonata Arpeggione in La min. D821, composta da Franz Schubert nel 1824, il quinto dei dodici capricci dell’opus 25, datato 1875 di Alfredo Piatti, l’esaltazione del picchettato, e ancora la Sonata n°2 op.81, dedicata a Rostropovich, datata 1948, di Nikolai Jakolevlevic Mjaskovskij contraddistinta da un linguaggio chiaro, frutto della profonda conoscenza della tradizione classica e Salon Music con la Fantasie brillante sul Rigoletto di Jean Françoise Dumon op.123, questo il programma eseguito con tecnica, espressività e naturalezza, con i registri del mondo schubertiano, quali lievità, brillantezza, affettuosità, elegia sono stati assai ben delineati, così come le soluzioni spettacolari, con cura dei particolari, incisività, coesione e leggibilità assoluta del discorso, sono state protagoniste del finale del concerto. Nella sezione extra-colta del festival menzione per il trio del fisarmonicista di Orria Cilento Francesco Citera, il quale ci ha condotto per mano nel suo viaggio “Music around the World” insieme a Rocco Basile al basso e Pietro Ciuccio alle percussioni. La musica, lo spettacolo, il ritmo e l’energia scandiscono le performance di questo trio, che spiazza prima l’uditorio, per poi conquistarlo e travolgerlo con la forza, l’irruenza e l’onestà della sua carica comunicativa. Irruenza e forza, ma anche civiltà musicale evidente, fanno di Citera un musicista veramente mediterraneo, dai colori irlandesi, per il solare spirito positivo del suo sentire. I tre Grandes Amigos, (rubiamo il titolo ad un progetto firmato da Antonello Salis e Michele Rabbia) un’amicizia fondata su un’idea della materia musicale quale sprigionatrice di ritmi, in modo che un fisarmonicista quale è Citera, così fisico, creatore di violenti grumi sonori, non possa mai dimenticare la melodia e facendo del suo strumento anche una percussione, allo stesso modo in cui Pietro Ciuccio e Rocco Basile riescono a dipingere i loro particolari e contaminati landescapes, tra ritmi latin, echoes of Harlem, tradizioni popolari e lungo Senna, con invenzioni musette, sulle tracce di un inafferrabile Lupin.