Quale legge per la Musica? - Le Cronache
Editoriale

Quale legge per la Musica?

Quale legge per la Musica?

Oggi a Ravello per celebrare la Festa Europea si terrà il convegno “Per una legge sulla Musica in Campania: Industria, Cultura e Sviluppo”. Poi concerti a cura del Liceo Musicale Margherita di Savoia di Napoli

Di OLGA CHIEFFI

Prenderà il via oggi a Ravello la “Festa Europea della Musica”. Durante la giornata, dalle 10.30 alle 19.30 si potrà assistere a dibattiti e concerti, a cura del Liceo Musicale Margherita di Savoia di Napoli, che avranno luogo in vari punti della città della musica. Alle 11.00 all’Auditorium di Villa Rufolo si terrà il primo dibattito aperto al pubblico sul tema della necessità di una normativa che regoli e sostenga il comparto musicale e regionale. La giornata di lavoro, dal titolo “Per una legge sulla Musica in Campania: Industria, Cultura e Sviluppo” prevede l’ascolto dei maggiori attori del comparto a livello nazionale affinché possano esprimere le necessità e le aspettative rispetto alla sensibilità dimostrata dalla Regione Campania nel voler promuovere la prima legge regionale in Italia che normi gli interventi a favore delle attività musicali. Al dibattito interverranno, moderati da Federico Vacalebre, Salvatore Di Martino Sindaco di Ravello, Sebastiano Maffettone Presidente Fondazione Ravello, Ferdinando Tozzi Presidente Campania Music Commission, Pier Luigi Petrillo Capo Ufficio Legislativo del Presidente della Regione Campania, Rosanna Romano Direttore Generale per le Politiche Sociali e Culturali Regione Campania, Enzo Mazza Presidente Fimi, Vincenzo Spera Presidente Assomusica,Mario Limongelli Presidente Pmi , Andrea Miccichè Presidente Nuovo Imaie, Giordano Sangiorgi Presidente Audio Coop, Vittorio Ragonesi Delegato MiBACT presso il Consiglio dell’UE per il Diritto d’Autore, Aurelio Tommasetti Rettore Università di Salerno, Luigi Grispello Presidente Agis Campania, M° Paolo Pinamonti Direttore artistico Teatro di San Carlo, Antonio Bottiglieri Presidente Scabec, Alfredo Clarizia Capo Ufficio Legale Sony Music Italia, Paolo Agoglia Capo Ufficio Legale SIAE, Filippo Pardini Capo Ufficio Legale Warner Music Italia, Paolo Del Vecchio Capo Ufficio Legale Agcom, Maria Letizia Bixio Gruppo Editoriale Bixio Responsabile affari legali e sviluppo, Genoveffa Tortora Università degli Studi di Salerno, Pierpaolo Forte Presidente Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Giorgio Ventre Università Federico II Napoli, Pasquale Scialò Università Suor Orsola Benincasa, Antonio Marzullo Teatro Verdi di Salerno, Pina De Luca Direttore Vicario del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale Unisa. Chiuderà il convegno, Amedeo Lepore Assessore alle Attività Produttive Regione Campania. Lascia perplessi non leggere in questa lunga lista di iscritti a parlare i nomi dei direttori dei quattro Conservatori campani, come ha sottolineato in una lettera aperta, alla testata Il Vescovado, di Gianpaolo Schiavo, direttore del Conservatorio di Musica “Niccolò Piccinni” di Bari, nonchè componente il Consiglio Generale d’Indirizzo della Fondazione Ravello. Soltanto pensare di abbozzare una legge regionale sulla musica dovrebbe prevedere una revisione della formazione e in primo luogo del reclutamento degli insegnanti che si è ridotto ( e stiamo vivendo gli ultimi giorni di corsa al titolicchio artistico prima della presentazione delle domande per le scuole di ogni grado) ad una caccia e ad una compravendita di titoli di studio, masterclass e titoli artistici vuoti, in scuole private sparse sull’intero territorio nazionale e avallate dalle varie regioni, dove è possibile acquistare per circa 350-500 euro brevetti di lingua straniera, corsi per la lavagna Lim e patenti europee di computer, addirittura titoli per insegnare Musicoterapia. “[…] L’italiano (non parlo del vero popolo, chè quello è ancora santo e non conta nulla) che conta vuol passare dalla fica agli spaghetti e dagli spaghetti al pisciatoio, e si ritiene offeso e ingiuriato da chiunque lo provochi a pensare.” Così scriveva Bruno Barilli, una delle firme più estrose e luminose della critica musicale italiana, nel 1913 ad Ildebrando Pizzetti. Profetico Barilli, se Adorno, oltre quarant’anni dopo questa lettera, è uno dei primi ad additare un fenomeno ch’egli definisce in più modi e che noi potremmo sintetizzare sotto quello di regressione dell’ascolto musicale. Un’esperienza ormai, decennale, oltre che di musicista, di critico musicale e di osservatore del costume musicale, ci dice che i fatti stanno così. I media non fanno che annunciare, con toni trionfali, una sempre maggiore diffusione della cultura musicale, della vita musicale, dell’esecuzione musicale, in particolare nel nostro paese, d’una sempre maggiore fame di musica che si manifesterebbe a tutti i livelli, in particolare presso i giovani, con l’ovvio corollario di incontrollate e dissennate iniziative, ovunque proliferanti a spendere, per organizzare manifestazioni musicali, il fiume di denaro che i cosiddetti Enti locali senza alcun controllo (è difficile che si scelga il progetto di qualità, ma si premia l’evento con maggiore partecipazione e “ritorno d’immagine”, anche se mediocre) diffondono su campi che, tutta una pletora di maneggioni, sa molto bene come e dove irrigare. Speriamo che la nuova legge sulla musica veda all’opera chi non ha mani in pasta economicamente e possa dire veramente la sua, saggiamente ponendosi al fianco dei governatori di turno. Immagino figure di alta formazione “vera”, consolidata, del livello dei Principe, dei Basso, degli Isotta e progetti che educhino il pubblico anche a compositori quali Schonberg, Berg, Monteverdi, Bach Bruckner, Reger, Strauss, che venga scelta e sovvenzionata l’eccellenza, e che non fiocchino nomine nei templi della Musica per amici degli amici o per persone capaci di intortare articoli facendo suonare Rostropovich morto già da un lustro o commentare un programma pianistico chopiniano per violino e pianoforte, con molta fantasia e su testate nazionali. Ricordiamo con infinita nostalgia Roman Vlad, intrattenere il pubblico nel piccolissimo auditorium di Villa Rufolo, eseguendo le trascrizioni di Franz Liszt da Wagner a memoria, per dar modo di asciugare le sedie, prima della messa in scena del Tristan und Isolde. Buon Lavoro!