Pugno di ferro di De Luca,"via Figliuolo e Speranza" - Le Cronache
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Pugno di ferro di De Luca,”via Figliuolo e Speranza”

Pugno di ferro di De Luca,”via Figliuolo e Speranza”

di Carmine Rosamilia

Pugno di ferro del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, sulle mascherine. “Chi non le indossa finira’ in ospedale”, dice, nel giorno in cui entra in vigore la sua ordinanza che ne proroga l’obbligo in particolari situazioni (non molto dissimili da quelle previste dall’ordinanza che oggi ne liberalizza l’uso all’aperto in tutta Italia). E poi attacca il commissario per l’emergenza Figliuolo e il ministro della Salute Speranza, di cui auspica le dimissioni, che “sarebbero la cosa migliore”. “Mi e’ capitato di ascoltare il generale con il medagliere – afferma il governatore – il quale ci ha raccontato tranquillamente che su Astrazeneca hanno dato 10 comunicazioni diverse, come se lui fosse un turista svedese. Qualcuno glielo dovrebbe ricordare che il Commissario al covid e’ lui e quindi, in questi casi, o si dimette il commissario o il ministro della Salute o preferibilmente si dimettono tutti e due e se ne vanno a casa, che sarebbe la cosa migliore”. Secondo De Luca “quella comunicazione demenziale ha determinato un rallentamento drammatico e una crisi di fiducia in milioni di cittadini”. De Luca critica senza mezzi termini il commissario Figliuolo e il ministro Speranza auspicandone le dimissioni che ”sarebbero la cosa migliore”. Dunque, nel giorno in cui, da un lato, l’obbligo della mascherina all’aperto di fatto viene meno e dall’altro entra in vigore in Campania una ordinanza che, pur richiamandosi al provvedimento del ministro Speranza, lo dettaglia nei particolari e di fatto lo inasprisce, il pensiero di De Luca non lascia spazi ad ‘aperture’ eccessive. “Questa cosa delle mascherine e’ diventata come una battaglia di civilta’. ‘Abbiamo tolto le mascherine’, sento dire. Imbecille, hai tolto un elemento di protezione per te, per i tuoi figli e per i tuoi familiari. questo e’ tutto”. Del resto, evidenzia il governatore, “abbiamo gia’ cominciato – ha aggiunto – a vedere quello che succede. Qui a Napoli per la verita’ la meta’ dei cittadini gia’ non la metteva la mascherina, mancava solo che rendessimo non obbligatorio l’uso. Ma abbiamo visto a Lodi, i rave rave party, gente che va a ballare, centinaia di ragazzi, come siamo felici, che bella liberta’ abbiamo conquistato. Questi andranno a finire in terapia intensiva fra poco. Questa e’ la situazione che dovremmo evitare se ci teniamo a vivere tranquilli”. Oggi c’e’ chi indossa la mascherina, chi la porta sul braccio, chi la tiene in borsa pronta all’uso per entrare in negozi e bar: questa la fotografia camminando nelle strade del centro di Napoli. L’ordinanza della Regione Campania fino al 31 luglio prevede che ”l’uso delle mascherine resta obbligatorio sul territorio regionale in ogni luogo non isolato – ad esempio centri urbani, nelle piazze, sui lungomare nelle ore e situazioni di affollamento – nonche’ nelle file, code, mercati o fiere ed altri eventi o nei trasporti pubblici all’aperto quali traghetti, battelli, navi”. Dall’Unita’ di Crisi regionale si evidenzia, comunque, che ”il provvedimento del Governo e quello della Regione sono molto simili. Entrambi sottolineano che comunque la mascherina va tenuta con se’ e indossata quando ci sono rischi di assembramento anche all’aperto. Le due pronunce – prosegue Nino Postiglione, responsabile Unita’ di crisi – dicono la stessa cosa ma lo fanno in modo diverso”. Ma tra i vicoli e le stradine del Centro storico, nonostante le distanze non siano ampie, c’e’ chi la mascherina non la porta. “Fa troppo caldo, non si respira con la mascherina e poi ci siamo vaccinati, a cosa e’ servito?”, dicono alcuni cittadini. A non portare il dispositivo di protezione sono sia i giovani ma anche persone piu’ adulte e anziane. Senza mascherine anche molti turisti in coda, senza alcun distanziamento, per entrare a visitare musei e luoghi di interesse storico e artistico.