Primo fine settimana di coprifuoco in città “I giovani ora devono essere responsabili” - Le Cronache
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Primo fine settimana di coprifuoco in città “I giovani ora devono essere responsabili”

Primo fine settimana di coprifuoco in città “I giovani ora devono essere responsabili”

Erika Noschese

Primo fine settimana di coprifuoco per la città di Salerno, dopo l’ultima ordinanza del governatore della Regione Campania. Il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli si è detto disposto, dopo un’attenta verifica e una serie di incontri con il prefetto e il questore, a “limitare” le zone della movida per contrastare la diffusione dei contagi da Coronavirus. Sindaco, stando a quanto prevede il nuovo dpcm un’eventuale coprifuoco dovrebbe decretarlo proprio il primo cittadino. Lei si è già detto disponibile a verificare la fattibilità della richiesta ed eventualmente a procedere, dopo che lo scorso fine settimana ha perlustrato la città con le forze dell’ordine. Come sta rispondendo la città? “Intanto, non è solo nei fine settimana. Io pressoché quasi quotidianamente giro, anche se non mi si vede perché sono con le pattuglie ma alle volte succede che scendo così come accaduto sabato, con qualche risultato dal punto di vista della repressione, parola che non amo ma che va agita. Nei miei pattugliamenti, non saprei come meglio definirli perché io odio la parola ronda, abbiamo constatato che il 95% delle persone indossa la mascherina. Di sera, abbiamo fatto qualche verifica e abbiamo ravvisato che comunque il 95% delle persone indossava la mascherina ma c’era una percentuale, seppur minima, che trovano difficoltoso indossare questo minimo dispositivo. Ci sono le intemperanze giovanili, lo siamo stati tutti e magari si può avere anche un atteggiamento di sfida anarchico che però va ricondotto a ragione e da questo punto di vista io mi rivolgo sempre accortamente ai genitori affinché esercitino fino in fondo le loro funzioni genitoriali che non significano castigo e repulsione, bensì dialogo e persuasione. Con i nostri ritmi quotidiani, probabilmente questo valore del dibattito e della discussione con i figli che naturalmente è un contradditorio, una difficoltà che alla fine trova una sintesi, va esercitata fino in fondo perché è necessario far capire che sulle loro spalle grava una responsabilità che, probabilmente, è inedita. Se noi andiamo a finire in una situazione di fuori controllo ci saranno ripercussioni severissime sugli aspetti economici della città e sull’occupazione e quindi si rischia di creare una recessione dalla quale poi si farà fatica ad uscire. Da questo punto di vista ho detto che il decreto a cui lei faceva riferimento, in un primo momento demandava ai sindaci le azioni di perimentazione e recintazione mentre ora ha attenuato queste prerogative. Ad ogni buon conto, io ero già pronto: avevo preannunciato l’incontro con il questore e con il prefetto per verificare quali sono le modalità per fare degli eventuali lockdown circoscritti e limitati. Noi avevamo già deciso queste azioni per i luoghi della movida laddove non si riuscisse a contrastare azioni anarchiche. Ora, con l’ordinanza del presidente De Luca per il coprifuoco credo che questa esigenza della recintazione delle piazze degradi ad azioni più semplici. Io mi sono ripromesso, insieme al dottor Picone, vicario e questore di fare una verifica venerdì per capire cosa succede con il coprifuoco, verificare che non determini un affollamento prima delle 23 e poi orientarci di conseguenza. Noi adottiamo, e io lo faccio per cultura personale, qualche cosa di molto vicino al modello scientifico che si compone di una diade: errori e tentativi perché non esiste una cosa data una volta per tutte. E’ un work in progress, come nella scienza, che noi dobbiamo adottare, sapendo che abbiamo a che fare con questi comportamenti, con scienze storico sociali ma che si possono trattare, applicando algoritmi ragionevoli per fare in modo che si riesca a capire dove va il mondo, le cose”. Tema caldo di queste settimana la kermesse Luci d’Artista che si farà ma in forma ridotta… “Ormai si ragiona ad ore, non a giorni. Verificheremo come va l’andamento dei contagi, eventuali fatti allarmanti ma già da tempo avevo detto che questa sarà un’edizione di Luci d’Artista poco più che simbolica per non perdere, da un lato, il grande lavoro di marketing che è stato fatto a favore della città di Salerno; Luci d’Artista, così come immaginata dal presidente De Luca, hanno fatto conoscere Salerno anche a livello europeo. E’ stata un’intuizione geniale quella di De Luca e non possiamo perdere questo lavoro. C’è un ragionamento di marketing che va sostenuto perché il mondo non finisce nei prossimi anni; dobbiamo guardare al dopo azionando una speranza. Nell’immediato, faremo illuminazioni simboliche degli assi principali, quasi a voler donare un minimo di spirito natalizio e accendere una luce in questa situazione cupa che ci opprime”. A Salerno la situazione Covid sembra essere ancora sotto controllo. Reduce da un isolamento fiduciario ha più volte lanciato un appello alla cittadinanza a scaricare l’App Immuni. Pensa possa essere una soluzione? “Io credo che app Immuni, insieme ad un’altra serie di iniziative di presidi, possa essere utile, lo è. Sicuramente, è inutile non farlo perché, alla fine, un semplice gesto, bisogna caricare i dati; la gestione è complicata ma non l’attivazione ed io invito i miei concittadini a scaricare l’app Immuni. Ci vogliono, mediamente, 11 minuti ed aggiungiamo un altro tassello alle misure di contenimento del contagio”. L’emergenza Coronavirus ha imposto un cambio di regole anche nello svolgimento degli spettacoli estivi con una formula poi risultata vincente. Si potrebbe pensare di replicare? “L’esigenza di dare dei luoghi dove poter esprimere una capacità professionale, un’attitudine, un ruolo nella società con lo spettacolo, è in cima ai nostri pensieri: abbiamo avuto una fortunata esperienza durante la stagione estiva; è stata un’iniziativa sperimentale baciata dal successo. Dando uno sguardo rapido alle considerazioni degli operatori del settore è stato universalmente riconosciuto il successo ottenuto, la capacità dell’amministrazione di essere vicina al mondo dello spettacolo, anche grazie al lavoro eccellente dell’assessore Willburger e credo possa essere una formula da replicare laddove possibile e oserei dire da esportare perché credo sia intelligente, semplice ma concreta perché ha dato la possibilità a tante persone di potersi esprimere. Prima l’Arena del Mare, poi il teatro Ghirelli: è stata un’esperienza molto bella perché si sono fatti spettacoli formidabili. Il Ghirelli è un teatro d’avanguardia che svolge una funzione unica, di grande prestigio e sta facendo una programmazione di nicchia. E’ in corso Linea d’Ombra, must della nostra storia culturale urbana; si è tenuto il festival della Letteratura dedicato a Francesco Durante, la cui memoria è indelebile”. L’amministrazione comunale ha a disposizione i fondi necessari per procedere con i lavori di sistemazione del sipario del teatro Verdi? “Come amministrazione comunale cercheremo di promuovere e partecipare all’Art bonus. Il primo punto principale è proprio il sipario del Verdi; già negli anni scorsi avevamo avviato il progetto dell’Art bonus e l’idea è proprio di ricorrere a questo strumento. Ovviamente, associato anche a qualche fondo comunale perché la spesa è abbastanza importante”. Si potrebbe aprire l’Augusteo agli operatori culturali? “Lo vedremo. Ci stiamo lavorando”. Non è di competenza del Comune di Salerno ma in questi giorni ci sono state manifestazioni da parte degli studenti che chiedono di poter usufruire della biblioteca provinciale anche negli orari pomeridiani. C’è un programma di valorizzazione, invece, per quella comunale? “Per la biblioteca provinciale noi abbiamo fatto in modo di aprire un dibattito che poi si è arenato perché, con quello che è successo, sono saltati tutti i programmi, con Paky Memoli, consigliera comunale e provinciale. Stiamo tentando di fare, con la Scabec, un’operazione che promuova la biblioteca provinciale, infelice dal punto di vista della logistica perché non c’è neanche il parcheggio. Verificheremo quali sono le possibilità e tenteremo di procedere con un’apertura che sia degna di questo nome. Lì diventa complicato arrivarci. Io immaginavo, grazie anche al processo di digitalizzazione, il portale della biblioteca provinciale al quale si potrebbe accedere da casa; la Scabec sta curando un’azione di digitalizzazione, basato anche su programmi nazionali per poter trasferire in digitale quanto più possibile. Credo siamo ancora in affanno rispetto a questi obiettivi anche perché il Dad è complicato, a causa di una scarsa infrastruttura informatica, delle reti e altro. Noi abbiamo fatto il portale della cultura dove stiamo tentando di mettere dentro tutto ciò che accade dal punto di vista della cultura a Salerno, quanto è accaduto nel passato e quanto accadrà. Un luogo fisico dove si può andare e trovare tutto e così anche per la biblioteca comunale: mi immagino una destinazione fisica, concreta e un futuro digitale, più utile e più comodo”.