Primarie il 30 aprile ma il Pd perde pezzi - Le Cronache
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Primarie il 30 aprile ma il Pd perde pezzi

Primarie il 30 aprile ma il Pd perde pezzi

di Andrea Pellegrino

Le primarie del Pd per la scelta del segretario del partito si svolgeranno domenica 30 aprile. La decisione arriva dopo la trattativa tra le diverse componenti del Partito democratico che si sono riunite ieri. Alla fine, la commissione congressuale, presieduta da Lorenzo Guerini, ha trovato la quadra: 104 i sì, 3 i voti contrari e 2 gli astenuti hanno approvato il calendario per lo svolgimento del congresso. Gianni Cuperlo, però, vota contro: “questo calendario è un altro errore”, afferma. E Francesco Boccia critica la decisione di posticipare solo fino al 28 febbraio il tesseramento al Pd per il 2016. Piero Fassino cerca di ricomporre le fratture e riportare il sereno specificando che la data decisa “risolve un problema non banale: si chiude così definitivamente il dibattito sul voto politico a giugno”. Con molta probabilità il nuovo segretario sarà proclamato il 7 maggio. Per candidarsi a segretario del Partito Democratico occorrerà farlo entro le ore 18 del 6 marzo. Ciascun candidato può avere una o più liste collegate che dovranno essere presentate entro il 10 aprile. Le primarie regionali, secondo prime indicazioni, si terranno lo stesso giorno di quelle nazionali per evitare una doppia votazione. «Siamo partiti dal regolamento utilizzato nel congresso del 2013. Abbiamo tenuto quella struttura intervenendo su cose specifiche. Abbiamo ritenuto di fissare una data certa sull’elettorato attivo. Abbiamo stabilito che la platea congressuale di riferimento fosse quella definita dal tesseramento 2016, prorogata al 28 febbraio, dando così un elemento di trasparenza», ha sottolineato Guerini. Per ora a sfidare l’ex premier ed ex segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi ci sono: Michele Emiliano, governatore della Puglia, Andrea Orlando, attuale ministro della Giustizia e una donna, la torinese Carlotta Salerno. E mentre gli scissionisti del Pd preparano i loro gruppi, in Campania c’è chi va e chi resta. L’insoddisfatto consigliere regionale, Gianluca Daniele, insieme al deputato Massimo Paolucci, sono già considerati come parte della minoranza che lascia il Pd. L’irpino Francesco Todisco, che ha fatto la campagna referendaria a sostegno del ‘no’, sceglie il ‘signum’ di Roberto Speranza. Non farà le valigie il deputato campano Simone Valiante che resta al fianco di Emiliano. L’analisi, forse pií rilevante riguarda infine i deluchiani. La frangia di Benevento sosterrà probabilmente D’Alema. Il ‘si’ alla mozione dell’ex leader Ds arriverebbe anche dal salernitano Federico Conte. Secondo alcune indiscrezioni una parte dei Gd di Caserta, potrebbe dare il proprio sostegno proprio a D’Alema. Guida il nuovo gruppo della sinistra, in provincia di Salerno e non solo, l’ex senatore e già presidente della provincia di Salerno, Andrea De Simone che ha riunito un nutrito gruppo di persone. Con lui c’è anche il deputato salernitano (ex Sel) Michele Ragosta, il cui gruppo “Davvero Verdi” è alleato della giunta Napoli al Comune di Salerno. Il governatore De Luca, invece, di sicuro sosterrà Matteo Renzi. Non ha ancora deciso con chi schierarsi la deputata e consigliera comunale a Napoli, Valeria Valente, finita, suo malgrado, al centro di un vortice mediatico, dopo l’avvio delle indagini della procura partenopea per fare luce su alcune candidature ‘false’ alle ultime amministrative. La senatrice Rosaria Capacchione, invece, sarà al fianco di Andrea Orlando.