Poste centrali: il futuro del palazzone si decide il 20 giugno - Le Cronache
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Poste centrali: il futuro del palazzone si decide il 20 giugno

Il destino delle Poste si conoscerà il 20 giugno. Ieri mattina il Tar di Salerno ha fissato l’udienza che esaminerà nel merito il ricorso presentato dalla Rainone Real Estate. 
Ad essere stata impugnata è stata la delibera di consiglio comunale che reitera i vincoli urbanistici. Un atto che non consentirebbe ai Rainone (gli stessi che stanno realizzando il Crescent di Salerno) di trasformare l’edificio delle Poste centrali in un hotel. Almeno secondo un originario progetto della società, aggiudicataria, con una cifra di 21 milioni di euro, dello storico palazzine giallo. Sostanzialmente quell’edificio resta ancora ad «uso pubblico». Una destinazione confermata da una recente delibera consiliare, nonché dal successivo non accoglimento di una osservazione presentata dalla stessa società Rainone alla variante al Piano Urbanistico Comunale. Tale variante – contesta, l’avvocato Lorenzo Lentini, legale della Rainone Real Estate – omette di valutare «eventuali modifiche intervenute di taluni standard esistenti per fatti sopravvenuti». Come ad esempio, la cessazione dell’uso pubblico. Ed invece, la variante urbanistica impugnata, avrebbe ribadito la classificazione dell’ex edificio delle Poste Centrali come «standard esistente – attrezzatura di interesse comune». Tra l’altro, sostiene ancora l’avvocato Lentini – l’Amministrazione Statale delle Poste e Telecomunicazioni si è trasformata, prima, in Ente Poste Italiane (EPE), e successivamente, in Società Poste Italiane S.p.A., assumendo natura di soggetto giuridico, di diritto privato». Insomma, altro non si tratterebbe di una compravendita tra privati. Attualmente lo stabile è utilizzato solo al pian terreno, dove ci sono ancora gli sportelli delle Poste, mentre tutti gli uffici sono stati consegnati alla Rainone Real Estate che ora, però attende il giudizio del Tar di Salerno che ci sarà il 20 giugno. Fino ad allora nessuna sospensiva. L’avvocato Lentini avrebbe rinunciato alla sospensiva per arrivare direttamente alla discussione di merito del ricorso.