Porticciolo di Pastena, missione compiuta: presentato il ricorso - Le Cronache
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Porticciolo di Pastena, missione compiuta: presentato il ricorso

Bop, missione compiuta. Il ricorso straordinario al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, per salvare il porticciolo di Pastena dalla cementificazione prevista con la realizzazione del porto Marina urbano, c’è. Anche grazie al “finanziamento” straordinario ottenuto tramite la campagna Buoni ordinari pullanghelle, tramite la quale, con l’acquisto di un simbolico buono numerosi cittadini hanno contribuito alla causa, sostenendo i ricorrenti nelle spese legali per la presentazione del documento. Obiettivo raggiunto, dunque. Ora, la battaglia in difesa del porticciolo arriva direttamente alQuirinale.
E’ stato presentato ieri mattina a Napoli, presso gli uffici della Regione Campania, il ricorso “firmato” Figli delle Chiancarelle, Italia Nostra e Giù le mani dal porticciolo per fermare la nascita del nuovo porto di Pastena che dovrebbe sorgere al posto dell’attuale piccolo borgo marinaro che, in particolare, i giovani del comitato spontaneo di residenti si impegnano a tenere pulito in mancanza di manutenzione della zona da parte dell’amministrazione comunale. 
Tra i documenti allegati al ricorso ci sono una lettera di sostegno di Italia Nostra e circa un migliaio di firme di salernitani, raccolte dal comitato Giù le mani dal porticciolo nel corso di questi mesi e regolarmente convalidate.
«Tra i motivi principali alla base del ricorso- si legge in una nota degli FdC – ci sono la mancanza di conformità urbanistica del progetto, la mancanza della Vas (valutazione ambientale strategica) ed il mancato rispetto del vincolo paesaggistico».
Orgogliosi e battaglieri, i ragazzi del comitato ricordano come per riqualificare un’area «non occorrono opere così invasive, inquinanti e devastanti. Proprio per dimostrare questo stiamo pensando e preparando un bando universitario per un progetto vero di riqualifica che sia compatibile con le peculiarità di quel posto e cercheremo di stimolare la creatività di architetti giovani o con idee brillanti ed innovative,e che, al contempo, sappiano tener presente qual’è la natura del borgo marinaro,rispettandola e non modificandola. Ciò che più di tutto ci preme è far rinascere quel posto pieno di potenzialità». Insomma, il primo fondamentale passo è stato fatto. Ora non resta che auspicare che tutti capiscano che cementificazione non è sinonimo di riqualificazione.

 

11 maggio 2013